mercoledì 9 dicembre 2009

Da gennaio il gas più caro del 3% . Schiaffo da 30 euro



Dopo un anno di cali tornano a salire le bollette del gas che dall’1 gennaio potrebbero registrare un aumento del 2,8%-3%, secondo le stime. Vale a dire un rincaro pari a 26-30 euro su base annua per le famiglie «tipo» (quelle con consumi pari a 1.400 metri cubi). Le previsioni sull’andamento delle tariffe nel trimestre gennaio-marzo 2010, arrivano da Nomisma Energia e dall’Adusbef, in attesa che arrivino le previsioni ufficiali dell’Authority per l’energia. Non sono previsti invece rincari per le bollette elettriche.
Secondo Nomisma il costo del gas subirà un incremento di 1,9 centesimi di euro al metro cubo (più 2,8%, a 69,4 centesimi), con un rincaro di 26 euro per la famiglia-tipo. A far riprendere la corsa alle bollette del gas gioca, ancora una volta, l’andamento del greggio che dopo mesi in caduta libera, ha ripreso quota nell’ultimo trimestre, tornando in ottobre a 80 dollari al barile. Lievemente più pessimista l’Adusbef, secondo cui il rincaro sarà del 3%, con un rincaro medio annuo per famiglia di 30 euro all’anno. Secondo l’Adusbef «dopo i ribassi il petrolio è tornato ad aumentare per le operazioni speculative e con derivati».
Dal fronte energetico provengono anche notizie meno allarmanti. Il «bilancio energetico nazionale 2008» - redatto dalla direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del dipartimento energia del ministero dello Sviluppo economico - indicano che nel 2008 gli utilizzi di energia prodotta da fonti rinnovabili hanno registrato in Italia un incremento del 18% rispetto al 2007. Stazionari i consumi da gas, mentre le rilevazioni riportano segno negativo per tutti gli altri consumi. «Il dato sull’aumento dei consumi di energia da fonti rinnovabili - ha commentato il ministro Claudio Scajola - dimostra che il Paese risponde bene all’obiettivo di una riduzione dei costi e minori emissioni di gas, con un mix delle produzioni di energia elettrica composto per il 25% da energia nucleare, il 25% da fonti rinnovabili e il restante 50% da fonti fossili, oggi all’83%».

Paolo Stefanato

Da www.ilGiornale.it  del 09 Dicembre 2009

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