IL FUTURO POLITICO - Signor Berlusconi, è vero che nel suo futuro politico potrebbe esserci il Quirinale? "Assolutamente no. La
priorità oggi è quella di dare allo Stato una architettura
istituzionale che lo renda governabile. Con questo governo di tecnici,
proprio perchè sostenuto sia dalla maggioranza che dall'opposizione,
spero sia possibile realizzare quelle riforme che diano al governo
italiano gli stessi poteri delle altre democrazie occidentali, che
riducano ad una Camera il sistema di approvazione delle leggi, che
delimitino infine una revisione dei poteri della Corte Costituzionale.
Io credo che nel mio status
attuale di padre fondatore del partito posso essere maggiormente utile.
Confermo di non avere intenzione di candidarmi per la sesta volta alla
guida del governo. Continuerò ad essere il presidente fondatore del Pdl e
il primo supporter del mio partito. E continuerò a impegnarmi per
realizzare in Italia le grandi riforme istituzionali necessarie per la
governabilità del Paese.".
Nel momento in cui ho
deciso di scendere in politica per salvare l'Italia dal comunismo ho
consegnato le mie aziende ai miei figli e ai bravissimi manager che
erano cresciuti con me. Non torno indietro. Invece credo che tornerò ad
occuparmi del Milan che è la squadra che con me ha vinto più titoli in
assoluto nella storia del calcio (Bernabeu che è il secondo, ne ha vinti
appena la metà)".
Mi dedicherò anche all'Università della Libertà: un
complesso straordinario, che aprirà i battenti il prossimo mese di
settembre e vedrà come docenti i principali protagonisti della politica
mondiale degli ultimi vent'anni.. La loro missione sarà di tenere
lezioni di governo e di libertà ai giovani provenienti da ogni paese e
con risultati universitari straordinari, che intendessero dedicarsi al
servizio della politicà'.
Sto anche mettendo a punto una fondazione per
realizzare ospedali per bambini nel mondo. Ma di questo vorrei parlare
un'altra volta...
Non c'è stato nessun complotto internazionale contro
di me. La decisione di dimettermi da presidente del Consiglio è stata
frutto di un ragionamento che abbiamo svolto guardando all'esclusivo
interesse del Paese. Sono orgoglioso di questa decisione, alla quale non
ero tenuto, perchè il mio governo godeva e gode ancora della
maggioranza in Parlamento e non è mai stato sfiduciato.”-.
EURO - ''Il salvataggio della Grecia è stato
un'impresa difficile che sembra ormai in via di acquisizione. Bisogna
riconoscere ai greci di aver compiuto importanti sacrifici, e
all'Europa, inclusa l'Italia, di essersi adoperata per evitare il
peggio.
La moneta unica è probabilmente salva. Credo che nei Paesi dell'Eurozona non vi sia alternativa all'Euro e che passi indietro siano impensabili.
Tuttavia, il salvataggio della Grecia non significa che l'Europa abbia del tutto superato le cause della crisi economica, che affondano soprattutto nella mancanza di una banca di ultima garanzia della moneta unica e di politiche fiscali comuni.
In Italia, grazie anche al mio governo, sono stati compiuti i primi passi importanti di un percorso difficile ma inevitabile, che non è ancora completato e che il governo Monti sta portando avanti come propria missione prioritaria.”.
La moneta unica è probabilmente salva. Credo che nei Paesi dell'Eurozona non vi sia alternativa all'Euro e che passi indietro siano impensabili.
Tuttavia, il salvataggio della Grecia non significa che l'Europa abbia del tutto superato le cause della crisi economica, che affondano soprattutto nella mancanza di una banca di ultima garanzia della moneta unica e di politiche fiscali comuni.
In Italia, grazie anche al mio governo, sono stati compiuti i primi passi importanti di un percorso difficile ma inevitabile, che non è ancora completato e che il governo Monti sta portando avanti come propria missione prioritaria.”.
SIRIA - “Un intervento in Siria richiede condizioni di
politica internazionale che al momento non sono mature. Seguo con
orrore le notizie della guerra e dei bombardamenti sui civilì. 'Seguo
pure gli sforzi delle Nazioni Unite e della comunità internazionale
perchè si consolidi un'alternativa credibile al regime di Assad che
ormai non ha alcun futuro, e soprattutto perchè siano osservate regole
elementari di rispetto dei diritti umani fondamentali, che purtroppo
vengono violati ogni giorno: la Croce Rossa Internazionale deve essere
messa in condizione di intervenire. Condivido e appoggio tutte le
pressioni politiche e diplomatiche su Damasco. E mi auguro che anche in
quel Paese si possa realizzare un percorso che porti verso la
democrazia.”.
IRAN - “Considero la prospettiva dell'Iran come potenza nucleare una minaccia per la pace nel mondo, una situazione da scongiurare non soltanto per la sicurezza di Israele e la stabilità del Medio Oriente, ma per l'equilibrio globale. Condivido perciò le vostre preoccupazioni e quelle del vostro premier.
Sono altresì convinto che il presidente Obama sia sincero quando afferma che un Iran dotato di armi nucleari sarebbe inaccettabile e che per scongiurare questa eventualità tutte le opzioni sono possibili, inclusa in extrema ratio l'opzione militare. Abbiamo un interesse comune che è la sicurezza di Israele. Occorre trovare il modo più adeguato per garantirla, è bene evitare azioni precipitose, che potrebbero risultare controproducenti - ci vuole un attimo per avviare un'escalation dalle conseguenze imponderabili - ma agire con lucidità di obiettivi e senza timori, con determinazione e con fermezza”.
LIBIA - ''In Libia non c'è
stata una rivoluzione dal basso, ma una lotta di potere alimentata da ex
ministri che Gheddafi aveva allontanato. Gheddafi è stato certo un
dittatore, ma ha goduto di un tasso molto alto di consenso interno e ha
avuto il merito di aver fermato l'espansione dell'Islam radicale e
rappresentato - almeno negli ultimi annì - un argine in Africa contro Al
Qaidà: motivo per il quale tutti i Paesi occidentali riallacciarono i
rapporti con lui.
Ho provato disgusto e dolore dinanzi alle immagini del suo linciaggio: perché anche i dittatori avrebbero diritto a un processo giusto.”.
Ho provato disgusto e dolore dinanzi alle immagini del suo linciaggio: perché anche i dittatori avrebbero diritto a un processo giusto.”.
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