Andrà in scena la “Cavalleria” di P. Mascagni
insieme all'intermezzo in due atti de “La Serva Padrona”
di G.B. Pergolesi
Domani ad Alassio, torna l’appuntamento con l’opera promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio.
“L'eccezionale risposta di pubblico riscontrata nelle scorse stagioni dagli allestimenti delle opere liriche “Tosca” e “Nabucco”, - dice l’assessore Monica Zioni - ci ha spinto a rinnovare la collaborazione con l'Associazione “Ritorno all'Opera” e l'Associazione “E.W. Elgar” che hanno proposto un nuovo appuntamento operistico di prestigio. Domenica, nel Palalassio L. Ravizza andrà in scena la “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni insieme all'intermezzo in due atti de “La Serva Padrona” di G.B. Pergolesi. Un programma che sono certa sarà apprezzato dai tanti appassionati di opera”.
La “Cavalleria rusticana” fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici del compositore livornese. Il suo successo fu enorme già in occasione della sua prima rappresentazione che si svolse al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi. Basti pensare che ai tempi della morte di Mascagni, avvenuta nel 1945, l'opera era già stata rappresentata più di quattordicimila volte solo in Italia. Tragedia tutta mediterranea, tratta dall'omonima novella di Giovanni Verga, l’opera ripropone una tranche de vie, basata su sentimenti, impulsi, conflitti sanguigni ed elementari, restituita come in presa diretta. L’edizione della “Cavalleria Rusticana” presentata ad Alassio raccoglie un cast di livello internazionale e di collaudata esperienza vocale e scenica. Si tratta di un originale allestimento scenografico, con preziosi costumi realizzati da “Arte scenica” di Reggio Emilia.
La regia è stata affidata a Artemio Cabassi e la direzione musicale al M° Stefano Giaroli alla testa dell'Orchestra Sinfonica dei “Cantieri d'Arte” di Reggio Emilia. Questi gli elementi essenziali che accompagneranno l'azione scenica dei cantanti protagonisti interpretati da Stefano La Colla (Turiddu), (nella foto) Olga Romanko (Santuzza), Fernando Ciuffo (Alfio), Kamelia Kader (Lola), Tania Pacilio (Mamma Lucia).
La regia è stata affidata a Artemio Cabassi e la direzione musicale al M° Stefano Giaroli alla testa dell'Orchestra Sinfonica dei “Cantieri d'Arte” di Reggio Emilia. Questi gli elementi essenziali che accompagneranno l'azione scenica dei cantanti protagonisti interpretati da Stefano La Colla (Turiddu), (nella foto) Olga Romanko (Santuzza), Fernando Ciuffo (Alfio), Kamelia Kader (Lola), Tania Pacilio (Mamma Lucia).
“La serva padrona” è un celebre intermezzo buffo di Giovanni Battista Pergolesi, composto su libretto di Gennaro Antonio Federico e rappresento la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 agosto 1733, nell’intervallo dell'opera seria “Il prigionier superbo” dello stesso Pergolesi. “La Serva Padrona” è la storia infinita del primato del cosiddetto sesso debole, della vittoria della femminilità sulla presunzione maschile, della malizia che travolge le convenzioni sociali. Ad interpretare questa chicca del panorama lirico settecentesco saranno Luca Gallo (Umberto), Silvia Felisetti (Serpina), Pierluigi Cassano (Vespone). Inizio spettacolo, alle 21.
Prezzi Platea: € 28,00 - ridotto € 25,00 • Tribuna: € 24,00 - ridotto € 20,00
La riduzione si applica a residenti, abbonati teatro, over 60, under 18.
La riduzione si applica a residenti, abbonati teatro, over 60, under 18.
Prevendite e informazioni ALASSIO: Casa del Disco - Via Vittorio Veneto, 70 - 17021 Alassio (SV) - Tel. begin_of_the_skype_highlighting 0182 640479 0182 640479
Da www.Savonanews.it del 22 Novembre 2010
CAVALLERIA RUSTICANA – trama
La scena si svolge in un paese siciliano (ispirato a Vizzini) durante il giorno di Pasqua. Ancora a sipario calato, si sente Turiddu, il tenore, cantare una serenata a Lola, sua promessa sposa che durante il servizio militare di Turiddu ha però sposato Alfio. La scena si riempie di paesani e paesane in festa, giunge anche Santa, detta Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non si sente di entrare in chiesa sentendosi in grave peccato. Entra allora in casa di mamma Lucia, madre di Turiddu, chiedendole notizie del figlio.
