Lorena Rambaudi assessore regionale alle politiche sociali
Sulla collocazione in Liguria dei
profughi provenienti dal Nord Africa sono state presentate due
interrogazioni. Una è stata illustrata da Marco Melgrati (Pdl), il quale
ha affrontato in particolare il caso di Albenga, chiedendo chiarimenti.
In questa provincia, infatti, in un primo tempo si prevedeva che i
profughi venissero ospitati nella struttura dell’ex ospedale.
Successivamente i profughi sono stati sistemati in un residence,
nell’attesa della ristrutturazione dei locali della curia. «E’ stato
comunicato che i fondi necessari per la ristrutturazione ci sono, ma non
si capisce chi deve fare i lavori. – ha detto il consigliere – Il
Comune di Albenga si sente abbandonato. È necessario il coordinamento
della Regione». Melgrati ha anche chiesto se il numero dei profughi
resterà anche per il futuro fissato a 23».
L’assessore alle politiche sociali,
Lorena Rambaudi, ha chiarito: «la quota assegnata ad Albenga resterà
inalterata. Il Comune ci ha indicato il sito ritenuto idoneo per
l’accoglienza, i locali della curia, e noi abbiamo provveduto ad
avanzare la richiesta di finanziamento. La protezione civile in una
prima fase ha dato la priorità alla spesa corrente, alla gestione
quotidiana. Noi, nell’attesa dello sblocco della situazione e, quindi
della ristrutturazione che deve essere gestita dal Comune, il quale avrà
il dovuto rimborso, abbiamo cercato una soluzione alternativa.
Ribadisco: non è la Regione che dovrà gestire i lavori, ma il Comune che
avrà il rimborso dalla Protezione civile regionale».
Edoardo Rixi (Lega Nord) ha chiesto alla
Giunta quali azioni intenda conseguire al fine di ridurre al massimo i
problemi dell’accoglienza dei profughi e per fare luce su alcuni fatti
poco chiari. Rixi ha infatti sottolineato: «Nello smistamento dei
profughi la Giunta regionale ha ignorato il parere degli enti locali,
agendo d’autorità per non dire di prepotenza, mentre le direttive del
Ministero degli Interni indicavano chiaramente l’obiettivo della
collaborazione tra i enti locali, Regioni e Comuni». Rixi ha quindi
sottolineato che nel contesto dell’accoglienza dei profughi sembrano
essersi verificati «strani intrecci di interessi pubblici e privati, in
particolare è stato riportato un caso di un imprenditore che avrebbe
ricevuto quaranta euro al giorno di denaro pubblico per ogni profugo
sistemato dentro due suoi monolocali». A tal proposito ha sottolineato
che l’affitto di un monolocale è di circa 600 euro al mese e mentre
l’imprenditore privato parrebbe ricevere 40 euro al giorno per ognuno
dei 32 profughi; quindi il denaro pubblico intascato dal privato sarebbe
di 38.400 euro al mese. Rixi ha anche chiesto se esiste un piano
regionale per gestire eventuali nuovi arrivi o se i comuni sono lasciati
soli ad affrontare l’emergenza.
L’assessore alle politiche sociali,
Lorena Rambaudi ha risposto: «Abbiamo tentato di fare un programma
regionale, di avere una programmazione, per organizzare i 1376 posti che
dobbiamo garantire secondo il piano nazionale. Non è stato possibile
perché, nonostante i numerosi incontri, inizialmente con i Comuni sono
stati individuati solo 200 posti. Oggi garantiamo l’accoglienza a
seicento profughi. Il nostro obiettivo è un piano condiviso con i
Comuni. In questi casi, quando non c’è l’accordo, le cose comunque vanno
comunque avanti perché scatta la catena di comando della Protezione
civile e del Commissario straordinario per questa vicenda. Non è la
Regione in questi casi che decide. L’accoglienza va fatta e i posti
vanno garantiti. La diaria giornaliera fissata per l’accoglienza è stata
decisa a livello nazionale: prima era di 40 ora è 46 euro al giorno. Il
Prefetto ha adeguato tariffe».
Rixi si è detto molto preoccupato: «Già
sei mesi fa – ha detto – si era detto che si stava lavorando per varare
un piano di coordinamento con i Comuni e siamo al punto di partenza. Ha
ancora senso che se ne occupi l’assessore regionale?».
Da Albengacorsara.it del 12 Settembre 2011
Da Albengacorsara.it del 12 Settembre 2011
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