VILLANOVA. «Il Depuratore Ingauno è l’unica soluzione praticabile e quello che sta accadendo in questi giorni dimostra che la classe politica locale, in particolare quella del centrodestra, è tutta da cambiare».
Pietro Balestra, presidente della società pubblica che deve realizzare l’impianto villanovese e vicesindaco della cittadina aeroportuale, non digerisce il ritorno di fiamma della Provincia (ovviamente sostenuto dal
sindaco alassino Marco Melgrati) per la soluzione che vorrebbe il collegamento della rete fognaria albenganese al depuratore di Borghetto. Una soluzione che favorirebbe anche l’impianto che Alassio vorrebbe realizzare nella zona di Sant’Anna. «Noi andiamo avanti – afferma Balestra a febbraio chiuderemo la gara e certamente ci saranno concorrenti. Peraltro noi abbiamo progetti e procedure in stato avanzato e abbiamo tutte le carte in regola per incassare il contributo regionale. Se la Provincia dovesse decidere invece di dirottare quei soldi altrove sarebbe necessario predisporre nuovi progetti e riavviare nuove procedure di
approvazione, perdendo molto tempo».
Neppure la critica di Melgrati, Guarnieri e altri sul fatto che con la soluzione villanovese si dovrebbero spingere i liquami in salita praticamente dalla spiaggia di Albenga fino al depuratore convince Balestra. «A Borghetto invece come ci si arriva? Se andiamo a calcolare distanze, pendenze e dislivelli non credo che siano maggiori quelle per arrivare al nostro depuratore rispetto a quelle necessarie per raggiungere quello di Borghetto, e non credo che i costi sarebbero superiori. Oltre tutto il Depuratore Ingauno è garanzia di gestione pubblica dell’acqua. Da tempo proponiamo ai gestori dei depuratori di Savona e Borghetto di incontrarci per creare un consorzio che assuma il ruolo di gestore unico del ciclo idrico nell’ambito savonese.
In questo modo l’acqua rimarrebbe pubblica, invece questa idea pare non piacere, anche a coloro che poi magari si ergono a paladini della gestione pubblica».
Sul fronte albenganese la difesa del depuratore ingauno è altrettanto strenua. «Il principale presupposto di questa scelta – spiega il capogruppo Pd, MariangeloVio – è stato la necessità di riutilizzare le acque depurate
in agricoltura nel territorio albenganese, dove l’acqua viene prelevata, in modo da ridurre l’emungimento e frenare l’avanzamento del cuneo salino.
Se si va a depurare altrove e si butta l’acqua inmare o la si riutilizza lontano da Albenga è evidente che non ci sarà un minor prelievo dalle nostre falde e che l’acqua salata risalirà ulteriormente verso l’interno, rendendo
inutilizzabili molti altri pozzi».
Pietro Balestra, presidente della società pubblica che deve realizzare l’impianto villanovese e vicesindaco della cittadina aeroportuale, non digerisce il ritorno di fiamma della Provincia (ovviamente sostenuto dal
sindaco alassino Marco Melgrati) per la soluzione che vorrebbe il collegamento della rete fognaria albenganese al depuratore di Borghetto. Una soluzione che favorirebbe anche l’impianto che Alassio vorrebbe realizzare nella zona di Sant’Anna. «Noi andiamo avanti – afferma Balestra a febbraio chiuderemo la gara e certamente ci saranno concorrenti. Peraltro noi abbiamo progetti e procedure in stato avanzato e abbiamo tutte le carte in regola per incassare il contributo regionale. Se la Provincia dovesse decidere invece di dirottare quei soldi altrove sarebbe necessario predisporre nuovi progetti e riavviare nuove procedure di
approvazione, perdendo molto tempo».
Neppure la critica di Melgrati, Guarnieri e altri sul fatto che con la soluzione villanovese si dovrebbero spingere i liquami in salita praticamente dalla spiaggia di Albenga fino al depuratore convince Balestra. «A Borghetto invece come ci si arriva? Se andiamo a calcolare distanze, pendenze e dislivelli non credo che siano maggiori quelle per arrivare al nostro depuratore rispetto a quelle necessarie per raggiungere quello di Borghetto, e non credo che i costi sarebbero superiori. Oltre tutto il Depuratore Ingauno è garanzia di gestione pubblica dell’acqua. Da tempo proponiamo ai gestori dei depuratori di Savona e Borghetto di incontrarci per creare un consorzio che assuma il ruolo di gestore unico del ciclo idrico nell’ambito savonese.
In questo modo l’acqua rimarrebbe pubblica, invece questa idea pare non piacere, anche a coloro che poi magari si ergono a paladini della gestione pubblica».
Sul fronte albenganese la difesa del depuratore ingauno è altrettanto strenua. «Il principale presupposto di questa scelta – spiega il capogruppo Pd, MariangeloVio – è stato la necessità di riutilizzare le acque depurate
in agricoltura nel territorio albenganese, dove l’acqua viene prelevata, in modo da ridurre l’emungimento e frenare l’avanzamento del cuneo salino.
Se si va a depurare altrove e si butta l’acqua inmare o la si riutilizza lontano da Albenga è evidente che non ci sarà un minor prelievo dalle nostre falde e che l’acqua salata risalirà ulteriormente verso l’interno, rendendo
inutilizzabili molti altri pozzi».
L.REB.
Da www.IlSecoiloxix.it del 19 Novemvre 2009
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