«Depuratore a Villanova, vicinissimi all’accordo»
Vaccarezza ottimista: terremo insieme le esigenze di tutti
SAVONA. Depuratore a Villanova, si svolta: è l’ora della mediazione e delle disponibilità. Dopodomani, alle 11, a Palazzo Nervi, si terrà l’incontro tra l’assessore regionale Renata Briano, i Comuni del comprensorio ingauno e la Provincia. Un appuntamento decisivo dopo le accelerazioni delle ultime settimane.
Nell’attesa, il presidente Angelo Vaccarezza porge a tutte le parti il ramoscellod’ulivo: «Non è il momento di distribuire le colpe, ma è il momento del ragionamento. E, in attesa dell’incontro, sento di poter esprimere un sensato ottimismo». Il presidente, da buon comunicatore qual è, ha chiaro in testa che si tratta di tenere insieme obiettivi diversi «e tutti ugualmente importanti» ma, a suo avviso, niente affatto inconciliabili.
In agenda, i tempi (la volontà della Regione di fare in fretta), le dimensioni e le caratteristiche dell’impianto (l’esigenza di Villanova di non andare incontro ad un ridimensionamento del progetto nei suoi elementi di base), la sicurezza ambientale (la richiesta di Albenga di avere garanzie su un impianto che sorgerà alle sue spalle), i costi (l’intenzione della Provincia di assicurarsi tariffe adeguate per i suoi cittadini). Il tema della gestione del ciclo delle acque. Sono gli elementi che lunedì saranno sul tavolo e dovranno trovare una sintesi.
«Certo, serve una sintesi dice Vaccarezza. Forse fino a ieri c’è stata poca volontà nel trovarla. Da parte mia, potrei dire che noi questa volontà l’avevamo, altri forse un po’ meno. Ma, oggi, non è questo il punto. C’è stata una situazione molto conflittuale, ma oggi siamo molto più vicini ad un accordo di quanto sembrerebbe a leggere certe dichiarazioni sui giornali. La realtà è che abbiamo tutti la stessa visione del problema e la volontà di risolverlo».
Presidente, davvero si è a un passo da un accordo che non sarebbe eccessivo definire storico?
«A guardare dall’esterno sembrerebbe che la conflittualità sul tema del depuratore di Villanova sia ai suoi livelli massimi e che la possibilità di realizzarlo passi solo attraverso la prevaricazione di un ente sull’altro, così non è.
Nell’attesa, il presidente Angelo Vaccarezza porge a tutte le parti il ramoscellod’ulivo: «Non è il momento di distribuire le colpe, ma è il momento del ragionamento. E, in attesa dell’incontro, sento di poter esprimere un sensato ottimismo». Il presidente, da buon comunicatore qual è, ha chiaro in testa che si tratta di tenere insieme obiettivi diversi «e tutti ugualmente importanti» ma, a suo avviso, niente affatto inconciliabili.
In agenda, i tempi (la volontà della Regione di fare in fretta), le dimensioni e le caratteristiche dell’impianto (l’esigenza di Villanova di non andare incontro ad un ridimensionamento del progetto nei suoi elementi di base), la sicurezza ambientale (la richiesta di Albenga di avere garanzie su un impianto che sorgerà alle sue spalle), i costi (l’intenzione della Provincia di assicurarsi tariffe adeguate per i suoi cittadini). Il tema della gestione del ciclo delle acque. Sono gli elementi che lunedì saranno sul tavolo e dovranno trovare una sintesi.
«Certo, serve una sintesi dice Vaccarezza. Forse fino a ieri c’è stata poca volontà nel trovarla. Da parte mia, potrei dire che noi questa volontà l’avevamo, altri forse un po’ meno. Ma, oggi, non è questo il punto. C’è stata una situazione molto conflittuale, ma oggi siamo molto più vicini ad un accordo di quanto sembrerebbe a leggere certe dichiarazioni sui giornali. La realtà è che abbiamo tutti la stessa visione del problema e la volontà di risolverlo».
Presidente, davvero si è a un passo da un accordo che non sarebbe eccessivo definire storico?
«A guardare dall’esterno sembrerebbe che la conflittualità sul tema del depuratore di Villanova sia ai suoi livelli massimi e che la possibilità di realizzarlo passi solo attraverso la prevaricazione di un ente sull’altro, così non è.
Credo che gli ultimi periodi, tanti incontri fatti in Provincia, in Regione, sul territorio, abbiano aiutato tutti a comprendere la buona fede nella quale la Provincia si sta muovendo dall’inizio del suo mandato. Noi ribadiamo che ciò che ci aspettiamo nasca dalla riunione, è una volontà comune di tutti gli enti di risolvere il problema a prescindere da personalismi o da interessi di parte».
Concorderà se diciamo che certe posizioni, anche nelle ultime settimane, sono apparse intransigenti.
