giovedì 20 marzo 2025

Italia - Roma, Il 19 marzo 2025, durante una seduta alla Camera dei Deputati, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha suscitato un acceso dibattito politico attaccando il Manifesto di Ventotene, documento fondante dell'idea di un'Europa unita e federale.

                  La premier Giorgia Meloni e lo scomposto attacco al Manifesto di Ventotene

 

Nel suo intervento, Meloni ha dichiarato: "Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia", riferendosi al Manifesto redatto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni durante il confino fascista sull'isola di Ventotene. La Premier ha citato alcuni passaggi del testo, sottolineando frasi come: "La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista" e "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso".

Queste affermazioni hanno scatenato immediate e forti reazioni dalle opposizioni. Il Partito Democratico, per voce della segretaria Elly Schlein, ha accusato Meloni di "oltraggiare la memoria europea" e di tentare di "riscrivere la storia". Schlein ha sottolineato come il Manifesto di Ventotene sia riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l'Unione Europea.

Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso indignazione. La deputata Vittoria Baldino ha affermato che la Premier "non conosce la storia o la conosce abbastanza da volerla riscrivere", mentre Alfonso Colucci ha dichiarato: "Non c'è spazio in quest'aula per il fascismo".

L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) ha criticato duramente l'intervento di Meloni. Il presidente Gianfranco Pagliarulo ha dichiarato: "Ventotene è il Manifesto dell'Europa della libertà, della pace, del lavoro, dell'eguaglianza sociale, contro ogni nazionalismo. Sappiamo bene che non è l'Europa della Meloni. Infatti è la nostra idea d'Europa. È l'Europa degli antifascisti".

Secondo alcuni esponenti politici, l'attacco al Manifesto di Ventotene potrebbe essere stato utilizzato dalla Premier per distogliere l'attenzione dalle divisioni interne alla maggioranza riguardo al piano europeo di riarmo, il "ReArm Europe". La Lega, infatti, aveva espresso riserve sul progetto, negando a Meloni il mandato di approvarlo.

In conclusione, l'intervento della Presidente Meloni ha sollevato una questione delicata, toccando uno dei pilastri ideologici dell'Unione Europea e provocando una profonda riflessione sul futuro dell'integrazione europea e sui valori fondanti della nostra democrazia.

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