Il coperto? Una “tassa” che fa arrabbiare i turisti,
soprattutto stranieri che hanno deciso di rivolgersi alle Associazioni dei consumatori.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è un episodio accaduto ad Alassio dove in un prestigioso ristorante del centro storico una famiglia si è vista addebitare sul conto un euro e cinquanta centesimi addirittura per il bambino seduto sul passeggino.
Ora proprio l’Assoutenti, per voce del presidente onorario Gianluigi Taboga, ha deciso di scendere in campo e annunciare battaglia. “I ristoratori che applicano il coperto, una vera e propria “tassa”, presentano un pessimo biglietto da visita per tutto il comparto turistico. Gli stranieri non capiscono la voce riportata sul menù e, quando la capiscono, si chiedono, e dobbiamo chiedercelo anche noi italiani, perché si debbano pagare cifre non adeguate per una tovaglietta e un tovagliolo di carta. Fossero di fiandra si potrebbe capire ma, in linea di massima, i ristoranti di un certo livello hanno abolito da tempo il coperto“.
Proprio l’Assoutenti, in una propria indagine conoscitiva sul campo, ha scoperto che “non è raro che il prezzo del coperto vari a seconda di cosa si consuma. Meno si mangia e più si spende, verrebbe da dire.
Ora proprio l’Assoutenti, per voce del presidente onorario Gianluigi Taboga, ha deciso di scendere in campo e annunciare battaglia. “I ristoratori che applicano il coperto, una vera e propria “tassa”, presentano un pessimo biglietto da visita per tutto il comparto turistico. Gli stranieri non capiscono la voce riportata sul menù e, quando la capiscono, si chiedono, e dobbiamo chiedercelo anche noi italiani, perché si debbano pagare cifre non adeguate per una tovaglietta e un tovagliolo di carta. Fossero di fiandra si potrebbe capire ma, in linea di massima, i ristoranti di un certo livello hanno abolito da tempo il coperto“.
Proprio l’Assoutenti, in una propria indagine conoscitiva sul campo, ha scoperto che “non è raro che il prezzo del coperto vari a seconda di cosa si consuma. Meno si mangia e più si spende, verrebbe da dire.
Ma siamo veramente al confine della legalità. Secondo le nostre statistiche il 75 per cento dei clienti insoddisfatti non fa rimostranze, semplicemente non va più in quel locale o in quella città. La paura è che non scelga più nemmeno la regione.
E la Riviera, con questi comportamenti, rischia realmente di perdere quel poco di turismo di qualità che ancora la frequenta nonostante la concorrenza di altre aree. Sul coperto, da tempo, abbiamo chiesto alla Regione l’abolizione per legge.
Una cosa che altre regioni hanno già fatto e che, all’epoca, era stata fatta a Roma dal sindaco Rutelli con una ordinanza. Nei giorni scorsi, prima del caso di Alassio, in una riunione a Loano ho fatto presente questa esigenza all’assessore regionale al turismo che mi ha assicurato se ne farà carico”, aggiunge Taboga.
g.bar.
Da www.Savonanews.it del 31 LUglio 2010
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