«Intransigenti sì, ma irragionevoli mai. Io comprendo le giuste preoccupazioni degli amministratori locali, di chi come il sindaco di Albenga vuole una garanzia per il suo territorio, di chi come il sindaco di Villanova chiede che una revisione del progetto non passi attraverso una diminuzione della sua efficacia o delle sue garanzie di sicurezza nei confronti della cittadinanza. Capisco la Regione che ha la necessità di far presto. Però tutti devono comprendere che la Provincia non si può permettere di proseguire su una strada che era profondamente sbagliata. Il depuratore di Villanova non aveva, così come nella sua formulazione messa a bando, la copertura finanziaria per essere realizzato e doveva, e s ideve, per forza fare un ragionamento diverso che sia sostenibile da parte del territorio».
La questione dei costi, insomma. «Noi, a suo tempo, avevamo chiesto di non procedere con la gara, proprio perché ritenevamo i costi eccessivi. Non possiamo mettere le mani nelle tasche dei cittadini e fare pagare a un territorio due depuratori contemporaneamente.
Concorderà se diciamo che certe posizioni, anche nelle ultime settimane, sono apparse intransigenti.
«Intransigenti sì, ma irragionevoli mai. Io comprendo le giuste preoccupazioni degli amministratori locali, di chi come il sindaco di Albenga vuole una garanzia per il suo territorio, di chi come il sindaco di Villanova chiede che una revisione del progetto non passi attraverso una diminuzione della sua efficacia o delle sue garanzie di sicurezza nei confronti della cittadinanza. Capisco la Regione che ha la necessità di far presto. Però tutti devono comprendere che la Provincia non si può permettere di proseguire su una strada che era profondamente sbagliata. Il depuratore di Villanova non aveva, così come nella sua formulazione messa a bando, la copertura finanziaria per essere realizzato e doveva, e s ideve, per forza fare un ragionamento diverso che sia sostenibile da parte del territorio».
La questione dei costi, insomma. «Noi, a suo tempo, avevamo chiesto di non procedere con la gara, proprio perché ritenevamo i costi eccessivi. Non possiamo mettere le mani nelle tasche dei cittadini e fare pagare a un territorio due depuratori contemporaneamente.
Oggi, Albenga e la Provincia hanno la maggioranza della società, una società che è in fase di liquidazione: una procedura che non abbiamo voluto noi,ma i suoi amministratori che si sono così fatti da parte da soli. Noi intendiamo ricapitalizzare e ripartire».
Si volta pagina, dunque. «Credo che siamo arrivati a questo punto e quindi, senza diktat e senza imposizioni, senza che nessuno debba far venir meno le prerogative e i diritti del proprio territorio, io sono certo che lunedì avremo la possibilità di delineare una serie di passaggi che porteranno alla fine della problematica del depuratore ingauno».
I tempi sono davvero stretti.
«Dobbiamo far presto, siamo tutti convinti, non tanto perché ci sia un’infrazione comunitaria nella quale non incorrere, ma perché dobbiamo evitare che questo territorio che ha grandi riconoscimenti in tema ambientale e che vede finalmente anche nel Ponente il riconoscimento delle prime bandiere blu, quella di Loano da quest’anno, quella di Finale, Noli e Spotorno confermate negli anni precedenti, possa continuare a migliorare».
Ogni mediazione prevede un “punto di caduta”. Quale sarà in questo caso? «Ovviamente il rispetto delle esigenze che abbiamo già visto: i tempi, la sicurezza, la salvaguardia del progetto. I costi. Ma anche e soprattutto la questione del gestore: il privato potrà anche partecipare alla costruzione del depuratore, ma non alla sua gestione».
Ovvero una gestione rigorosamente pubblica.
«Il gestore deve essere pubblico: quando ci sarà la gara, potremo dar vita ad un consorzio o a un’associazione temporanea di tutti i gestori pubblici per concorrere in modo attrezzato, secondo un modello che è già stato applicato a Borghetto».
Si volta pagina, dunque. «Credo che siamo arrivati a questo punto e quindi, senza diktat e senza imposizioni, senza che nessuno debba far venir meno le prerogative e i diritti del proprio territorio, io sono certo che lunedì avremo la possibilità di delineare una serie di passaggi che porteranno alla fine della problematica del depuratore ingauno».
I tempi sono davvero stretti.
«Dobbiamo far presto, siamo tutti convinti, non tanto perché ci sia un’infrazione comunitaria nella quale non incorrere, ma perché dobbiamo evitare che questo territorio che ha grandi riconoscimenti in tema ambientale e che vede finalmente anche nel Ponente il riconoscimento delle prime bandiere blu, quella di Loano da quest’anno, quella di Finale, Noli e Spotorno confermate negli anni precedenti, possa continuare a migliorare».
Ogni mediazione prevede un “punto di caduta”. Quale sarà in questo caso? «Ovviamente il rispetto delle esigenze che abbiamo già visto: i tempi, la sicurezza, la salvaguardia del progetto. I costi. Ma anche e soprattutto la questione del gestore: il privato potrà anche partecipare alla costruzione del depuratore, ma non alla sua gestione».
Ovvero una gestione rigorosamente pubblica.
«Il gestore deve essere pubblico: quando ci sarà la gara, potremo dar vita ad un consorzio o a un’associazione temporanea di tutti i gestori pubblici per concorrere in modo attrezzato, secondo un modello che è già stato applicato a Borghetto».
Antonella Granero
Da www.ilSecoloxix.it del 13 Novembre 2010
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