domenica 30 dicembre 2012

Roma - Addio al premio Nobel Rita Levi Montalcini. Il peggioramento delle condizioni intorno alle 14, inutile la chiamata all'ambulanza

 
 Rita Levi Montalcini, a Stoccolma nel 1986,  riceve il premio Nobel 
da re Carlo Gustavo di Svezia


E' morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina, morta nella sua abitazione a Roma, aveva 103 anni. La notizia del decesso è stata verificata anche dalla Questura di Roma.
La senatrice a vita è morta intorno alle 14 nella sua casa in via di Villa Massimo, in una zona residenziale di Roma a due passi da Villa Torlonia
La scienziata era con alcune persone care che, accortesi del peggioramento delle sue condizioni di salute, in un primo momento - come è stato riferito da loro stessi - hanno chiamato un'ambulanza per portarla alla vicina clinica Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando e il premio Nobel si è spenta nella sua abitazione.
"E' un faro di vita che si è spento". Così Piera Levi-Montalcini, nipote di Rita Levi Montalcini, consigliere comunale a Torino nel gruppo dei Moderati. Piera è in viaggio in treno verso Roma. "Si è spenta come si spegne un faro. Per fortuna non ha sofferto".

COLLABORATORE, NGF AVRA' SVILUPPI CLINICI - Il fattore di crescita neuronale (Ngf) scoperto dalla Montalcini avrà un futuro per arginare le malattie degenerarive del cervello, come l'Alzheimer. Ne è sicuro Luigi Aloe, uno dei ricercatori che ha lavorato gomito a gomito per 40 anni con il premio Nobel e ha firmato alcune degli studi più importanti con la scienziata italiana. " Ho cominciato a collaborare con la professoressa Monalcini negli Stati Uniti quando ero un tecnico di laboratorio - racconta Aloe - e solo dopo alcuni anni mi sono laureato. Per me Montalcini è stata una grande donna e scienziata capace di parlare con tutti, dalle persone più umili a quelle più colte e potenti. Lavoratrice instancabile aveva un costante desiderio di scoprire qualcosa di utile e aveva la capacità di lavorare in rete con molte persone. Credo - conclude Aloe - che la molecola che le ha valso il Nobel avrà importanti sviluppi per alcune malattie della senescenza e della vista".

Da www.Ansa.it del 30 Dicembre 2012

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