La casa del ministro Patroni Griffi in via Colle Oppio a Roma (Ansa)
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo
sulla compravendita dell'appartamento vicino al Colosseo da parte del
ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. Lo anticipa
oggi il Messaggero. Il fascicolo, per ora senza ipotesi di
reato e indagati, è stato affidato al procuratore aggiunto Alberto
Caperna. L'immobile in via di Colle Oppio fu acquistato nel 2008 per
centosettantamila euro grazie ad una decisione del Consiglio di Stato
quando Patroni Griffi ne era membro.
Le fiamme Gialle conducono le indagini
- Per il momento, secondo quanto si è appreso, il fascicolo conterrebbe
solo articoli di stampa. A breve, però, il procuratore aggiunto Alberto
Caperna affiderà un'ampia delega agli uomini del nucleo di Polizia
tributaria della Guardia di Finanza. Al centro dell'indagine l'acquisto
da parte del ministro della Funzione Pubblica di un appartamento di 109
mq in via Monte Oppio, a pochi metri dal Colosseo. Gli uomini delle
Fiamme Gialle dovranno, inoltre, accertare se sull'acquisto possa avere
pesato il fatto che Patroni Griffi fosse membro del Consiglio di Stato
che qualificò l'immobile nel cuore di Roma come "non di pregio".
Si apre intanto capitolo "case" nel governo guidato da Mario Monti.
Sotto la lente stavolta c'è il sottosegretario alle Infrastrutture
Guido Improta, proprietario di 95 ("e non 96") fabbricati. Intervistato
dal Corriere della sera, il sottosegretario dice: "Premesso che tutto è
frutto di eredità, e sorvolando sul fatto che i fabbricati sono in
realtà 95 e non 96", "cominciamo a dire che le abitazioni sono in totale
41. Di cui solo 16 sono appartamenti di mia piena proprietà, tutti
derivanti dall'eredità di mio padre, Improta Salvatore, industriale e
costruttore". La notizia, pubblicata inizialmente dal quotidiano Libero,
che ha scandagliato redditi e patrimoni dei membri del governo.
Improta snocciola quote proprietarie e sottolinea di non essere "ricco",
"la mia denuncia dei redditi - dice - ammonta a circa 249 mila euro:
149 mila da stipendio, e i rimanenti 100 mila dalle rendite di
appartamenti e terreni". "Così poco - prosegue -. I 16 appartamenti sono
a Napoli, in zona Capodichino. Li ho affittati tutti regolarmente, ma a
una cifra di mercato. Quindi ciascuno mi rende circa 600 euro al mese.
Al netto, pagate le tasse, quanto mi resta?". Gli immobili, dice, sono
accatastati come "abitazioni popolari e ultrapopolari", e ora - ammette -
con il ricalcolo degli estimi catastali "per me sarà un guaio". "A
parole sembro un riccastro - dice - e, invece, se non mi sbrigo a
vendere un po' di appartamenti, rischio di lavorare per pagare le
tasse", ma "il mio caso - conclude - dimostra che questo governo non
bada a interessi personali".
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