mercoledì 4 ottobre 2017

Alassio - Dissequestrato l’ex affittacamere della famiglia Zioni: il Tribunale accoglie il ricorso dei nuovi proprietari, non ritenendo sussistenti i presupposti richiesti dalla legge ai fini del sequestro all'interno del reato di " lottizzazione abusiva ". Si attende la fine delle indagini preliminari e gli eventuali rinvii a giudizio

I giudici hanno respinto la tesi dell'accusa, secondo cui i lavori degli anni '90 
comportavano un cambio di destinazione d'uso


Alassio - E’ stata dissequestrata questa mattina poco prima delle 10 la palazzina adiacente all’ex hotel Al Sole che, fino a due anni fa, veniva utilizzata come affittacamere dai genitori dell’ex vicesindaco Monica Zioni. Lo ha deciso il tribunale di Savona, che ha accolto il ricorso della proprietà contro il sequestro preventivo messo in atto lo scorso 30 agosto dai carabinieri forestali.

Secondo l’accusa quella struttura, nei fatti, si sarebbe trasformata in un hotel in seguito a dei lavori effettuati negli anni ’90 e per questo il progetto presentato di recente in Comune per realizzare degli alloggi costituirebbe un abuso edilizio. Una tesi contro cui hanno subito fatto ricorso sia i nuovi proprietari che la famiglia Zioni. Mercoledì scorso si è tenuta l’udienza davanti al tribunale del riesame (composto dai giudici Caterina Fiumanò, Emilio Fois e Laura De Dominicis) che ha ritenuto inesistente il reato di lottizzazione abusiva, respingendo tutte le tesi dell’accusa ed accogliendo il ricorso contro il sequestro preventivo. Il tribunale ha quindi ordinato la restituzione dell’immobile ai proprietari (assistiti dall’avvocato Umberto Caldarera, mentre Paolo Foti e Luigi Piscitelli rappresentavano la famiglia Zioni).

La vicenda era inizialmente nata come un caso politico: quella palazzina e l’albergo Al Sole erano infatti finiti nel ciclone quando il consigliere di minoranza Angelo Galtieri, lo scorso marzo, aveva accusato l’allora vicesindaco di aver fatto passare sottotraccia (con una semplice Scia e senza portare la pratica in consiglio comunale) il “passaggio” di quella palazzina da hotel ad affittacamere, riuscendo così a venderla per la trasformazione in alloggi senza pagare oneri. Una critica dalla quale Zioni si era difesa con veemenza, spiegando che a differenza delle altre due strutture (l’albergo e la sua dependance), quello stabile era sempre stato un affittacamere e (a differenza di quanto affermava Galtieri) non aveva mai avuto una licenza alberghiera.

Da quella denuncia, che Galtieri e l’ex consigliere comunale Massimo Parodi avevano presentato in Procura, ha preso il via l’indagine che ha portato al sequestro di fine agosto. Secondo i carabinieri forestali quell’edificio era in effetti stato costruito negli anni ’60 con licenza di civile abitazione (cosa che renderebbe leciti i progetti presentati di recente per la creazione degli alloggi), ma i lavori di riammodernamento fatti nel 1996 dai genitori di Zioni, riguardanti camere e bagni, avrebbero comportato di fatto un cambio di destinazione d’uso, da abitativo ad alberghiero. Alla luce di quel cambio la procedura che ha portato alla “ritrasformazione” in alloggi (con una semplice Scia e senza ulteriori documenti autorizzativi né oneri) avrebbe costituito un abuso edilizio (ritornando così all’accusa originaria di Galtieri). Una tesi però rigettata dai giudici.

Da www.Ivg.it del 04 Ottobre 2017

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