Claudio Scajola durante un'udienza del processo che si tiene a Reggio Calabria
Un’udienza quella di oggi che ha infatti, riguardato esclusivamente le posizioni dei due imputati Rizzo e Politi e che ha visto inoltre, rimandare a lunedì prossimo la deposizione del teste Striano, un altro investigatore della Dia appartenente al pool messo in piedi dall’Antimafia guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho.
“Io partecipo a tutte le udienze
anche se, per la verità, soltanto in alcune si parla di me. L’udienza di
oggi è tutta dedicata alle società intestate ad Amedeo Matacena prima, e
poi alla moglie, dove notoriamente io non esisto. È un ulteriore
conferma che a questo processo sono sostanzialmente estraneo. Non credo
che interessarsi, come ho fato, per far ottenere l’asilo politico dal
Libano (peraltro mai avvenuto, come risulta dagli atti) e di aver
suggerito alla Rizzo di far costituire il marito, possa considerarsi un
reato di procurata inosservanza della pena. Partecipo comunque a tutte
le udienze perché ritengo che i processi si fanno nelle aule dei
tribunali e, confesso, per cercare di capire come mai è successo tutto
questo”.
L’ex Ministro imperiese Claudio Scajola lo ribadisce con forza durante ogni udienza del dibattimento che lo vede accusato, a Reggio Calabria, insieme a Chiara Rizzo, Martino Politi e la segretaria dei coniugi Matacena-Rizzo, Maria Grazia Fiordalisi, di aver aiutato, a vario titolo, l’ex parlamentare di Forza Italia a sottrarsi a una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e nello specifico di aver progettato il suo spostamento da Dubai in Libano. Oggi dinnanzi al Tribunale presieduto dal giudice Natina Pratticò, con a latere Giorgia Castriota e Mattia Fiorentini, è proseguito il contro esame del maresciallo, Antonio Condello, uno dei tanti investigatori che ha preso parte all'inchiesta "Breakfast".
Il teste era stato chiamato, durante la scorsa udienza del 25 novembre, dal pm antimafia Giuseppe Lombardo a riferire sulla ricostruzione, secondo l'ipotesi della Procura, delle varie compagini societarie che avrebbero permesso a Matacena di occultare la sua galassia di interessi. Un meccanismo complesso e articolato che la Dia ha ricostruito anche grazie a materiale e documenti rinvenuti a casa della segretaria storica dei Matacena, Maria Grazia Fiordelisi. Come capita spesso quando i testi vengono esaminati dalle difese degli imputati, tante sono state le discrasie evidenziate dagli avvocati rispetto a quanto emerso rispetto all’esame effettuato dalla Dda reggina. Soprattutto in quello effettuato dai legali Tonino Curatola e Corrado Politi, difensori di Martino Politi, e dal legale Candido Bonaventura, difensore della Rizzo. Un’udienza quella di oggi che ha infatti, riguardato esclusivamente le posizioni dei due imputati Rizzo e Politi e che ha visto inoltre, rimandare a lunedì prossimo la deposizione del teste Striano, un altro investigatore della Dia appartenente al pool messo in piedi dall’Antimafia guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho.
“Sono lieto - ha infatti detto Scajola - di aver verificato un calendario di udienze serrato da qui alla prossima primavera”. Ed è passato più di un mese da quando l’ex ministro ha riacquistato la libertà. L’undici novembre scorso infatti, il Collegio ha dichiarato la scadenza della misura a cautelare a suo carico. Dopo essere stato arrestato nel maggio del 2014, nei mesi scorsi come misura cautelare era stata disposta quella dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, ossia Imperia. Da più di un mese quindi l’ex ministro dello sviluppo economico, difeso dai legali Giorgio Perroni, Elisabetta Busuito e Patrizia Morello, è arrivata la libertà. La Procura reggina, rappresentata dal pm antimafia Giuseppe Lombardo, non ha chiesto il rinnovo dei termini della custodia domiciliare ad Imperia e quindi sta seguendo il processo da imputato a piede libero.
