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martedì 19 gennaio 2010

ROMA - Casilino 900, via allo sgombero dei rom Alemanno: seguiremo la loro integrazione


Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno

ROMA (19 gennaio) - Intorno alle 10 di questa mattina una ruspa ha demolito la prima baracca al campo nomadi Casilino 900, uno tra i più grandi insediamenti d'Europa, dando ufficialmente il via all'operazione di trasferimento di un primo gruppo di abitanti. La Croce Rossa ha riferito che circa una cinquantina di persone, in gran parte bosniaci, hanno lasciato il campo per essere trasferite nelle strutture attrezzate di via di Salone. Poi il trasferimento nel Centro di Accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto.


Alle operazioni era presente anche
il sindaco di Roma 
Gianni Alemanno:

«È una giornata epocale per Casilino 900, sono quasi commosso», ha affermato appena giunto al campo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il primo cittadino della Capitale ha ricordato il lungo cammino intrapreso in questi ultimi due anni. «Attraverso un dialogo condiviso possiamo iniziare lo sgombero - ha aggiunto - che terminerà entro l'inizio di febbraio. Porteremo le famiglie in campi attrezzati dove potranno iniziare un percorso di legalità e inserimento al lavoro: alla fine prevarrà la solidarietà e la legalità. Noi vogliamo che entro quest'anno non esistano più campi nomadi abusivi e tollerati e tra qualche anno neanche tutti gli altri».

Nei prossimi giorni proseguirà il piano di trasferimenti. Per il primo gruppo sono state approntate circa 40 abitazioni, tutte munite di acqua calda, elettricità e bagni nel campo di via di Salone. Ad effettuare materialmente il trasferimento saranno gli operatori della Croce Rossa.

Proteste. Come era prevedibile non tutti gli abitanti erano disposti a lasciare la baracca nella quale hanno vissuto per molti anni. Un'anziana donna ha minacciato di lanciare il «malocchio contro chiunque si fosse avvicinato» alla sua abitazione. Dopo circa due ore di trattative la donna, grazie anche all'intervento del figlio, ha deciso di farsi accompagnare dal personale Cri verso il pullman. C'è anche chi ha scelto di buon grado la nuova destinazione. «Basta con il fango e la sporcizia, vogliamo un futuro migliore per i nostri figli - ha detto Hakisa, uno dei capifamiglia bosniaci - Tutta l'Europa giudica questo posto una vergogna, vivo qui da anni, ho sei figli tutti nati a Roma e la sera eravamo costretti a farli studiare con le candele accese».

Ciocchetti: il comune di Castelnuovo doveva essere avvertito. «Si continua a giocare a Risiko con i campi nomadi - ha detto, in una nota, il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti - senza contemplare le volontà dei singoli Municipi e delle comunità locali come in questo caso è capitato per il Comune di Castelnuovo».

Critiche anche dal Pd. «Comunità di Rom e sinti costrette ad un tour per i campi della città - ha dichiarato Daniele Ozzimo, consigliere Pd del Comune di Roma e vicepresidente della Commissione Politiche Sociali - anni di integrazione vanificati, allargamenti privi di irrazionalità, promesse di nuovi campi di cui ad oggi non c'è alcuna traccia, dast immaginari, regolamento prefettizio non pervenuto, dispersione nella città di nomadi presenti in insediamenti abusivi, se questo è il piano nomadi che ha in mente la Giunta Alemanno forse sarebbe meglio provare a riscriverlo».

Prefetto: trasferimento nel centro di Castelnuovo è dignitosa. «In merito alle notizie diffuse dalle agenzie di stampa sull'attuazione del piano nomadi ed in particolare con riferimento ai recenti trasferimenti presso il Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) - si legge in una nota del Commissario Delegato per l'emergenza nomadi nel Lazio, il Prefetto Giuseppe Pecoraro - si precisa quanto segue: il regolamento adottato nel febbraio 2009 dal Commissario Delegato per l'emergenza nomadi del Lazio, d'intesa con la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed il Comune di Roma, prevede che presso i campi nomadi possano essere ammessi soltanto gli stranieri che hanno titolo a restare in Italia, ossia coloro che siano in possesso di regolare permesso di soggiorno, nelle varie tipologie previste dal Testo Unico sull'immigrazione; si è quindi proceduto a sottoporre i nomadi presenti ad accertamenti individuali circa il possesso dei requisiti previsti dalla legge o, in mancanza del titolo, a ricercare le condizioni che potessero consentire, previo esame della Commissione territoriale per l'asilo, il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari; coloro che sono risultati privi di documenti hanno presentato richiesta di asilo, ben sapendo che solo proponendo tale istanza avrebbero potuto usufruire di un titolo che consentisse loro di permanere nei campi autorizzati. È chiaro che chi presenta tale domanda non può continuare a permanere in un campo autorizzato come previsto dal regolamento e viene, quindi, trasferito presso l'apposito Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo ove viene assistito in attesa dell'esame della Commissione di cui sopra. È ovvio che anche i bambini sono stati lì condotti al fine di non separarli dai propri genitori. A proposito dei minori il Comune di Roma assicurerà il servizio di trasporto per non interrompere la scolarizzazione. In tempi brevi, dai 10 ai 15 giorni, la Commissione per l'asilo esaminerà la posizione dei nomadi che hanno proposto l'istanza. In ogni caso la sistemazione presso il Cara, pur transitoria, risulta senza dubbio dignitosa, assicurando ai presenti condizioni igienico-sanitarie e di soggiorno sicuramente migliori».

Da www.ilMessaggero.it  del 19 Gennaio 2010

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