Pagine

Articoli da altri blog ...

sabato 30 gennaio 2010

CHIUSA L’INDAGINE SUL GRAND HOTEL: «Processate Melgrati per abuso d’ufficio»

Alassio: la stessa accusa contestata anche 
al vice-sindaco Aicardi,
all’assessore all’ambiente Salvo 
e ai tecnici Lagasio e Dotti

SAVONA. Abuso d’ufficio in concorso per quanto riguarda tutte le violazioni inerenti gli abusi edilizi commessi nella trasformazione del Grand Hotel di Alassio, in riferimento ad alcune delibere.
È la contestazione definitiva, anche se estremamente articolata, mossa al sindaco Marco Melgrati, al suo vice, Gianni Aicardi, all’assessore all’ambiente Marco Salvo, all’ex dirigente Giuseppe Lagasio e al commissario per la sorveglianza dei lavori nominato dal comune Gianpiero Dotti.
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato nei giorni scorsi ai diretti interessati ed ha rappresentato in sé una piccola sorpresa.
Nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi in atto d’ufficio nella pratica edilizia era stata infatti indagata l’intera giunta comunale alassina per aver votato un paio di delibere in linea tecnica sui lavori. Sentiti dagli uomini della polizia giudiziaria tutti gli assessori  (FabrizioCalò, Rocco Invernizzi, Piero Rocca, Loretta Zavaroni e Monica Zioni) avrebbero fornito la loro versione dei fatti. A distanza di oltre un mese da quella tappa giudiziaria, l’inchiesta ha conosciuto finalmente il primo punto fermo e buona parte della Giunta ne è rimasta fuori. La posizione dei cinque assessori non è stata ancora archiviata, ma nell’avviso di conclusione delle indagini la procura non ne ha fatto cenno. Prevedibile, a meno di sorprese, la loro esclusione di responsabilità.
Sindaco, vice sindaco, assessore e tecnici sono invece finiti nei guai perché per motivi differenti sarebbero stati a conoscenza dei vincoli ambientali a cui era sottoposta l’opera , consentendo ugualmente alla Conicos, oggi Fincos,di effettuare i lavori di variante dell’operazione. In sostanza politici e tecnici avrebbero approvato i lavori pur essendo a conoscenza dei problemi.
Cosa che invece, la procura non è riuscita a dimostrare per Calò, Invernizzi, Rocca, Zioni e Zavaroni che, nonostante l’approvazione della prima delibera del 2003, sapessero di eventuali violazioni.
Dopo il rinvio a giudizio di Giorgio Vinai, Stefano Bongiovanni e Giovanni Botta per i reati edilizi, sembra essere arrivato il momento anche della conclusione dell’inchiesta sul filone della pubblica amministrazioneriferita al Grand Hotel. Una pratica che ha lasciato parecchi strascichi penali e che ha portato ad una pratica di sanatoria (costata oltre 200 mila euro) per quanto riguarda gli abusi e il centro di talassoterapia, che alla fine ha reso possibile il proseguimento di parte dei lavori e la speranza del sindaco Melgrati di riaprire la struttura alberghiera dopo «quarant’anni di degrado».
Per quanto riguarda la situazione interna sono in corso alcune sistemazioni di ripristino da parte dell’azienda costruttrice per quanto riguarda gli abusi, mentre l’autentico buco nero ancora da illuminare riguarda piazza Partigiani, con la realizzazione del parcheggio interrato già in parte utilizzato e per la quale è stata aperta un’inchiesta per abusi edilizi. Quel filone d’indagine non può fare a meno di andare a toccare anche l’aspetto della vicinanza della struttura al rio Cardellino, in presunta violazione delle norme provinciali in materia di piano di bacino e normative simili.

GIOVANNI CIOLINA

Da www.ilSecoloxix.it  del 30 Gennaio 2010

Nessun commento:

Posta un commento