mercoledì 7 dicembre 2011

REGIONE Liguria: nell'intervento in Consiglio Regionale il Consigliere del PdL Marco Melgrati tocca un nervo scoperto sulla Sanità del Ponente ...

 

 Il consigliere regionale Marco Melgrati durante una intervsita di Primo Canale

... e manda su tutte le furie l’assessore Montaldo, che lo interrompe più volte sulla dichiarazione di soddisfazione di una interrogazione sul declassamento dei Pronto Soccorso di Albenga e Cairo Montenotte.

Ieri in Consiglio Regionale rissa verbale tra il Consigliere Marco Melgrati del P.d.L. e l’assessore Montaldo
durante la dichiarazione di soddisfazione su una interrogazione sul declassamento dei Pronto Soccorso di Albenga e Cairo Montenotte, nel citare precedenti interrogazioni, sempre sul tema della sanità in generale e nel Ponente in particolare, interrogazioni dei consiglieri di Maggioranza in Regione Capurro e Quaini, si è arrivati alla rissa verbale; l’assessore è stato richiamato più volte dal Presidente del Consiglio Monteleone per le continue interruzioni al Consigliere Melgrati; è intervenuto anche il capogruppo del P.d.L. Matteo Rosso, al quale Monteleone ha detto che il consigliere Melgrati non necessita di avvocato difensore, in quanto si difende bene da solo… Dopo il richiamo del Presidente, Melgrati ha potuto concludere… , dichiara Melgrati.

Qui di seguito l’intervento Integrale del Consigliere Regionale Melgrati del Consiglio Regionale del 6 dicembre 2011

MELGRATI : Questa interrogazione risale ai primi di luglio e riguarda il presunto declassamento dei Pronto Soccorso degli ospedali di Albenga e Cairo. Mi stupisco di riuscire oggi ad esporla e che non ci sia nessun comitato ad interrompere i lavori del Consiglio, anzi chiedo al Presidente che questa materia venga presto normata per porre fine a questa cattiva consuetudine. È giusto ascoltare le richieste di quanti vengono ad esporle qui in Regione ma mi sembra corretto che queste audizioni vengano fatte alla fine della mattinata, ala fine dei lavori del Consiglio e che questo non venga interrotto continuamente.
Dicevo, anche se datata questa iri è quanto mai attuale. Oggi però in quest’aula abbiamo assistito ad un miracolo: abbiamo appreso dai banchi della maggioranza, dopo tanto tempo, che il fondo sanitario nazionale è rimasto invariato quest’anno. Miracolo!!! E abbiamo assistito ad un altro miracolo, ascoltare dai banchi della maggioranza che ci sono code interminabili per accedere a prestazioni, a diagnosi importanti, patologie, anche tumorali, di un anno e più. Apprezziamo che anche la maggioranza denunci questa grave situazione, che noi denunciamo da tempo. Ma torniamo all’argomento della mia iri. Si chiedeva all’assessore Montaldo di rispondere a queste presunte voci sul declassamento del pronto soccorso di Albenga e Cairo a punto di primo intervento, se fossero vere e in cosa consiste un tale declassamento.
Ma credo che questa richiesta di chiarimenti sia superata dalle preoccupazioni che sono emerse in queste settimane, in questi giorni, oggi, sulla presunta intenzione di questa Giunta regionale di spogliare i presidi ospedalieri di Albenga e Cairo di quelle che sono le loro prerogative e le loro eccellenze attuali.
In particolare ad Albenga si è chiusa, di fatto, l’ortopedia, che dal primo gennaio sarà trasferita al Santa Corona, lasciando senza nemmeno un presidio ortopedico che prelude ad una disattivazione del pronto soccorso – voi sapete bene che quasi tutti  i traumi che vengono portati al Pronto Soccorso sono traumi di tipo ortopedico. Poi ancora il paventato trasferimento a Pietra Ligure del reparto di chirurgia, dove opera in modo mirabile il Dottor Falchero insieme alla sua equipe di altissima qualità, e la chiusura del reparto di terapia intensiva, dopo la battaglia che io stesso ho condotto in prima linea per l’estensione della sua apertura a 7 giorni su 7, h 24. Anche quest’ultima ipotesi porterebbe presto alla chiusura del pronto soccorso, una scelta scellerata, con implicazioni gravi sul territorio.
Io credo che si debbano tenere in grande considerazione le 17 mila firme che si stanno raccogliendo, e che sono in crescita, sul comprensorio albenganese, per il mantenimento dei presidi sanitari presenti e per la loro eventuale riqualificazione. Io  non credo spostare un reparto da un ospedale all’altro sia la soluzione, soprattutto da un ospedale NUOVO, dove la Regione non ha messo 1000 lire per la sua realizzazione, il cui costo è stato sostenuto dallo Stato e dai Comuni, che hanno messo a disposizione le loro proprietà passate all’Asl, i Comuni di Alassio, Albenga e Cisano sul Neva. I risparmi vanno fatti ma altrove, non si può lasciare senza un presidio efficienti due ambiti importantissimi come quello Ingauno e quello Valbormidese con il loro indotto territoriale. 

