Greta, Orlando e l’alibi green
“Un evento imprevedibile” dice Leoluca Orlando Cascio,
il trasformista, del nubifragio che ha colpito Palermo. La stessa cosa
che ebbe a dire Marta Vincenzi, sindaco di Genova. Se sono
imprevedibili, come mai si arrogano il diritto di prevedere che clima
farà di qui a 50 anni? E tutti, subito: ah, avete visto, sono i
cambiamenti climatici, è il riscaldamento globale. Ma il riscaldamento globale
nessuno l’ha visto, a marzo si sprecavano le paginate, “arriva l’estate
più torrida dall’estinzione dei dinosauri”, come ogni anno e invece è
un’estate che non c’è, una non estate, piovosa umida fresca per non dire
fredda: scrivo dal centro d’Italia e ogni sera la temperatura scende
sotto i 20 gradi e sono in riva al mare, non a tremila metri. Sarà che
aveva ragione Franco Battaglia nel ripetere che si
andava, viceversa, incontro ad un raffreddamento globale, che si era al
termine di uno di quei cicli misteriosi determinati dal sole e qualche
estate un po’ più rovente non fa testo. Sarà anche che più andiamo a
inginocchiarci “contro il riscaldamento globale”, che poi sarebbe a dire
contro il capitalismo, da superare come dice quella collezionista di
incarichi della Mariana Mazzucato, e più non rinunciamo
ai conforti della modernità capitalista come l’aria condizionata che ci
rende insofferenti ad ogni variazione termica.
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