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giovedì 3 dicembre 2009

Alassio: al Ravizza in scena La Traviata di Giuseppe Verdi



Sabato 5 dicembre, alle 21, nel Palalassio Ravizza di Alassio, con la messa in scena de La Traviata di Giuseppe Verdi, la lirica farà il suo ingresso nella stagione teatrale 2009/2010, promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio.
Sul palco, nella produzione diretta da Mario Riccardo Migliara, salirà la Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò e l’Orchestra Filarmonica di Milano diretta da Vito Lo Re.
La Traviata è un’opera che non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto "repertorio". Fra i passaggi più popolari dell'opera ci sono l'invocazione di Violetta "Amami, Alfredo", il famoso brindisi "Libiamo ne' lieti calici", la cabaletta "Sempre libera degg'io", il concertato finale del secondo atto, l'aria "Addio, del passato" e il duetto "Parigi, o cara".
Un unico elemento, che si compone di tre differenti forme - il ricordo di un passato, uno straniamento emozionale dal presente e l’aspirazione di un futuro - segna la Traviata in questa messa in scena. E’ come se qualcuno volesse immaginare la sua vita dietro un velo che permettesse una visione voluttuosa e ovattata del mondo. Alla stessa maniera chi lo indossa, lo potrebbe fare per inseguire un ideale o per rendere più seducente un mistero.
Nell’inesorabile ritmica temporale lo specchio scopre la crudità degli oggetti che rivelano la loro essenza reale, la freddezza di una esistenza che si volge al suo termine dopo momenti di luce creata da amori non a caso “velati”. E’ proprio lo specchio che svela la verità non più coperta da orpelli e da caduche finzioni. Una verità in cui il sogno sopravvive alla realtà e lo specchio ne mostra l’intima essenza.
La scelta stilistica si ripete anche nei movimenti dei cantanti, come nelle scelte delle attrezzerie e degli arredi essenziali le tracce della terra e di tutte le reazioni e sentimenti che possono dirsi di avere un corpo umano, alternandosi con la sottile ironia del pensiero che fugge come gli attimi del tempo di Violetta.
“Se riconosciamo nella funzione dello specchio” scrive Mario Riccardo Migliara “quella dell’esistenza di un doppio da noi, possiamo anche riconoscere qualcosa di sognato e per certi aspetti di inaspettato. Le repliche di Traviata si moltiplicano come due specchi che si riflettono all’infinito senza concludersi. Tutti questi elementi sono determinanti per definire una realtà fatta di presenze totali sul palco ma, come in uno specchio, la lettura può prendere in considerazione il doppio del suo reale. La realtà specchiata cela mondi inaspettati.
Il suo brindisi, la sua morte avviene ed è avvenuta mille volte su palcoscenici differenti ma i sogni di Traviata non vengono svelati e rimangono nascosti negli specchi e nel perpetuarsi della trama, ripetuta all’infinito. Dietro allo specchio riveliamo una esistenza diversa per Violetta Valery, una esistenza che è composta dai suoi stessi sogni.
Un incantesimo divino che porta Traviata ed i suoi pensieri a rendersi visibili dietro uno specchio della realtà. Nessun presente sarà mai adeguato a quello di un sogno e il conoscere il sogno è sfida, recupero di un linguaggio dimenticato. Un impietoso eterno ritorno. A questo punto il sogno diventa realtà e forse nasconde una fine inaspettata.”
La stagione teatrale di Alassio proseguirà con l’inconfondibile stile della compagnia Kataklò e la spettacolarità di Play (22 gennaio), una coreografia ispirata allo sport, presentata in anteprima alle Olimpiadi della Cultura di Pechino 2008. La coreografia di straordinaria sensibilità artistica è firmata da Giulia Staccioli, che ha orchestrato scenari inaspettatamente comici ma anche poeticamente evocativi.
Il 28 gennaio il programma accoglie un’altra opera di Giuseppe Verdi, Aida in un allestimento multimediale in cui i costumi mantengono un trionfalismo tipico dell’opera. Sul palco tornano l’Orchestra Filarmonica di Milano e la Corale Lirica Ambrosiana in una produzione del Teatro dell’Opera di Milano, per la regia di Mario Riccardo Migliara.
Il 25 febbraio, Gianfranco Jannuzzo con lo spettacolo “Girgenti amore mio” racconterà l’amore profondo per la sua terra e ciò che rende la Sicilia così dolce e amara al tempo stesso.
La stagione teatrale alassina ospiterà poi lo spettacolo Dona Flor e i suoi due mariti (10 marzo), un affresco corale, liberamente tratto dal capolavoro di Jorge Amado, capace di sprigionare incandescente ilarità e poesia visionaria. La trasposizione teatrale, fedele allo spirito dell’autore, è un’esilarante e struggente metafora di segreti desideri dell’animo umano.
A chiudere il cartellone sarà, infine, l’opera il Barbiere di Siviglia (18 marzo) di Gioachino Rossini, in un allestimento che evidenzia la follia presente nel libretto e nella musica del compositore, il gioco inaspettato del caso e il costante “colpo di scena”.

c.s.

Da www.Savonanews.it  del 03 Dicembre 2009

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