Lucia dice a Santuzza che Turiddu è andato a Francofonte a comprare il vino, ma Santa sostiene di aver visto Turiddu che si aggirava sotto la casa di Lola. La stessa notizia arriva anche ad Alfio, che ignaro di tutto va a trovare Lucia. A questo punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola. Egli ormai l'ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna, e che ora continua a frequentare sebbene sia sposata. Giunge dunque Turiddu che discute animatamente con Santa; interviene anche Lola che sta per recarsi in chiesa, e le due donne si scambiano battute ironiche. Turiddu segue Lola, che è sola perché il marito lavora. Santuzza augura a Turiddu la malapasqua e, vedendo arrivare Alfio, gli denuncia la tresca amorosa della moglie. Dopo la messa, Turiddu offre vino a tutti i paesani. Alfio entra nella piccola bottega e getta il bicchiere di vino in faccia a
Turiddu il quale gli morde l'orecchio sfidandolo a duello. Turiddu corre a salutare la madre e ubriaco, le dice addio e le affida Santuzza. Subito dopo si sente un vociare di donne e popolani. Un urlo sovrasta gli altri: "Hanno ammazzato compare Turiddu!".
LA SERVA PADRONA - trama
Un ricco e non più giovane signore di nome Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approfitta della bontà del suo padrone. Uberto, per darle una lezione, le dice di prendere moglie: Serpina gli chiede di sposarla, ma lui, anche se interessato, rifiuta. Per farlo ingelosire Serpina gli dice di aver trovato marito, un certo capitan Tempesta, che in verità è il servo Vespone che, travestito da soldato, chiede a Uberto una dote di 4000 scudi. Per non pagarli Uberto sposa Serpina, la quale da serva diventa padrona.
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Riassunto della trama
CAVALLERIA RUSTICANA – trama
La scena si svolge in un paese siciliano (ispirato a Vizzini) durante il giorno di Pasqua. Ancora a sipario calato, si sente Turiddu, il tenore, cantare una serenata a Lola, sua promessa sposa che durante il servizio militare di Turiddu ha però sposato Alfio. La scena si riempie di paesani e paesane in festa, giunge anche Santa, detta Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non si sente di entrare in chiesa sentendosi in grave peccato. Entra allora in casa di mamma Lucia, madre di Turiddu, chiedendole notizie del figlio.
Lucia dice a Santuzza che Turiddu è andato a Francofonte a comprare il vino, ma Santa sostiene di aver visto Turiddu che si aggirava sotto la casa di Lola. La stessa notizia arriva anche ad Alfio, che ignaro di tutto va a trovare Lucia. A questo punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola. Egli ormai l'ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna, e che ora continua a frequentare sebbene sia sposata. Giunge dunque Turiddu che discute animatamente con Santa; interviene anche Lola che sta per recarsi in chiesa, e le due donne si scambiano battute ironiche. Turiddu segue Lola, che è sola perché il marito lavora. Santuzza augura a Turiddu la malapasqua e, vedendo arrivare Alfio, gli denuncia la tresca amorosa della moglie. Dopo la messa, Turiddu offre vino a tutti i paesani. Alfio entra nella piccola bottega e getta il bicchiere di vino in faccia a
Turiddu il quale gli morde l'orecchio sfidandolo a duello. Turiddu corre a salutare la madre e ubriaco, le dice addio e le affida Santuzza. Subito dopo si sente un vociare di donne e popolani. Un urlo sovrasta gli altri: "Hanno ammazzato compare Turiddu!".
LA SERVA PADRONA - trama
Un ricco e non più giovane signore di nome Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approfitta della bontà del suo padrone. Uberto, per darle una lezione, le dice di prendere moglie: Serpina gli chiede di sposarla, ma lui, anche se interessato, rifiuta. Per farlo ingelosire Serpina gli dice di aver trovato marito, un certo capitan Tempesta, che in verità è il servo Vespone che, travestito da soldato, chiede a Uberto una dote di 4000 scudi. Per non pagarli Uberto sposa Serpina, la quale da serva diventa padrona.
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