Philippe si dimette e lascia a testa alta: un problema per Macron?
Edouard Philippe si è dimesso dalla carica di primo ministro francese che deteneva da oltre tre anni, da quel maggio 2017 che aveva visto Emmanuel Macron venire incoronato nuovo presidente della Repubblica.
Le dimissioni di Philippe avvengono a metà del guado tra la crisi pandemica, che
ha colpito duramente la Francia, e la fase di ripartenza politica ed
economica che sembra apparire come un percorso insidioso e pieno di mine
per l’inquilino dell’Eliseo. Nelle ultime settimane il leader di En Marche! mal
sopportava la convivenza con l’ex (e con ogni probabilità futuro)
sindaco di Le Havre, che era riuscito nel corso della crisi del
coronavirus a rompere la tradizionale subalternità mediatica, politica e
relazionale del primo ministro al presidente della Repubblica.
Philippe, abituato al confronto e al dialogo con i cittadini, è apparso
più empatico e più diretto nella definizione delle strategie di risposta alla crisi e in un sondaggio Ifop di fine giugno
aveva staccato di oltre dieci punti percentuali Macron nei tassi di
gradimento: 50% contro 39%. Questi calcoli avranno sicuramente influito
nella scelta di Macron di nominare come successore di Philippe un uomo
dal profilo “tecnico” come Jean Castex, 55enne alto funzionario che con il predecessore aveva lavorato a stretto contatto come coordinatore del gruppo di studi sulle strategie per la “fase due” post-pandemia.
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