sabato 5 febbraio 2011

Montecarlo, il broker e i soldi all’uomo di Fini

Nell'immagine piccola l'on. Gianfranco Fini e sullo sfondo la casa dello 

scandalo di Montecarlo

Un’inchiesta di Panorama rivela: alcune società legate al finiano doc Proietti Cosimi avrebbero ricevuto 600mila euro dalla Atlantis. Ovvero, la holding del gioco d’azzardo controllata anche da Walfenzao, il regista delle offshore di Tulliani

 

di Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Roma - Ricordate James Walfenzao? È il consulente olandese che l’11 luglio 2008 firma per conto della off-shore Printemps il contratto d’acquisto da An della casa nel Principato, quella che Fini aveva ereditato per la «buona battaglia» dalla contessa Colleoni.     
Walfenzao sembrava solo uno dei tanti professionisti (come Tony Izelar e Suzi Beach) coinvolti nell’affaire per creare un sistema di scatole societarie e nascondere il reale acquirente. Ossia quello che secondo le autorità di Saint Lucia (dove Printemps e Timara hanno sede) altri non è che il «cognato» di Fini, Giancarlo Tulliani.
Sempre Walfenzao è l’uomo al cui domicilio di Montecarlo Tulliani, come ha dimostrato il Giornale all’inizio dello scorso autunno, domicilia le bollette delle utenze della casetta monegasca.


Il cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, mentre lava la sua Ferrari a Montecarlo

Ma il suo ruolo non si ferma qui. 
Perché sempre Walfenzao, tramite la stessa società che ha «battezzato» le due off-shore (la Corporate agents St Lucia ltd), controlla la Uk Atlantis holding, plc. che a sua volta controlla parte dell’Atlantis World Group, il colosso dei casinò (e, in Italia, del gioco legale) guidato dall’imprenditore, vicino ad An, Francesco Corallo.    
Quando il link è emerso ha subito dato da pensare, anche perché nel 2004 Gianfranco Fini, insieme all’ex moglie Daniela Di Sotto e al fedelissimo segretario (due anni dopo entrato in Parlamento) Francesco Proietti Cosimi, detto «Checchino», andò in vacanza proprio a Saint Marteen, Antille Olandesi, dove la Atlantis ha la sua base, finendo immortalato a cena proprio nel ristorante di uno dei casinò del gruppo.
Possibile che l’apparizione di Walfenzao nella compravendita dell’appartamento, 4 anni dopo, fosse solo un caso? In che modo Tulliani, che Fini stesso indica come colui che reperisce l’acquirente, entra in contatto con il broker dei Paesi Bassi?  
Ora le domande si moltiplicano.
Perché nel numero in edicola, il settimanale Panorama racconta come una carrettata di soldi, più o meno 600mila euro, siano transitati tra il 2006 e il 2010 dal gruppo Atlantis a «società e associazioni collegabili al segretario particolare di Fini», ossia «Checchino» Proietti. 
Quest’ultimo è stato accostato alla Atlantis non solo per quella cena del 2004, ma anche perché nel 2005 viene intercettato dalla procura di Potenza mentre promette al Gruppo un intervento con il presidente dei monopoli di Stato per sanare il rischio che la società venisse fatta fuori dal business, a causa di problemi tecnici nel mettere online le sue «slot».
Ora saltano fuori anche questi insoliti flussi di denaro ricostruiti dal settimanale.
Nel 2006, secondo Panorama, un bonifico piombato il 20 marzo in una piccola banca di Subiaco è oggetto di una «sos», la segnazione di operazione sospetta.  
Si tratta di 120mila euro destinati all’associazione culturale e ambientale «Simbruini», e l’ordinante è l’Atlantis world group of companies. 
La causale? Un «contributo organizzazione rassegna gospel». Solo che la rassegna non c’è mai stata, a quanto accertato da Panorama, che ha intervistato il sindaco di Subiaco, all’epoca capo dell’associazione. 
L’uomo, Pierluigi Angelucci, ha detto al settimanale che quell’operazione gli era stata richiesta dal segretario di Fini, e di aver consegnato i soldi, dopo averli ritirati in più tranche, proprio a Proietti, «a casa e in via della Scrofa». 
La fattura? 
Un falso, ammette lo stesso sindaco, per giustificare l’arrivo di quella sommetta. Proietti smentisce tutto, bolla come «assurde» le parole del primo cittadino. 
Ma Panorama scova altri finanziamenti, diretti dal gruppo Atlantis alla «Keis Media», società della figlia e del nipote di Checchino.
La Keis, prima di fallire a luglio 2010, aveva prodotto lo spettacolo di Loretta Goggi - Se stasera sono qui - e il musical «Robin Hood». Ricevendo per il primo due bonifici da 120mila euro da Atlantis servizi nel 2008 e nel 2009. 
E, per 100 rappresentazioni del secondo, 200mila euro dalla Bplus (nuovo nome della Atlantis servizi) nel 2010.
A che pro quei soldi dal gruppo Corallo al segretario di Fini?



Da www.ilGiornale.it  del 05 Febbraio 2011

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