«Subito il depuratore di Villanova»
La Regione: non c’è alternativa credibile.
E avvisa: la Corte dei Conti pronta a chiedere i danni
VILLANOVA.
La Regione alza la voce e chiede subito il progetto preliminare per il Depuratore Ingauno.
È una lettera dai toni perentori quella che è arrivata nei giorni scorsi alla Provincia e all' Ato dagli uffici di via Fieschi, in risposta ad una richiesta di chiarimenti inviata a fine settembre.
La Regione vuole tempi rapidi, e indica senza troppi giri di parole l'impianto di Villanova come l'unico che si possa realizzare (forse) entro il 2015, quando scadrà l'ultimatum comunitario. Entro quella data, infatti, tutti gli scarichi fognari andranno depurati e chi non lo farà andrà incontro a pesanti sanzioni da parte dell'Unione Europea.
«Ritenendo il crono programma di attuazione del depuratore consortile comunque al limite delle esigenze ministeriali si legge nella lettera un'eventuale slittamento della tempistica per modifica delle scelte progettuali, ivi compresa la localizzazione dell'impianto, potrebbe vedere vanificata l'attività intrapresa per scongiurare il prosieguo del contenzioso comunitario in atto e la conseguente emanazione di una condanna nei confronti del nostro paese e possibilità di emersione di danno erariale che, come noto, l'attuale ordinamento pone in carico di coloro che saranno ritenuti responsabili dai competenti uffici della Corte dei Conti».
Insomma, secondo i funzionari regionali dire no al depuratore di Villanova potrebbe significare esporsi agli strali della Corte dei Conti. Inoltre la lettera invita esplicitamente l'Ato a destinare i 12 milioni provenienti dai fondi Fas al depuratore ingauno.
«Ma quei soldi non sappiamo neppure con certezza se ci saranno davvero afferma l'assessore provinciale Paolo Marson visto che pare non siano indicati come insopprimibili nell'ambito delle revisioni a livello governativo, e poi se si vuole davvero realizzare il depuratore di Villanova secondo il progetto esistente quei 12 milioni non bastano, e bisogna che la Regione ne metta a disposizione altri 13. Inoltre la competenza sul servizio idrico in questo momento è bloccata perché proprio la Regione continua a non dare esecutività alla sua normativa sull'Ato.
Se si risolvono queste due questioni, mettendoci in condizioni di costituire l'Ato e dicendo dove prendiamo le risorse economiche necessarie, possiamo partire domani mattina, altrimenti ci dicano cosa vogliono fare».
Dal canto suo l'assessore regionale Renata Briano rilancia l'idea di un tavolo istituzionale per risolvere la questione.
È una lettera dai toni perentori quella che è arrivata nei giorni scorsi alla Provincia e all' Ato dagli uffici di via Fieschi, in risposta ad una richiesta di chiarimenti inviata a fine settembre.
La Regione vuole tempi rapidi, e indica senza troppi giri di parole l'impianto di Villanova come l'unico che si possa realizzare (forse) entro il 2015, quando scadrà l'ultimatum comunitario. Entro quella data, infatti, tutti gli scarichi fognari andranno depurati e chi non lo farà andrà incontro a pesanti sanzioni da parte dell'Unione Europea.
«Ritenendo il crono programma di attuazione del depuratore consortile comunque al limite delle esigenze ministeriali si legge nella lettera un'eventuale slittamento della tempistica per modifica delle scelte progettuali, ivi compresa la localizzazione dell'impianto, potrebbe vedere vanificata l'attività intrapresa per scongiurare il prosieguo del contenzioso comunitario in atto e la conseguente emanazione di una condanna nei confronti del nostro paese e possibilità di emersione di danno erariale che, come noto, l'attuale ordinamento pone in carico di coloro che saranno ritenuti responsabili dai competenti uffici della Corte dei Conti».
Insomma, secondo i funzionari regionali dire no al depuratore di Villanova potrebbe significare esporsi agli strali della Corte dei Conti. Inoltre la lettera invita esplicitamente l'Ato a destinare i 12 milioni provenienti dai fondi Fas al depuratore ingauno.
