Genova - Palazzo della Presidenza della Regione Liguria
Marco Melgrati (Pdl) ha illustrato un’interrogazione sul declassamento del pronto soccorso di alcuni ospedali (in particolare Albenga e Cairo Montenotte) a presidio di primo intervento ospedaliero. Presidi devono garantire la prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, per consentire il trasporto nel pronto soccorso/Dea più adeguato.
Melgrati ha chiesto chiarimenti sugli orari e ha chiesto se,
con questo declassamento, Albenga e Cairo non saranno più punti di
arrivo di tutte le ambulanze che dovrebbero portare i pazienti in
emergenza in altre strutture.
Altri chiarimenti chiesti da Melgrati
riguardano le competenze e le dotazioni.
«Si tratta di un’interrogazione datata – ha esordito Melgrati - come
è datato tutto ciò che viene discusso in Consiglio anche a causa delle
continue interruzioni dei lavori. Mi stupisco che oggi non ci sia nessun
comitato a protestare e colgo l’occasione per chiedere che sia
stabilita una norma secondo la quale le delegazioni esterne vengano
ricevute al termine delle sedute, in modo da non interrompere i lavori
dell’aula».
Tornando ai temi in discussione Melgrati ha sottolineato:
«E’ incredibile che la maggioranza abbia ammesso che il fondo sanitario
sia rimasto invariato, è un miracolo ascoltare i consiglieri di
maggioranza che ammettono code interminabili per diagnosi importanti,
anche per persone affette da patologie oncologiche. Quello che
denunciamo da tempo, oggi viene finalmente ammesso. Quanto
all’interpellanza, il problema di trasformare i pronto soccorso in punti
di primo intervento è ormai superato dall’intenzione di spogliare
questi nosocomi delle loro stesse eccellenze: da gennaio infatti il
reparto ortopedia di Albenga sarà trasferito al Santa Corona, senza
lasciare neanche un presidio. Anche il reparto chirurgia sarà trasferito
al Santa Corona e sarà chiusa la terapia intensiva per cui ci siamo
tanto battuti.
Continuiamo a raccogliere firme, e abbiamo già superato la quota 17mila, per mantenere i servizi ad Albenga perché non ha senso smantellare un ospedale nuovo, realizzato con soldi statali e grazie ai comuni del territorio che hanno reso disponibili proprietà immobiliari. Non si può togliere al territorio di Cairo e Albenga un presidio efficiente».
Continuiamo a raccogliere firme, e abbiamo già superato la quota 17mila, per mantenere i servizi ad Albenga perché non ha senso smantellare un ospedale nuovo, realizzato con soldi statali e grazie ai comuni del territorio che hanno reso disponibili proprietà immobiliari. Non si può togliere al territorio di Cairo e Albenga un presidio efficiente».
L’assessore Claudio Montaldo ha risposto: «Chi ha detto che
il fondo sanitario è inalterato ha detto una cosa sbagliata: è diminuito
anche solo per effetto dell’inflazione. I tempi di attesa sono lunghi
per qualche prestazione, ma affermare che un malato oncologico è
costretto a liste di attesa di un anno significa dire il falso, con
l’aggravante di creare ansia ai malati affetti da queste patologie, ai
quali la sanità ligure continua a garantire tutte le cure necessarie.
Questa è una speculazione politica inaccettabile. La discussione sulla
trasformazione del pronto soccorso di Cairo e Albenga è stata sospesa su
mia richiesta, anche alla luce dei nuovi scenari nazionali.
Decideremo
in Consiglio che assetti assumere, ma si deve smettere di ragionare in
questa maniera distorta: la mentalità di Melgrati è quella che ha
prodotto i disastri che si vedono oggi nella sanità di questo Paese. Non
ci si può più permettere, e non è utile neppure ai pazienti, un
ospedale ogni 20 km che fa le stesse cose di quello vicino. Dove la
sanità funziona bene, ci sono pochi ospedali specializzati».
Riguardo all’ospedale di Albenga, Montaldo ha illustrato la sua
proposta: «Sarà riqualificato come sede di attività elettiva, d’accordo
con privati, per l’ortopedia e la chirurgia protesica, e sarà in grado
di impiantare 24 protesi a settimana. Questo ridurrà le fughe in altre
regioni e qualificherà l’ospedale. La parte traumatologica d’urgenza di
ortopedia si concentrerà al Santa Corona. Non si possono sostenere
servizi doppi a così poca distanza – ha concluso l’assessore -: per una
spesa sanitaria sostenibile, l’unica direzione è questa».
«La visione di Montaldo – ha replicato Melgrati – è nuova.
In
campagna elettorale raccontava di aver pareggiato i conti della sanità, a
un anno di distanza ci ritroviamo 150 milioni di buco. Capisco di
toccare il nervo scoperto di questa amministrazione, ma sono stati
esponenti della maggioranza stessa a dire queste cose in aula. Se
bisogna eliminare i doppioni, allora, non aveva senso avere tante
medicine concentrate a Genova».
Da www.Savonanews.it del 06 Dicembre 2011
Nessun commento:
Posta un commento