ALASSIOFUTURA: Genova - Regione Liguria: il processo per le " Spese Pazze " durante la precedente legislatura in cui era presidente Claudio Burlando. Al processo, per gli ex Idv ( Italia dei Valori ), Marylin Fusco e il marito Giovanni Paladini, ex deputato, chieste condanne a 4 anni e 8 mesi, mentre per Nicolò Scialfa addirittura 6 anni, la pena più severa per il preside ed ex vice-presidente della Regione, noto anche per le costose bottiglie di vino francese comprate con i soldi dei cittadini e regalate con disinvoltura ad amici e sostenitori

sabato 12 novembre 2016

Genova - Regione Liguria: il processo per le " Spese Pazze " durante la precedente legislatura in cui era presidente Claudio Burlando. Al processo, per gli ex Idv ( Italia dei Valori ), Marylin Fusco e il marito Giovanni Paladini, ex deputato, chieste condanne a 4 anni e 8 mesi, mentre per Nicolò Scialfa addirittura 6 anni, la pena più severa per il preside ed ex vice-presidente della Regione, noto anche per le costose bottiglie di vino francese comprate con i soldi dei cittadini e regalate con disinvoltura ad amici e sostenitori

Da www.ilSecoloxix.it del 12 Novembre 2016

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Elena Rede – all’anagrafe Elena Re Depaolini – artista eclettica e raffinata, già presente alla Biennale di Venezia, è figura nota nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, tanto da essere inserita fra i massimi scultori italiani nell’annuario più autorevole del settore: il Catalogo dell’Arte Moderna (Editoriale Giorgio Mondadori).Elena Rede – born Elena Re Depaolini – eclectic and refined artist, already present at the Venice Biennale, is a well-known figure on the international contemporary art scene, so much so that she is included among the greatest Italian sculptors in the most authoritative yearbook in the field: the Catalogue of Modern Art (Editoriale Giorgio Mondadori).

...........FIAT IUSTITIA et PEREAT MUNDUS........

Fiat iustitia et pereat mundus, letteralmente «Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo» era il motto di Ferdinando I d'Asburgo. La prima testimonianza della frase si rinviene nel volume Loci Communes (1563), di Johannes Manlius, che l'attribuisce all'Imperatore. La frase è impiegata da Immanuel Kant, che in " Per la pace perpetua " ne fa il motto dell’uomo politico fermo nei suoi princìpi, traducendola e commentandola così: "Regni la giustizia, dovessero anche per essa perire tutti assieme gli scellerati che esistono nel mondo ", è un principio di diritto coraggioso, che taglia le vie tortuose tracciate dall’inganno e dalla violenza...». Hegel la corresse in Fiat iustitia ne pereat mundus, vale a dire: " Sia fatta giustizia perché non perisca il mondo "

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La redazione

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