sabato 7 novembre 2009

ALASSIO : Albergatori in rivolta per la tassa sui rifiuti



ALASSIO CHIEDONO ALLA COMMISSIONE TRIBUTARIA DI EQUIPARARLA A QUELLA DELLE ABITAZIONI.
«La tassa sui rifiuti, per gli albergatori di Alassio, è la più cara d’Italia», a dirlo sono alcuni titolari di strutture ricettive della cittadina del Muretto. Una quarantina di loro (su 92 iscritti all’associazione albergatori) ha  presentato ricorso alla commissione tributaria di Savona per chiedere che la percentuale applicata sia pari a quella delle abitazioni.
L’amministrazione alassina, interpellata da alcuni operatori, spiega di avere problemi a coprire le spese, ma sta di fatto che la Tarsu alassina per gli alberghi è superiore del 52% rispetto a quella di Loano, di quattro volte superiore se paragonata a quanto pagano gli albergatori della vicina Laigueglia o Andora. Spostandosi nella provincia di Imperia, a Diano Marina gli hotel hanno una tassa inferiore del 60%.
«Altrove i nostri colleghi pagano meno di noi, ma non si può certo dire che paesi come Loano o Diano Marina siano sporchi, anzi sono ben tenuti e in ordine, con strade pulite e decorose. Non capisco perchè ad Alassio dobbiamo essere così tartassati», dicono alcuni albergatori. I problemi ci sono anche per gli stabilimenti balneari, che con ogni probabilità pagano ancora più degli hotel, pur non creando rifiuti tali da giustificare una percentuale alta. Ma al momento nessuno di loro ha presentato ricorso. Al contrario, gli albergatori sono scesi sul piede di guerra. Una ventina di loro hanno presentato ricorso tramite l’avvocato Fabrizio Vincenzi. «Ci possono essere i presupposti per un accoglimento dei ricorsi. Altre commissioni tributarie si sono già espresse su questi problemi. Aspettiamo e vediamo cosa succederà a Savona», spiega l’avvocato Vincenzi.
Gli albergatori chiedono che la loro Tarsu venga equiparata alla categoria abitativa. «Ad Alassio gli appartamenti pagano il 2,759% a metro quadro, gli alberghi (e le strutture ricettive in genere), il 5,524%. A Loano si paga invece il 2,42%, ad Andora l’1,94 e a Ceriale il 3,19%»  fa sapere l’avvocato che sta lavorando a questi casi da alcuni giorni. Insomma, un problema non di poco conto, in un periodo come questo dove si continua a parlare di crisi economica di cui si sente ancora lo strascico nonostante qualche economista abbia cominciato a parlare timidamente di ripresa.

Barbara Testa

Da www.LaStampa.it  del 07 Novembre 2009

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