MONTALDO: Volevo confortarla consigliere Melgrati perché qualche volta anche i consiglieri di maggioranza sbagliano. E se in sede di replica affermano che il fondo nazionale per la sanità, e io non potevo replicare, me ne ha dato l’occasione lei, del 2011 è stato inalterato, è vero se si guarda quello del 2010, e già in questo c’è una diminuzione, comunque quello del 2010 era stato fortemente ridimensionato rispetto a quello del 2009, dove noi abbiamo avuto meno risorse, quindi il cons. Capurro ha commesso un piccolo errore nella sua valutazione.
La seconda considerazione riguarda le liste d’attesa: è vero che per qualche prestazione i tempi sono lunghi però onestamente, anche a tutela dei cittadini, di quello che trovano, credo non si affermare che per un tumore, per un problema oncologico si aspetta un anno, perché è una cosa assolutamente falsa e dirlo può gettare nello sconcerto cittadini che si trovano in un momento di grande fragilità, credo che queste siano speculazioni di livello, mi consenta, non accettabile.
Infine, sulla questione del pronto soccorso di Albenga e di Cairo, è un provvedimento all’attenzione del Consiglio, di cui abbiamo sospeso la discussione su mia richiesta per poterne discutere contestualmente anche alla luce dei processi di riorganizzazione che stiamo valutando e in questo senso lo faremo, io penso, a breve, dopo la sessione di bilancio, in questo Consiglio, e deciderà il Consiglio quali sono gli assetti che si vanno ad assumere. Però la cosa che non possiamo più fare è operare seguendo i ragionamenti che lei ha proposto, che sono parte di quelle cose che hanno prodotto in questo paese dei disastri incalcolabili con i quali ora si fanno i conti. Ed è il fatto che non è indifferente se a distanza di 10 km abbiamo due reparti che fanno le stesse attività, non si può più consentire nel sistema sanitario ligure ne in quello di altre regioni, laddove hanno fatto cose più avanzate in questa direzione stanno meglio di noi. Per cui noi abbiamo definito un’idea che è quella di avere a Savona due grandi ospedali, San Paolo e Santa Corona, con funzioni in parte analoghe, perché si rivolgono a territori che hanno circa 130-150 mila abitanti ciascuno, e che hanno poi delle specializzazioni anche di livello regionale per S. Corona, tutto il tema della traumatologia. E abbiamo in questo contesto pensato di qualificare l’ospedale di Albenga su una attività elettiva, con la collaborazione di un soggetto privato, per la ortopedia e la protesica, che è partita da una settimana, che è in grado di fare 24 protesi alla settimana, che è un numero molto alto, che ci ridurrà le fughe, che qualifica questo ospedale, insieme naturalmente ad altre cose che ci sono. È chiaro che l’ortopedia si concentra per la parte traumatologica di urgenza su S. Corona, che è un centro di livello regionale e nazionale, e quindi in questo senso il doppione di Albenga era tale, cioè un doppione che si va a superare. L’ospedale di Albenga avrà quindi una riqualificazione forte sul piano dell’attività elettiva. Perché tutto doppio non si può più tenere. Era sbagliato anche prima tenere, era anche frutto di spinte locali, di sedimentazioni nel tempo, ma oggi si rende necessario fare i conti con la sostenibilità della spesa sanitaria, delle risorse disponibili, bisogna scegliere decisamente in questa direzione.

MELGRATI: Chiaramente l’assessore ha una visione particolare che è una visione nuova perchè ci stupiamo che fino all’anno scorso questi problemi non esistevano, eppure l’assessore è tale da almeno 6 anni in questa Giunta regionale. Parla di una riduzione dal 2010 rispetto al fondo sanitario regionale rispetto al 2009, ma in campagna elettorale ci avete raccontato che il bilancio della sanità era in pareggio, oggi, ad un anno di distanza, ci troviamo con un buco di 150 milioni: o ci raccontavate delle balle prima, o ci avete nascosto qualche cosa. Questi sono i risultati: ce lo dice lei che dobbiamo vendere i plessi ospedalieri per fare cassa, per ripianare il buco. E siccome il fondo sanitario nazionale non è cambiato, lo diceva il collega Capurro prima. . . capisco il suo nervosismo, io però assessore non l’ho interrotta mentre parlava, io dico la mia lei dice la sua, mi lasci concludere
 Capisco che l’assessore sia nervoso, perché quando si tocca un nervo scoperto, che è la sanità, il 90% del bilancio della Regione, capisco che ci si agiti, però questa è la realtà dei fatti. Dispiace ancora di più all’assessore, mentre a noi ci conforta, quando a toccare questo nervo scoperto sono due autorevoli rappresentanti della maggioranza, il cons. Capurro e il presidente della III commissione Quaini.
Ha ragione l’assessore, non è giusto fare doppioni, e forse era giusto anche sei anni fa pensare di non fare questi doppioni, ma era giusto anche non avere nella provincia di Genova 15 reparti di medicina, di cui uno solo raggiunge i parametri previsti dall’Agenzia Agenas e che sapete bene essere da 24 a 32 posti letto; noi abbiamo delle realtà a Genova dove ci sono reparti con 6 letti, però c’è un primario, però c’è una struttura complessa, c’è un servizio ma ci sono anche degli sprechi.
E allora, caro assessore, io non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta e rimaniamo in attesa e vigiliamo per il pronto soccorso di Cairo Montenotte e di Albenga e speriamo che i consiglieri di maggioranza che sono sul territorio della provincia di Savona siano con noi per questa battaglia, che non è una battaglia per continuare o perpetuare gli sprechi
è una battaglia di civiltà per dare ai nostri cittadini del comprensorio quelli che sono i servizi minimi, non i doppioni, ma i servizi minimi, e i pronto soccorsi nei plessi di Albenga e Cairo sono servizi minimi essenziali indifferibili


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