lunedì 16 settembre 2019

Il triplo salto mortale del figaro Conte

Quando Massimo D’Alema nel 1998 scalzò il governo Prodi – senza passare per le urne imbarcò Mastella e i suoi prodi che Cossiga, garante dell’operazione, chiamava gli straccioni di Valmy –   e così andò a Palazzo Chigi diventando il primo (ex) comunista a ricoprire la carica di presidente del Consiglio, Giampaolo Pansa gli affibbiò il nomignolo di figaro. In effetti, D’Alema la faccia da barbiere un po’ l’ha sempre avuta e con quei baffetti da playboy di provincia che ricordano Pino Caruso nel film La seduzione riuscì a fare pelo e contropelo a un bel po’ di professoroni e soloni della politica nostrana e sedusse prima di tutto sé stesso ammirando la sua spregiudicatezza. Eppure, quella operazione con cui si sostituì Bertinotti con Mastellotti e si partecipò, come volevano gli americani, alle operazioni militari nella guerra del Kosovo, non è nulla rispetto al triplo salto mortale fatto da Giuseppe Conte.

Nessun commento:

Posta un commento