Dopo quello lanciato dal presidente Socco arriva l’ultimatum del sindaco Melgrati.
«Se Villanova e Laigueglia vogliono uscire dalla società Servizi comunali associati, lo facciano in fretta e poi gli chiederemo conto delle spese sostenute». Dopo l’ultimatum di Roberto Socco (presidente della Sca) all’amministrazione villanovese, ora tocca al sindaco Marco Melgrati lanciare un diktat ai due comuni aderenti all’azienda pubblica per la gestione degli acquedotti.
«O dentro o fuori», è il messaggio del primo cittadino ai colleghi Domenico Cassiano e Franco Maglione.
«Quando il sindaco Roberto Avogadro si inventò la Sca con i Comuni di Alassio, Laigueglia e Villanova per gestire il ciclo idrico integrato, peraltro con una dotazione di partenza largamente insufficiente a far partire la società con il piede giusto, pari a duecento milioni di lire, con quote societarie divise equamente secondo parametri di popolazione, territorio, utenti e servizi, gli accordi erano che gli investimenti e le spese avrebbero dovuto essere equamente ripartiti», ricorda Melgrati, prima di affondare il colpo contro i due paesi, vicini all’ingresso nel consorzio per il depuratore ingauno, visto come il fumo negli occhi dell’amministrazione del Muretto, sostenitrice del progetto per l’impianto di depurazione a Sant’Anna.
«A fronte di costi sopravvenuti e di investimenti sulle reti dei tre comuni, solo Alassio ha fatto gli aumenti di capitale che hanno portato nelle casse della Sca i denari sufficienti per farla vivere, mentre Villanova e Laigueglia hanno continuato ad usufruire dei servizi, della manutenzione ordinaria e straordinaria pagati dai contribuenti alassini. Le assicurazioni degli amministratori laiguegliesi e villanovesi, relative agli aumenti di capitale ed al pagamento delle fatture, sono state puntualmente disattese dai fatti.
Ora Alassio non vuole e non può più pagare per gli altri», conclude il sindaco.
«O dentro o fuori», è il messaggio del primo cittadino ai colleghi Domenico Cassiano e Franco Maglione.
«Quando il sindaco Roberto Avogadro si inventò la Sca con i Comuni di Alassio, Laigueglia e Villanova per gestire il ciclo idrico integrato, peraltro con una dotazione di partenza largamente insufficiente a far partire la società con il piede giusto, pari a duecento milioni di lire, con quote societarie divise equamente secondo parametri di popolazione, territorio, utenti e servizi, gli accordi erano che gli investimenti e le spese avrebbero dovuto essere equamente ripartiti», ricorda Melgrati, prima di affondare il colpo contro i due paesi, vicini all’ingresso nel consorzio per il depuratore ingauno, visto come il fumo negli occhi dell’amministrazione del Muretto, sostenitrice del progetto per l’impianto di depurazione a Sant’Anna.
«A fronte di costi sopravvenuti e di investimenti sulle reti dei tre comuni, solo Alassio ha fatto gli aumenti di capitale che hanno portato nelle casse della Sca i denari sufficienti per farla vivere, mentre Villanova e Laigueglia hanno continuato ad usufruire dei servizi, della manutenzione ordinaria e straordinaria pagati dai contribuenti alassini. Le assicurazioni degli amministratori laiguegliesi e villanovesi, relative agli aumenti di capitale ed al pagamento delle fatture, sono state puntualmente disattese dai fatti.
Ora Alassio non vuole e non può più pagare per gli altri», conclude il sindaco.
[A.F.]
Da www.LaStampa.it del 29 Novembre 2009
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