Da alcuni anni sempre parte della "regia" di importanti progetti, dalla diga alle discariche "Boscaccio" e "Bossarino" e, da ultimo, poche settimane fa anche il progetto del rigassificatore. Dalla sinistra di governo, in una cittadina, quella di Vado, a vocazione Pci, a discepola del governatore di centro-destra Giovanni Toti.
Tutte le strade portano a Vado. Almeno in
Liguria, di sicuro sul versante dei più importanti processi di
trasformazione - economici, infrastrutturali, ambientali - in atto
oppure in cantiere in regione. Ma la nomina della sindaca del comune
alle porte di Savona, Monica Giuliano, a commissaria della nuova Agenzia
regionale per i rifiuti ha più piani di lettura, tutti intrecciati.
C'è
un livello amministrativo, innanzitutto. Vado ospita già due discariche
importanti nel ciclo di rifiuti della Liguria, Boscaccio e Bossarino. E
la Sat (Servizi territoriali ambientali), società partecipata dal
Comune di Vado, è l'azienda a cui la Provincia di Savona ha affidato la
gestione della raccolta rifiuti nella stragrande maggioranza dei Comuni
savonesi, fatta eccezione per il capoluogo che rientra in un altro
ambito territoriale ottimale. Chiaro che, con queste premesse, la
sindaca Giuliano abbia accumulato un'esperienza in grado di far balzare
il suo curriculum in cima alle diverse candidature sul tavolo del
governatore Giovanni Toti, che potrebbe ufficializzare la nomina con un
decreto già nella prossima settimana.
C'è
poi un piano di lettura della vicenda prettamente politico. E non
potrebbe essere altrimenti, considerata la storia - passata e recente -
del rapporto tra Giuliano e i partiti. Un po' di contesto aiuta a
comprendere la portata simbolica di una nomina che arriva a valle di un
percorso tortuoso: Vado, fino alla fine degli anni Ottanta, era un
classico comune "rosso", una roccaforte in cui il vecchio Pci a volte
superava l'ottanta per cento dei consensi. Votazioni da far impallidire
persino la canonica maggioranza bulgara. Giuliano è una delle ultime
rampolle di una sinistra vadese abituata da sempre a governare e, fino
almeno a quattro anni fa, uno dei volti nuovi del Pd savonese. La svolta
arriva a ridosso delle elezioni regionali del 2020, quando l'allora
uscente Toti viene sfidato da una coalizione giallorossa guidata da
Ferruccio Sansa. Arriva lo strappo: Giuliano dichiara pubblicamente di
non poter sostenere l'ex giornalista, ambientalista e molto critico su
temi come Tirreno Power, la centrale a carbone che fu sequestrata dalla
magistratura savonese e le cui vicende sono sfociate in un'inchiesta in
cui fu indagata - per poi veder archiviare la sua posizione - la stessa
Monica Giuliano. La prima cittadina esce allo scoperto e fa campagna
attiva per sostenere Alessandro Bozzano, ex sindaco di Varazze e
candidato nella Lista Toti. Ma qualche abboccamento con il centrodestra
era già arrivato in passato: nel 2014, quando fu eletta per la prima
volta sindaca (nel 2019 arrverà il bis), Giuliano divenne anche
presidente della Provincia di Savona, subito dopo la riforma Delrio e
l'introduzione delle elezioni di secondo livello. In quell'occasione,
l'allora forzista oggi uomo di punta di Toti nel Savonese, Angelo
Vaccarezza, ritirò la sua candidatura per il centrodestra, lasciando di
fatto Giuliano senza competitori. Una scelta dettata dalla maggioranza
schiacciante (a quel tempo) di sindaci e consiglieri comunali per
il centrosinistra, ma che inaugura una nuova stagione.
Non a caso, sempre alle provinciali, fece scalpore pochi mesi fa l'asse
tra totiani e centrosinistra. Oggi, a un anno dal voto per Vado, dopo
due mandati da sindaca Giuliano si appresta a un ruolo tecnico. E c'è da
giurarci che alle prossime comunali il centrodestra "modello Toti",
allargato al civismo, tenterà di conquistare anche uno degli ultimi
Comuni dove il centrodestra non governa ancora.
C'è
poi un terzo piano di lettura, legato al ruolo peculiare di Vado in
Liguria. È lì - a quattro chilometri al largo - che sorgerà il
rigassificatore, ed è sempre a Vado che dovrebbe finire gran parte dei
cassoni della nuova Diga di Genova. La città della centrale Tirreno
Power (ma anche della Piattaforma Maersk, che pure divise gli abitanti) è
l'emblema di una dicotomia tra diritti - quello al lavoro e allo
sviluppo, ma anche quelli alla salute e ambientali - che ha lacerato per
anni quel territorio. Il compito decisivo della nuova Agenzia regionale
dei rifiuti sarà quello di realizzare il nuovo termovalorizzatore. E,
pur davanti a un processo embrionale e tutto da definire, chissà se
anche in quel caso tutte le strade porteranno ancora una volta a Vado. —
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