Antonio Ricci, il noto autore televisivo, con la moglie Silvia
di Luca Rebagliati e videoservizio di Valerio Arrichiello
Alassio - Rischiava di essere invaso dal cemento, ma adesso è diventato uno dei più bei giardini d’Italia e forse d’Europa,
tanto da far commuovere anche gli eredi degli Hanbury e delle altre
famiglie britanniche che di questa tenuta e della sua villa sono state
proprietarie. È ovviamente il giardino di Villa della Pergola, che da ieri e per tutta la giornata di oggi è aperta al pubblico grazie ad un’iniziativa del Fai, oltre che naturalmente di Antonio e Silvia Ricci che da qualche anno ne sono proprietari.
Sono
stati proprio il noto autore televisivo e la consorte a volere aprire i
cancelli dei giardini alla città, dopo averne voluto il recupero.
«Anche questa in fondo è stata una provocazione – ha detto Ricci rispondendo alle provocazioni di Moreno Morello -
se fosse andata all’asta chissà cosa ne sarebbe stato. Invece si è
presentata questa occasione e abbiamo deciso di buttarci, perché abbiamo
visto tutto quello che stava succedendo in Liguria. Abbiamo sentito la
necessità di fare qualcosa per questa terra che è stata massacrata dal cemento e che se adesso ha una tregua è solo per la crisi».
Ricci è orgoglioso di questa sua “provocazione” da qualche milione di euro, e i risultati non sembrano dargli torto. Varcare l’arco di Villa della Pergola significa
attraversare una sorta di soglia spaziotemporale. La Alassio balneare
del terzo millennio è lontanissima, cinquecento metri più in giù, mentre
qui è tutto diverso.
È, in sostanza, come era ai tempi dei Mc Murdo, che realizzarono la villa, il villino e il giardino, degli Hamilton-Darlymple
che ampliarono la vasta collezione di piante perfezionando
l’architettura del giardino, e naturalmente degli Hanbury. Se non fosse
per la piscina a servizio del Relais oggi ospitato dalla villa e per
qualche prato che ha sostituito qualche spiazzo ghiaioso, ci si potrebbe
quasi lasciar prendere dalla suggestione di rivedere ancora Ruth,
l’ultima degli Hanbury a vivere qui.
Ed una sensazione simile deve averla avuta Caroline Hanbury,
presente all’inaugurazione di ieri mattina accanto agli eredi delle
altre famiglie che sono state proprietarie o che hanno vissuto nella
tenuta e nelle sue dimore. «Quello che è stato fatto in questo giardino è un miracolo –
ha detto prima di interrompersi per la commozione - perché ha fatto
rivivere le memorie della mia famiglia. Qui e a Ventimiglia ci sono
molte delle nostre memorie».
Presenti e commossi anche gli eredi dei Mc Murdo e degli Hamilton-Darlymple.
Non ha invece vissuto nella villa ma nel villino Patrick Matthiesen,
che ricorda con gioia quei 21 anni e snocciola ad uno ad uno i nomi dei
giardinieri dell’immediato dopoguerra. «Mi hanno insegnato le prime bestemmie in italiano»,
spiega ridendo. È lui che ha accompagnato Antonio e Silvia Ricci nel
primo sopralluogo nel giardino, aiutandoli a ricostruire gli ambienti di
allora.
E mentre si disquisisce di sentieri e fontane e soprattutto di boschetti di palme, agrumeti e della più grande collezione esistente in Europa di Agapanthus,
Antonio Ricci deve insignire il capo giardiniere Stefano del titolo di
divoratore di punteruolo rosso per non perdere il confronto in fatto di
humour con l’ambasciatore britannico Christopher Prentice.
«Invitare l’ambasciatore inglese è sempre una cosa terribile – ha detto
il diplomatico riferendosi alla giornata piovosa - perché porta sempre
con sé il clima inglese». E poi tutti a visitare il giardino.
Nel video Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai, Vittorio Brumotti, biker inviato di “Striscia la Notizia” e Caroline Hanbury, discendente della famiglia inglese proprietaria in passato dei giardini
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