La Corte Costituzionale ha respinto la norma regionale che vieta la costruzione di impianti sul territorio campano
di Tiziana Cozzi
L´ultima parola sul nucleare in Campania va alla Consulta. I giudici costituzionali hanno bocciato la normativa regionale (comma 2, articolo 1 della legge finanziaria approvata a gennaio di quest´anno dalla giunta Bassolino) che vieta le installazioni nucleari sul territorio di tre regioni, Campania, Puglia e Basilicata, le uniche ad aver legiferato "contro" gli impianti. Si dà così ragione al governo che nel febbraio di quest´anno aveva impugnato la legge, su proposta dell´allora ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola.
Soddisfatto l´assessore regionale all´Ambiente Giovanni Romano «La sentenza della Corte diventa uno stimolo. Ma è necessario aprire una discussione e chiarirsi le idee su un argomento delicatissimo la cui conduzione va al presidente Stefano Caldoro». Il governatore già in campagna elettorale si era dichiarato favorevole al nucleare: «Sono sulla sua stessa linea - chiarisce Romano - è una scelta importante per il futuro energetico della regione ma sono necessarie analisi di scenario riguardo all´impatto ambientale, è determinante la previsione per tutto il contesto e quel che ne consegue. Di problemi ambientali in questa regione ne abbiamo fin troppi, dobbiamo evitare ulteriori danni».
In questa materia, secondo la valutazione dei giudici, le Regioni non possono legiferare. La Campania, assieme alle altre due regioni, è stata bocciata perché in riferimento ai depositi di materiali e rifiuti radioattivi, avrebbe invaso la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell´ambiente (art. 117), nonché avrebbe leso la competenza dello Stato in materia di sicurezza.
Secondo la Consulta, se le Regioni ritengono necessaria l´intesa con lo Stato per l´installazione degli impianti, allora la via più giusta è impugnare le leggi statali dinanzi alla Consulta. Dopo lo stop imposto dalla giunta Bassolino, si riapre così il fronte del ritorno del nucleare, uno dei punti di forza del programma del governo Berlusconi.
Immediata la reazione dei Verdi: «Rispettiamo la decisione della Consulta ma continueremo a combattere».
(14 novembre 2010)
Da www.Repubblica.it - Napoli
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