L’incubo pandemia
In una società come la nostra, che studia continuamente i metodi più efficaci per procrastinare il più possibile la morte,
torna con costanza l’incubo di una pandemia che possa dimezzare
numericamente l’intera umanità. Proprio come è successo tra il 1918 e il
1920 quando la spagnola ha mietuto decine di milioni di vittime in tutto il mondo. Più terribile della peste nera
del XIV secolo, è stata la prima delle due pandemie che hanno coinvolto
il virus dell’influenza H1N1. La seconda si è scatenata in Messico nel
2009 con la “febbre suina“. Oggi a spaventare l’intero Pianeta è un altro virus proveniente dalla Cina.
Si chiama 2019-n-CoV ed molto simile alla Sars, che tra il 2002 e il
2003 ammazzò 775 persone tra le 8mila contagiate, e la Mers che negli
ultimi otto anni ha ucciso 858 pazienti dopo averne contagiati 2.500.
Numeri che, nonostante la lontanaza dei focolai, ci ricordano
costantemente la fragilità del nostro organismo e ribaltano
drammaticamente le nostre sicurezze.
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