Il triplo salto mortale del figaro Conte
Quando Massimo D’Alema nel 1998 scalzò il governo Prodi
– senza passare per le urne imbarcò Mastella e i suoi prodi che
Cossiga, garante dell’operazione, chiamava gli straccioni di Valmy – e
così andò a Palazzo Chigi diventando il primo (ex) comunista a
ricoprire la carica di presidente del Consiglio, Giampaolo Pansa gli
affibbiò il nomignolo di figaro. In effetti, D’Alema la faccia
da barbiere un po’ l’ha sempre avuta e con quei baffetti da playboy di
provincia che ricordano Pino Caruso nel film La seduzione
riuscì a fare pelo e contropelo a un bel po’ di professoroni e soloni
della politica nostrana e sedusse prima di tutto sé stesso ammirando la
sua spregiudicatezza. Eppure, quella operazione con cui si sostituì
Bertinotti con Mastellotti e si partecipò, come volevano gli americani,
alle operazioni militari nella guerra del Kosovo, non è nulla rispetto
al triplo salto mortale fatto da Giuseppe Conte.
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