Il presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi
Roma, 19 gen. (Adnkronos) - Rush finale per la scelta del candidati del Pdl alle Regionali. Mancano all'appello Campania e Puglia. Silvio Berlusconi vuole chiudere al piu' presto, possibilmente domani sera, quando ci sara' l'ufficio di presidenza del partito convocato a palazzo Grazioli nella sede del cosiddetto parlamentino alle 19.30.
Il suo obiettivo e' partire subito con la campagna elettorale con programmi concreti da presentare agli elettori, bruciando il centrosinistra sin dall'inizio. Ma sulla strada c'e' sempre il nodo dell'Udc e difficilmente si riuscira' a trovare la quadra sulle ultime due caselle strategiche ancora libere. Mentre per la corsa a palazzo Santa Lucia, infatti, e' attesa solo l'ufficializzazione del socialista Stefano Caldoro, sembra ancora in alto mare la scelta per il governatore pugliese (nelle ultime ore sta prendendo sempre piu' corpo l'ipotesi di una 'candidatura interna').
Il Cavaliere non ha cambiato idea sulle 'alleanze a macchia di leopardo' del partito di via dei Due Macelli.
Considera questa strategia inaccettabile, perche' fa perdere consensi, mentre il Pdl, secondo gli ultimi sondaggi, e' in grado di vincere facendo a meno dell'appoggio di Pier Ferdinando Casini. Nella maggioranza, dunque, le acque restano agitate a causa della variabile centrista. La Lega non nasconde tutte le sue perplessita' (ieri Umberto Bossi ha detto ''no ad intese con Casini nel Nord''), mentre il Popolo della liberta' si divide tra chi non ha mai visto di buon occhio assi con Casini e chi considera determinante il sostegno centrista in alcune realta' locali e vuole evitare passi falsi in vista di un voto delicato come quello di marzo per la tenuta della coalizione.
Ad agitare i sonni del centrodestra e' anche il caso Lazio. Secondo le indiscrezioni circolate oggi in ambienti parlamentari, il Cavaliere non avrebbe gradito le modalita' dell'accordo siglato con Casini su Renata Polverini.
I 'falchi' azzurri del Pdl, sarebbero pronti a riaprire i giochi se non ci sara' anche un via libera formale da parte dei vertici di Fi sul nome del leader dell'Ugl. Ma fonti autorevoli del partito assicurano che alla fine tutto rientrera'. Anche perche', rompere adesso con l'Unione di centro sulla Polverini gradita a Gianfranco Fini, significherebbe rompere il patto con il presidente della Camera per una maggiore concertazione reciproca siglato durante l'ultimo colloquio a Montecitorio.
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