Il ministro degli Esteri Franco Frattini parla del conflitto libico
Roma, 23 mar. (TMNews) - Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è intervenuto in Senato sulla crisi libica, per spiegare le azioni intraprese e i futuri sviluppi.
"I nostri atti erano tesi a un unico obiettivo: quello di impedire che la primavera del Mediterraneo fosse soffocata nel sangue. Per un momento abbiamo sperato che Gheddafi andasse in esilio per evitare il massacro dei civili; abbiamo poi condiviso le sanzioni previste dalla risoluzione. Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra. Di portare aiuto a chi subisce un'azione bellica indiscriminata. Per questo è necessario l'uso della forza, sancito dall'Onu" ha dichiarato Frattini.
" Il regime si è posto fuori dalla cornice della legalità; la comunità internazionale ha adottato stringenti misure come la no-fly zone, che rispondono alle richieste della Lega araba e del Consiglio di transizione. L'Italia darà il suo contributo all'applicazione della risoluzione, nel puntuale rispetto dei limiti". "L'azione militare serve a evitare danni gravissimi" ha sostenuto il ministro, "ma siamo convinti che la soluzione della crisi passi per il dialogo nazionale, per un processo costituente che coinvolga le componenti politiche, sociali e tribali della Libia. L'unica precondizione è l'abbandono del potere da parte di Gheddafi".
" Approvata la risoluzione 1973, era necessaria un'azione urgente e temporanea per scongiurare il massacro dei civili; superata questa fase, occorre tornare alle regole" ha avvertito Frattini, aggiungendo che "serve coinvolgere l'Unione europea e trovare formule adeguate per allargare il sostegno alla coalizione". "Nella notte, la Francia ha accettato il riconoscimento di un ruolo chiave della Nato e a questa soluzione abbiamo contribuito con un atteggiamento fermo. Abbiamo anche ottenuto che l'embargo sulle armi" sia fatto rispettare con "un pattugliamento navale e l'Italia guiderà le operazioni con un ammiraglio italiano".
Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, sostiene che "è sbagliato, ancor prima del dibattito, il giudizio espresso da Bersani" sull'intervento in Libia. "Non ci sono miserie della maggioranza da coprire. C'è una posizione chiara e coesa che è stata tale in tutte le fasi di questa vicenda e che lo sarà ancor di più nel corso del dibattito parlamentare. Ci augureremmo da parte dell'opposizione - conclude Gasparri - uno spirito più costruttivo di fronte a prove così impegnative per tutto il Paese".
23 marzo 2011
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