“A me interessa unicamente - ha dichiarato Scajola- che nel tempo più breve il processo finisca”. Gli abbiamo chiesto inoltre, quali sono i suoi programmi per le festività natalizie e come affronterà questo periodo: “Il Natale, come sempre, lo passerò in famiglia. A Capodanno invece, andrò in montagna con mia moglie. Mia moglie ha sofferto come me e più di me”.
Da www.Sanremonews.it del 18 Dicembre 2015
L’ex Ministro imperiese Claudio Scajola lo ribadisce con forza durante ogni udienza del dibattimento che lo vede accusato, a Reggio Calabria, insieme a Chiara Rizzo, Martino Politi e la segretaria dei coniugi Matacena-Rizzo, Maria Grazia Fiordalisi, di aver aiutato, a vario titolo, l’ex parlamentare di Forza Italia a sottrarsi a una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e nello specifico di aver progettato il suo spostamento da Dubai in Libano. Oggi dinnanzi al Tribunale presieduto dal giudice Natina Pratticò, con a latere Giorgia Castriota e Mattia Fiorentini, è proseguito il contro esame del maresciallo, Antonio Condello, uno dei tanti investigatori che ha preso parte all'inchiesta "Breakfast".
Il teste era stato chiamato, durante la scorsa udienza del 25 novembre, dal pm antimafia Giuseppe Lombardo a riferire sulla ricostruzione, secondo l'ipotesi della Procura, delle varie compagini societarie che avrebbero permesso a Matacena di occultare la sua galassia di interessi. Un meccanismo complesso e articolato che la Dia ha ricostruito anche grazie a materiale e documenti rinvenuti a casa della segretaria storica dei Matacena, Maria Grazia Fiordelisi. Come capita spesso quando i testi vengono esaminati dalle difese degli imputati, tante sono state le discrasie evidenziate dagli avvocati rispetto a quanto emerso rispetto all’esame effettuato dalla Dda reggina. Soprattutto in quello effettuato dai legali Tonino Curatola e Corrado Politi, difensori di Martino Politi, e dal legale Candido Bonaventura, difensore della Rizzo. Un’udienza quella di oggi che ha infatti, riguardato esclusivamente le posizioni dei due imputati Rizzo e Politi e che ha visto inoltre, rimandare a lunedì prossimo la deposizione del teste Striano, un altro investigatore della Dia appartenente al pool messo in piedi dall’Antimafia guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho.
“Sono lieto - ha infatti detto Scajola - di aver verificato un calendario di udienze serrato da qui alla prossima primavera”. Ed è passato più di un mese da quando l’ex ministro ha riacquistato la libertà. L’undici novembre scorso infatti, il Collegio ha dichiarato la scadenza della misura a cautelare a suo carico. Dopo essere stato arrestato nel maggio del 2014, nei mesi scorsi come misura cautelare era stata disposta quella dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, ossia Imperia. Da più di un mese quindi l’ex ministro dello sviluppo economico, difeso dai legali Giorgio Perroni, Elisabetta Busuito e Patrizia Morello, è arrivata la libertà. La Procura reggina, rappresentata dal pm antimafia Giuseppe Lombardo, non ha chiesto il rinnovo dei termini della custodia domiciliare ad Imperia e quindi sta seguendo il processo da imputato a piede libero.
“A me interessa unicamente - ha dichiarato Scajola- che nel tempo più breve il processo finisca”. Gli abbiamo chiesto inoltre, quali sono i suoi programmi per le festività natalizie e come affronterà questo periodo: “Il Natale, come sempre, lo passerò in famiglia. A Capodanno invece, andrò in montagna con mia moglie. Mia moglie ha sofferto come me e più di me”.
Da www.Sanremonews.it del 18 Dicembre 2015

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