giovedì 4 giugno 2020

Morte di David Rossi e indagini sui festini hard. La procura di Genova archivia, il mistero resta

Ricordate la storia dei presunti festini a luci rosse legati al caso di David Rossi, il responsabile comunicazione di Mps morto tragicamente il 6 marzo 2013 precipitando dalla finestra del suo ufficio? A lanciare il sasso nello stagno era stato l’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, che aveva ipotizzato che le indagini su Rossi potessero essere state insabbiate per evitare di far emergere dettagli compromettenti su personalità importanti di Siena, tra cui politici e magistrati. Del caso si era occupato il programma le Iene (Italia 1), sollevando un certo clamore, al punto che la procura di Genova aveva aperto un’inchiesta. Ora si apprende che i pm hanno chiesto l’archiviazione.

A portare l’indagine su un binario morto è stata soprattutto una cosa. Il supertestimone, l’uomo che aveva raccontato tutto alle Iene, come scrive il Secolo XIX ha ribadito di aver partecipato come escort ad alcune feste private, con annessi incontri sessuali, ma non ha saputo riconoscere con certezza i magistrati coinvolti, nonostante le foto mostrategli dai pm. Sentiti anche altri testimoni, che hanno confermato gli incontri hard. Manca dunque la pistola fumante, in grado di collegare questi episodi boccacceschi alle indagini sulla morte di Rossi.
La procura di Genova si era messa a lavoro indagando contro ignoti per il reato di abuso: voleva scoprire se i sospetti dell’ex sindaco Piccini fossero fondati o meno, cioè se qualcuno, molto influente a livello giudiziario, avesse agito per insabbiare o ostacolare l’inchiesta. Dopo gli accertamenti i pm di Genova sono arrivati alla conclusione che non vi siano elementi per procedere. Nel frattempo, dopo i servizi in tv delle Iene, i pm senesi avevano querelato Piccini per diffamazione.
L’indagine della procura di Siena sulla morte di Rossi, invece, è stata archiviata per due volte come suicidio (da due giudici diversi). La procura, per cercare di placare le polemiche sul caso, ha deciso di pubblicare online l’ordinanza di archiviazione, depositata dal gip il 4 luglio 2017.  Tra le altre cose nel documento si legge che la “procura diede avvio ad una accurata attività investigativa che normalmente non si riserva ai casi di suicidio, ma che in questo frangente era giustificata, ed anzi necessitata, dal ruolo che la vittima aveva rivestito all’interno dell’istituto bancario travolto dallo scandalo Antonveneta e da quello sui derivati”.
A distanza di sette anni dalla tragica morte del dirigente di Mps restano ancora molti dubbi, soprattutto legati al video che vi mostriamo qui di seguito.


 

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