«Ma quei soldi non sappiamo neppure con certezza se ci saranno davvero afferma l'assessore provinciale Paolo Marson visto che pare non siano indicati come insopprimibili nell'ambito delle revisioni a livello governativo, e poi se si vuole davvero realizzare il depuratore di Villanova secondo il progetto esistente quei 12 milioni non bastano, e bisogna che la Regione ne metta a disposizione altri 13. Inoltre la competenza sul servizio idrico in questo momento è bloccata perché proprio la Regione continua a non dare esecutività alla sua normativa sull'Ato.
Se si risolvono queste due questioni, mettendoci in condizioni di costituire l'Ato e dicendo dove prendiamo le risorse economiche necessarie, possiamo partire domani mattina, altrimenti ci dicano cosa vogliono fare».
Dal canto suo l'assessore regionale Renata Briano rilancia l'idea di un tavolo istituzionale per risolvere la questione.
«Convocherò nei prossimi giorni un incontro con la Provincia e tutti i comuni interessati ribadisce Briano proprio per consentire la realizzazione di un depuratore al servizio di tutto il comprensorio».
Compresa Alassio, secondo la Regione.
Lo dice l'assessore e lo dice anche la lettera dei funzionari, che specifica come l'impianto alassino non sia previsto dal piano d'ambito vigente. La città del Muretto dovrebbe quindi collegarsi alla rete fognaria di Albenga, quindi al depuratore consortile.
«Non è assolutamente vero ribatte l'assessore alassino all'ambiente Marco Salvo perché il nostro depuratore è nel piano da ben prima che fosse previsto quello di Villanova. Devo anche dire che a noi nessuno ha mai proposto ufficialmente di aderire all'impianto consortile, quindi non ci è rimasta altra soluzione che fare da soli. Come ho già detto anche all'assessore regionale, noi non abbiamo preclusioni nei confronti di alcuna soluzione, purché si tenga conto del fatto che abbiamo una gara in fase di aggiudicazione e che non vogliamo che si creino danni, anche sul piano finanziario, alla nostra città. Inoltre dobbiamo avere rassicurazioni anche sul destino della Depuratore Ingauno, che oggi è in liquidazione. Come facciamo a comprare quote di unasocietà in liquidazione? Bisogna risolvere questi problemi, e allora si potrà discutere di ogni soluzione».
Insomma, da Alassio sembra arrivare la conferma di una timida apertura a soluzioni diverse da quella di Sant'Anna, ma anche su questo fronte le difficoltà da superare sembrano ancora molte, e certamente il cammino sarà ancora difficile e la riunione convocata dall'amministrazione regionale si annuncia infuocata.
Compresa Alassio, secondo la Regione.
Lo dice l'assessore e lo dice anche la lettera dei funzionari, che specifica come l'impianto alassino non sia previsto dal piano d'ambito vigente. La città del Muretto dovrebbe quindi collegarsi alla rete fognaria di Albenga, quindi al depuratore consortile.
«Non è assolutamente vero ribatte l'assessore alassino all'ambiente Marco Salvo perché il nostro depuratore è nel piano da ben prima che fosse previsto quello di Villanova. Devo anche dire che a noi nessuno ha mai proposto ufficialmente di aderire all'impianto consortile, quindi non ci è rimasta altra soluzione che fare da soli. Come ho già detto anche all'assessore regionale, noi non abbiamo preclusioni nei confronti di alcuna soluzione, purché si tenga conto del fatto che abbiamo una gara in fase di aggiudicazione e che non vogliamo che si creino danni, anche sul piano finanziario, alla nostra città. Inoltre dobbiamo avere rassicurazioni anche sul destino della Depuratore Ingauno, che oggi è in liquidazione. Come facciamo a comprare quote di unasocietà in liquidazione? Bisogna risolvere questi problemi, e allora si potrà discutere di ogni soluzione».
Insomma, da Alassio sembra arrivare la conferma di una timida apertura a soluzioni diverse da quella di Sant'Anna, ma anche su questo fronte le difficoltà da superare sembrano ancora molte, e certamente il cammino sarà ancora difficile e la riunione convocata dall'amministrazione regionale si annuncia infuocata.
Luca Rebagliati
Da www.ilSecoloxix.it del 20 Ottobre 2010
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