Dopo una nottata di riconteggi la spunta Antonio Seminario, di Cosenza, appoggiato dal Gran Maestro uscente, Stefano Bisi. Annuncia ricorsi lo sfidante, Leo Taroni, da Ravenna
Non è finita, la gran guerra dentro i massoni del Grande Oriente d’Italia. Chiamati a eleggere il nuovo Gran Maestro, in 14mila hanno votato nel weekend del 3 e 4 marzo, e però non è bastata una settimana di discussioni e una notte di riconteggi per trovare la pace e eleggere una guida. Tutt’altro. Risulta eletto Antonio Seminerio, di Cosenza, appoggiato dal Gran Maestro uscente, Stefano Bisi. Annuncia ricorsi lo sfidante, Leo Taroni, da Ravenna.
La spaccatura è clamorosa. Innanzitutto geografica, perché Taroni è stato votato in massa nel Centro-Nord mentre Seminerio è andato benissimo al Sud, specie nella sua Calabria e in Sicilia. E si consideri che ci sono più massoni al Sud, ma più logge al Centro-Nord. Tra i due, oltre che politica, è anche una rottura culturale che lascia quasi intendere una scissione. La campagna elettorale di Taroni, infatti, è stata tutta all’attacco della gestione attuale, chiedendo maggiore trasparenza e apertura alla società. Nel programma c’erano la lotta alla mafia, la collaborazione con lo Stato italiano, la concentrazione su cultura e non sugli affari.
Un tempo, si sarebbero detti «massoni democratici». E perciò contestavano la gestione di Bisi, che invece è entrato in urto con l’Antimafia. Da ultimo, ad arroventare ancor di più il clima, la storia di Alfonso Tamburello, il «fratello» medico trapanese che è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro. Tumbarello, alla notizia dell’indagine, era stato sospeso dal Grande oriente.
L’appello di Taroni e della sua lista, alla notizia che erano stati annullati 138 voti a suo favore, e che così si ribalta il risultato finale perché Seminerio a questo punto ha ottenuto 26 voti più del rivale, è stata veemente e fa capire che se ne vedranno delle belle. «Il nostro obiettivo – scrive – rispetto al quale mai arretreremo di un solo millimetro, è unicamente quello di far prevalere la legalità e la volontà del corpo elettorale che in misura maggioritaria si è espresso in nostro favore, e, quindi, di essere guidati nel prossimo quinquennio dal fr. Leo Taroni. Carissimi Fratelli, credeteci e abbiate fiducia: nulla è perduto, la Giustizia e la Verità sono con Noi! E’ nostro diritto contestare la decisione della C.E.N. (la commissione elettorale nazionale, ndr) e sarà nostro diritto contestare l’eventuale decisione di rigetto». Tra i diversi ricorsi, se ne annuncia uno pure alla magistratura. E non potrebbe esserci strappo maggiore rispetto alla storia e alla tradizione misterica e occulta della massoneria.
C’è un problema di tagliandini anti-frode che non sarebbero stati staccati dalla scheda elettorale. Su questa base, sono stati annullati i 138 voti a favore di Taroni. Che fa filtrare però la sua versione: «Nelle precedenti due tornate elettorali per il Gran Maestro vinte da Bisi, lo stesso CEN ha giudicato come validi i voti delle schede con ancora il tagliandino attaccato. Quindi non si capisce come il CEN e il G.O.I. pensino di poter difendere questo processo che ha ribaltato il risultato elettorale andando contro la legge italiana e le loro precedenti decisioni».
Occhi puntati su Antonio Seminario, dunque. Secondo i comunicati ufficiali è sposato e padre di due figli, ha conseguito il diploma secondario superiore e ha frequentato corsi in Economia presso l’Università di Salerno. Interrotti gli studi universitari, si è dedicato all’attività imprenditoriale e commerciale di aziende operanti nell’ambito del petrolio, gas ed energia. Lavora in Calabria come consulente d’imprese e società. Secondo i veleni che mai come in queste ore circolano nell’ambiente, Seminario viene fatto passare per «fallito come società e personalmente» dal Tribunale di Rossano nel 2001. E tossine sono diffuse a piene mani anche per l’uscente, il giornalista di Siena Stefano Bisi, di cui si ricorda che fu indagato per ricettazione nel 2014 (ma è stato prosciolto nel 2018 con una decisione di «Non luogo a procedere» del gup di Siena Roberta Malavasi) dalla Procura della Repubblica nell’ambito del caso «Mens Sana», la squadra di pallacanestro sponsorizzata dal Monte dei Paschi di Sienda a.
Da www.LaStampa.it
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