sabato 12 febbraio 2011

Alassio - Melgrati: “Amareggiato per “l’accanimento terapeutico” della magistratura di Savona”

 
 L'ex sindaco di Alassio in un'immagine dell'ultima campagna elettorale per le regionali

(ndr Alassio Futura: 

Marco Melgrati lascia stare le creature innocenti e prenditi le tue responsabilità, ove ve ne sia l'occorrenza ! )


Regione.Sono amareggiato e deluso, avevo accolto serenamente, vista la mia piena fiducia nella magistratura giudicante, la sentenza del tribunale di Savona di piena assoluzione, perché sapevo in coscienza che da parte mia non c’era stato il dolo nei miei comportamenti, ma solo una dimenticanza e un errore materiale, e sono pronto a giurarlo su quanto ho di più caro, cioè sui miei figli. 
Peraltro era stata rilasciata l’autorizzazione ambientale in sanatoria perché l’intervento (lo spostamento di 30 cm. in avanti di tre abbaini) non costituiva aumento di superficie e di volume. 
Dispiace inoltre il coinvolgimento del mio cliente anche nell’appello, che nulla poteva sapere che non aveva alcuna colpa nel mio errore materiale, come ho già ampiamente dichiarato durante l’udienza”. 
A dirlo è il consigliere regionale Marco Melgrati in merito alla vicenda in cui era rimasto coinvolto dopo la denuncia scattata per l’attività professionale svolta da Melgrati in qualità di architetto, con una comunicazioe errata fornita in merito ad una variante del progetto di recupero di un sottotetto sottoposto a vincolo in via Napoleone.
Il 23 novembre scorso venivo assolto, perché il fatto non costituisce reato, dall’accusa di falso per un palese errore materiale, ampiamente documentato. 
Errore materiale che, se commesso da un qualunque professionista, sarebbe passato inosservato alla magistratura savonese, ma io ero il Sindaco di Alassio del Pdl e quindi bisognava puntare l’indice! 
Questo “fumus persecuzionis” e ”accanimento terapeutico” nei miei confronti è veramente incredibile; ancora più grave è sostenere che la sentenza del Giudice monocratico del Tribunale di Savona sia profondamente errata, smentita dalle risultanze processuali”, come riportato nelle motivazioni di appello alla sentenza.
Il fatto poi che si critichi la sentenza, perché la motivazione  “consta meno di una pagina ed è pure sorprendentemente carentelascia allibiti; quanto bisogna scrivere in una sentenza per capire che non c’è il dolo in un atto per soddisfare la Procura di Savona?    
O forse, nemmeno un trattato di mille pagine sul dolo sarebbe bastato a soddisfare il giustizialismo della Procuraprosegue Melgrati.
La cosa che dispiace di più di un cittadino che si sottopone al giudizio della legge è questo conflitto tra magistratura inquirente e giudicante peccato che la legge, voluta dal Pdl,  che impediva l’appello se la sentenza di primo grado era favorevole, cioè terminava con l’assoluzione, sia stata giudicata non legittima. 
Per non parlare della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda del Grand Hotel, perlomeno fantasiosa, per concorso morale in abuso edilizio. 
Voglio ricordare che per il Grand Hotel è stato rilasciato il Permesso a costruire in sanatoria, e che quindi il reato penale per chi ha fatto i lavori, non certo per me,  è derubricato in sanzione amministrativa…ma per me l’importante è che il Grand Hotel, dopo 40 anni di abbandono, sia aperto e funzionante, e ci vedremo in tribunale il 30 marzo pel l’udienza preliminare per il concorso morale in abuso edilizioconclude il consigliere regionale.


Da www.ivg.it  del 12 Febbraio 2011

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