sabato 29 luglio 2023

Italia - Vado Ligure (Savona) - Monica, la pigliatutto e la svolta nell'Agenzia per i rifiuti. La Giuliano, Sindaco di Vado, sarà commissario ligure e probabilmente lascerà il suo incarico di primo cittadino del polo portuale di Savona

Da alcuni anni sempre parte della "regia" di importanti progetti, dalla diga alle discariche "Boscaccio" e "Bossarino" e, da ultimo, poche settimane fa anche il progetto del rigassificatore. Dalla sinistra di governo, in una cittadina, quella di Vado, a vocazione Pci, a discepola del governatore di centro-destra Giovanni Toti.

 

Tutte le strade portano a Vado. Almeno in Liguria, di sicuro sul versante dei più importanti processi di trasformazione - economici, infrastrutturali, ambientali - in atto oppure in cantiere in regione. Ma la nomina della sindaca del comune alle porte di Savona, Monica Giuliano, a commissaria della nuova Agenzia regionale per i rifiuti ha più piani di lettura, tutti intrecciati.
C'è un livello amministrativo, innanzitutto. Vado ospita già due discariche importanti nel ciclo di rifiuti della Liguria, Boscaccio e Bossarino. E la Sat (Servizi territoriali ambientali), società partecipata dal Comune di Vado, è l'azienda a cui la Provincia di Savona ha affidato la gestione della raccolta rifiuti nella stragrande maggioranza dei Comuni savonesi, fatta eccezione per il capoluogo che rientra in un altro ambito territoriale ottimale. Chiaro che, con queste premesse, la sindaca Giuliano abbia accumulato un'esperienza in grado di far balzare il suo curriculum in cima alle diverse candidature sul tavolo del governatore Giovanni Toti, che potrebbe ufficializzare la nomina con un decreto già nella prossima settimana.
C'è poi un piano di lettura della vicenda prettamente politico. E non potrebbe essere altrimenti, considerata la storia - passata e recente - del rapporto tra Giuliano e i partiti. Un po' di contesto aiuta a comprendere la portata simbolica di una nomina che arriva a valle di un percorso tortuoso: Vado, fino alla fine degli anni Ottanta, era un classico comune "rosso", una roccaforte in cui il vecchio Pci a volte superava l'ottanta per cento dei consensi. Votazioni da far impallidire persino la canonica maggioranza bulgara. Giuliano è una delle ultime rampolle di una sinistra vadese abituata da sempre a governare e, fino almeno a quattro anni fa, uno dei volti nuovi del Pd savonese. La svolta arriva a ridosso delle elezioni regionali del 2020, quando l'allora uscente Toti viene sfidato da una coalizione giallorossa guidata da Ferruccio Sansa. Arriva lo strappo: Giuliano dichiara pubblicamente di non poter sostenere l'ex giornalista, ambientalista e molto critico su temi come Tirreno Power, la centrale a carbone che fu sequestrata dalla magistratura savonese e le cui vicende sono sfociate in un'inchiesta in cui fu indagata - per poi veder archiviare la sua posizione - la stessa Monica Giuliano. La prima cittadina esce allo scoperto e fa campagna attiva per sostenere Alessandro Bozzano, ex sindaco di Varazze e candidato nella Lista Toti. Ma qualche abboccamento con il centrodestra era già arrivato in passato: nel 2014, quando fu eletta per la prima volta sindaca (nel 2019 arrverà il bis), Giuliano divenne anche presidente della Provincia di Savona, subito dopo la riforma Delrio e l'introduzione delle elezioni di secondo livello. In quell'occasione, l'allora forzista oggi uomo di punta di Toti nel Savonese, Angelo Vaccarezza, ritirò la sua candidatura per il centrodestra, lasciando di fatto Giuliano senza competitori. Una scelta dettata dalla maggioranza schiacciante (a quel tempo) di sindaci e consiglieri comunali per il centrosinistra, ma che inaugura una nuova stagione. Non a caso, sempre alle provinciali, fece scalpore pochi mesi fa l'asse tra totiani e centrosinistra. Oggi, a un anno dal voto per Vado, dopo due mandati da sindaca Giuliano si appresta a un ruolo tecnico. E c'è da giurarci che alle prossime comunali il centrodestra "modello Toti", allargato al civismo, tenterà di conquistare anche uno degli ultimi Comuni dove il centrodestra non governa ancora.
C'è poi un terzo piano di lettura, legato al ruolo peculiare di Vado in Liguria. È lì - a quattro chilometri al largo - che sorgerà il rigassificatore, ed è sempre a Vado che dovrebbe finire gran parte dei cassoni della nuova Diga di Genova. La città della centrale Tirreno Power (ma anche della Piattaforma Maersk, che pure divise gli abitanti) è l'emblema di una dicotomia tra diritti - quello al lavoro e allo sviluppo, ma anche quelli alla salute e ambientali - che ha lacerato per anni quel territorio. Il compito decisivo della nuova Agenzia regionale dei rifiuti sarà quello di realizzare il nuovo termovalorizzatore. E, pur davanti a un processo embrionale e tutto da definire, chissà se anche in quel caso tutte le strade porteranno ancora una volta a Vado.

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