domenica 10 gennaio 2010

Albenga: prete arrestato, la Diocesi attacca la Procura


Il dott. Eraldo Ciangherotti di  "una culla per la vita"
 
Un duro attacco alla Procura della Repubblica per l'arresto di don Luciano Massaferro, 44 anni, parroco di Alassio da oltre una settimana rinchiuso in carcere a Chiavari con l'accusa di aver violentato una sua chierichetta, una bambina di 11. Lo ha sferrato la Diocesi di Albenga/Imperia oggi attraverso le colonne del giornale "Avvenire" con un articolo a firma di Eraldo Ciangherotti nella pagina curata dall'Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. 'In preghiera per i sacerdoti con i deboli, senza timori'. 
E' il titolo di apertura della pagina diocesana domenicale dell'Avvenire, a cura dell'Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali della Diocesi di Albenga-Imperia. Nell'articolo si fa riferimento alla detenzione in carcere del prete di Alassio in riferimento ad una presunta violenza sessuale su una undicenne. 'In questa triste pagina della storia di fine anno - si legge nell'articolo - tre elementi oggettivi restano fissati, ad oggi, nel cuore e nella mente. Prima di tutto l’arresto di un sacerdote, che sembra essere condannato di un reato infamante, prima ancora che le indagini siano terminate e che un rinvio a giudizio e un processo penale siano stati celebrati sul suo conto; cio' nonostante, sulle locandine alle edicole, sui quotidiani nazionali e locali, sui siti internet e social network piu' diffusi sono scorsi, in questi giorni, titoli strillati a mo' di sentenze con rito accelerato, tanto da suscitare seria preoccupazione e immediate prese di posizione'. Ma nell'articolo si parla anche della presunta vittima: 'Siamo stati bombardati da piu' parti, come un carosello pubblicitario, con la testimonianza di una minore, che sembrerebbe provenire da un contesto familiare noto e difficile, nel quale spesso, a detta di parecchi esperti della psichiatria infantile, ci si potrebbe convincere che sia vera una pura fantasia. In terzo luogo, abbiamo letto di una Procura della Repubblica, che ha predisposto il fascicolo delle indagini senza aver ascoltato ad oggi neppure una volta chi del sacerdote potesse conoscere, giorno dopo giorno, non solo la sua crescita spirituale ma anche le ragioni della sua vocazione. In tutto questo contesto, una sola ci pare la vera notizia, forse antipatica e fastidiosa per qualcuno: un’intera comunita' cristiana, fatta non solo di sacerdoti e suore ma anche di laici impegnati e ai margini, e' uscita fuori forte e determinata nella solidarieta', pronta e disponibile a discernere sempre il bene dal male e che, fino a prova contraria, stando agli elementi emersi, non solo non puo' condannare il sacerdote ma pure prega con carita' cristiana per lui e per il disagio della minore'.


Da www.Savonanews.it  del 10 Gennaio 2010

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