mercoledì 13 marzo 2024

Italia - GOI, Massoni in guerra: la conta infinita per eleggere il nuovo Gran Maestro

 

Dopo una nottata di riconteggi la spunta Antonio Seminario, di Cosenza, appoggiato dal Gran Maestro uscente, Stefano Bisi. Annuncia ricorsi lo sfidante, Leo Taroni, da Ravenna

Non è finita, la gran guerra dentro i massoni del Grande Oriente d’Italia. Chiamati a eleggere il nuovo Gran Maestro, in 14mila hanno votato nel weekend del 3 e 4 marzo, e però non è bastata una settimana di discussioni e una notte di riconteggi per trovare la pace e eleggere una guida. Tutt’altro. Risulta eletto Antonio Seminerio, di Cosenza, appoggiato dal Gran Maestro uscente, Stefano Bisi. Annuncia ricorsi lo sfidante, Leo Taroni, da Ravenna.

La spaccatura è clamorosa. Innanzitutto geografica, perché Taroni è stato votato in massa nel Centro-Nord mentre Seminerio è andato benissimo al Sud, specie nella sua Calabria e in Sicilia. E si consideri che ci sono più massoni al Sud, ma più logge al Centro-Nord. Tra i due, oltre che politica, è anche una rottura culturale che lascia quasi intendere una scissione. La campagna elettorale di Taroni, infatti, è stata tutta all’attacco della gestione attuale, chiedendo maggiore trasparenza e apertura alla società. Nel programma c’erano la lotta alla mafia, la collaborazione con lo Stato italiano, la concentrazione su cultura e non sugli affari.

Un tempo, si sarebbero detti «massoni democratici». E perciò contestavano la gestione di Bisi, che invece è entrato in urto con l’Antimafia. Da ultimo, ad arroventare ancor di più il clima, la storia di Alfonso Tamburello, il «fratello» medico trapanese che è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro. Tumbarello, alla notizia dell’indagine, era stato sospeso dal Grande oriente.

L’appello di Taroni e della sua lista, alla notizia che erano stati annullati 138 voti a suo favore, e che così si ribalta il risultato finale perché Seminerio a questo punto ha ottenuto 26 voti più del rivale, è stata veemente e fa capire che se ne vedranno delle belle. «Il nostro obiettivo – scrive – rispetto al quale mai arretreremo di un solo millimetro, è unicamente quello di far prevalere la legalità e la volontà del corpo elettorale che in misura maggioritaria si è espresso in nostro favore, e, quindi, di essere guidati nel prossimo quinquennio dal fr. Leo Taroni. Carissimi Fratelli, credeteci e abbiate fiducia: nulla è perduto, la Giustizia e la Verità sono con Noi! E’ nostro diritto contestare la decisione della C.E.N. (la commissione elettorale nazionale, ndr) e sarà nostro diritto contestare l’eventuale decisione di rigetto». Tra i diversi ricorsi, se ne annuncia uno pure alla magistratura. E non potrebbe esserci strappo maggiore rispetto alla storia e alla tradizione misterica e occulta della massoneria.

C’è un problema di tagliandini anti-frode che non sarebbero stati staccati dalla scheda elettorale. Su questa base, sono stati annullati i 138 voti a favore di Taroni. Che fa filtrare però la sua versione: «Nelle precedenti due tornate elettorali per il Gran Maestro vinte da Bisi, lo stesso CEN ha giudicato come validi i voti delle schede con ancora il tagliandino attaccato. Quindi non si capisce come il CEN e il G.O.I. pensino di poter difendere questo processo che ha ribaltato il risultato elettorale andando contro la legge italiana e le loro precedenti decisioni».

Occhi puntati su Antonio Seminario, dunque. Secondo i comunicati ufficiali è sposato e padre di due figli, ha conseguito il diploma secondario superiore e ha frequentato corsi in Economia presso l’Università di Salerno. Interrotti gli studi universitari, si è dedicato all’attività imprenditoriale e commerciale di aziende operanti nell’ambito del petrolio, gas ed energia. Lavora in Calabria come consulente d’imprese e società. Secondo i veleni che mai come in queste ore circolano nell’ambiente, Seminario viene fatto passare per «fallito come società e personalmente» dal Tribunale di Rossano nel 2001. E tossine sono diffuse a piene mani anche per l’uscente, il giornalista di Siena Stefano Bisi, di cui si ricorda che fu indagato per ricettazione nel 2014 (ma è stato prosciolto nel 2018 con una decisione di «Non luogo a procedere» del gup di Siena Roberta Malavasi) dalla Procura della Repubblica nell’ambito del caso «Mens Sana», la squadra di pallacanestro sponsorizzata dal Monte dei Paschi di Sienda a.

Da www.LaStampa.it

 

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