venerdì 20 novembre 2009

GENOVA - Musso, la tentazione bipartisan del “prof ”



LA SFIDA PER GENOVA 2012 È GIÀ PARTITA
Si alza il velo sulla fondazione “Oltremare”: il senatore Pdl punta alla rivincita e a coalizzare anche forze di sinistra.

GENOVA. Nel 2007 quando sfidò Marta Vincenzi alle elezioni comunali era semplicemente il professore che va in bicicletta. Quasi uno sconosciuto. Brillante, serio, di bell’aspetto“q.b.”(o, per esteso, quanto basta), ecologista al punto giusto. Due anni e mezzo dopo Enrico Musso, docente di Economia (a contratto all’Università di Genova) che nel frattempo è diventato senatore e si è permesso il lusso (sì perché non è tanto usuale del Pdl) di chiudere la porta ad una candidatura alle Europee, parte per ritentare la scalata a Palazzo Tursi nel 2012. Ma questa volta non è più un outsider. Ieri sera a Villa Spinola, nel cuore di Albaro, ha presentato la sua fondazione. L’ha chiamata Oltremare. «Politica, ma non partitica», aperta, anzi terra d’approdo, nelle sue intenzioni, «della famosa società civile, di quelli che hanno avuto la forza di restare a Genova quando potevano avere successo fuori». La piattaforma di un esperimento ambizioso: abbattere i muri della politica tra centrodestra e centrosinistra, far parlare di programmi le persone di buona volontà. Nella consapevolezza, data dall’esperienza personale, che l’unione fa la forza perché «non serve a niente prendere uno dalla società civile e buttarlo in politica».
Non a caso tra i primi ad accogliere l’invito di Musso per il dialogo tra forze politiche è stato Claudio Gustavino, il senatore genovese, cattolico e riformista, che il giorno dopo la vittoria di Pier Luigi Bersani, temendo la «deriva verso il socialismo europeo» , si è sfilato senza tanti complimenti dal Pd. Nei giorni scorsi Gustavino ha tenuto a battesimo Alleanza per l’Italia, il movimento di Francesco Rutelli. E ieri sera era tra il pubblico alla presentazione di Oltremare, la fondazione di Enrico Musso.
Il perché di Oltremare Enrico Musso lo ha spiegato ai suoi oltre 300 ospiti, «ne avevo invitato duecento per averne cento...», in un discorso di 20 minuti scarsi ed una quindicina di facciate (non lette completamente).
Punto di partenza il ristagno dell’economia genovese il pil pro capite è del 25,5 mila euro contro i 30,6 del Nord Oveste la disoccupazione tra i giovani è del 20,3% contro il 13,9% e le pulci che recentemente il Financial Times ha fatto a Genova «confrontandola impietosamente per quel che potrebbe essere per la sua collocazione, le sue caratteristiche, la sua storia e quello che è».
Ciò che potrà diventare Oltremare per Enrico Musso è ancora un “work in progress”. Nasce come fondazione e il nome, in fondo, ha qualche assonanza, con Maestrale, l’associazione del governatore Claudio Burlando. Ma a differenza di questa, per le comunali del 2012 Oltremare potrebbe diventare una lista di appoggio ad EnricoMusso. «Potrebbe, vedremo strada facendo» osserva lui che, peraltro, ha già messo in saccoccia il patentino di candidato ufficiale del centrodestra nella sfida a Marta Vincenzi. È accaduto più o
meno un mese fa. Lo ha fatto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola nel giardino di Villa Sottanis, a Casarza Ligure, durante la pausa di un congresso. A sorpresa, chiacchierando con un giornalista, Scajola disse che Musso, «che più di ogni altro si è avvicinato a palazzo Tursi» (ottenne il 46% dei voti, Vincenzi il 51%), sarà nuovamente candidato.
Annuncio a sorpresa e per più di un motivo. Il primo è che a febbraio, davanti ad un altro annuncio a sorpresa
di Scajola, la candidatura del professore genovese alle elezioni europee, Enrico Musso disse «no grazie». Con
fermezza, anche. Per questo finì, si disse nel Pdl, in castigo. Scajola lo fece friggere alcune settimane prima di
concedergli udienza ed anche gli amici del suo partito lo rimbrottarono aspramente per il rifiuto. Bollato come « ingrato », all’inizio dell’autunno sul conto di Musso circolavano mille indiscrezioni sul suo futuro, sul disagio in cui viveva certe forme del suo partito è stato uno dei 60 firmatari della lettera con cui si chiedeva più democrazia nel Pdl, ma piùche altro si sospettava che fosse pronto a passare all’Udc.
E questo è il secondo motivo di sorpresa. Esattamente come era accaduto, un paio di mesi prima, per Gabriella Mondello, deputata “storica”del Tigullio in rotta di collisione, lei e i suoi fedelissimi, con la reggenza del Pdl in Liguria.
Così a qualche addetto ai lavori la precoce investitura di Enrico Musso apparve come il tentativo di arginare una nuova fuga.
Indipendente e insofferente della rigida disciplina del Pdl Musso lo è sempre stato. Ed anche in rotta di collisione con molti degli esponenti del Pdl genovese che non gli hanno mai perdonato, a lui pescato a caso dalla società civile, di essere stato scelto dall’alto per compiere il salto di qualità, dalla sala rossa di palazzo Tursi all’emiciclo di palazzo Madama. Da Roma, poi, Enrico Musso, formazione solidamente liberale, non ha mai mancato di far parlare i suoi nemici genovesi. Così quando a Genova infuriava il dibattito sulla moschea, tra i sì del centrosinistra di Marta Vincenzi e i no del centrodestra, Musso buttò benzina sul fuoco con una sua, pragmatica proposta: una proposta di legge per regolare la costruzione dei luoghi di culto, di qualsiasi tipo, «disponendo spiegò controlli ex ante ed ex post » per evitare che la faccenda, diventata una pratica urbanistica, diventi una sorta di contrapposizione tra fazioni. La reazione più “tranquilla” fu quella del coordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio: «Musso parla a titolo personale».

ALESSANDRA COSTANTE

Da wwwIlSecol,oxix.it  del 20 Novembre 2009

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