ALTARE DELLA REPOSIZIONE
L'altare della reposizione è il luogo in cui, nella liturgia
cattolica, viene riposta e conservata l'Eucaristia
al termine della messa vespertina del Giovedì Santo,
la Messa nella Cena del Signore (in Cena
Domini), e rimane allestito fino al pomeriggio del Venerdì Santo.
La Chiesa
chiede che l'altare
della reposizione non coincida con l'altare dove si celebra l'Eucaristia. È
inoltre tradizione che tale altare sia addobbato in modo solenne, con
composizioni floreali
o altri simboli,
in omaggio all'Eucaristia che viene conservata per poter permettere la
Comunione nel giorno seguente, il Venerdì Santo,
ai fedeli che partecipano all'azione liturgica della Passione del
Signore; infatti, nel secondo giorno del Triduo Pasquale, non si
offre il sacrificio della Messa. Inoltre la riposizione dell'Eucaristia si
compie per invitare i fedeli all'adorazione
nella sera e notte del Giovedì Santo, in ricordo dell'istituzione di un mistero
così grande donato da Gesù.
Nella
tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della reposizione vengono
comunemente chiamati Sepolcri.
Tale terminologia è impropria perché in essi viene riposta l'Eucaristia, segno sacramentale
di Gesù Cristo vivo e risorto. Non è dunque un sepolcro che
simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui adorare
l'Eucaristia.
Forse proprio il repositorio posto così in evidenza,
attorniato di fiori, e tutto l'insieme così suggestivo hanno suggerito alla
popolazione il termine improprio di « Sepolcro » per definire invece
l'esaltazione dell'Eucarestia.
E' difficile risalire alle origini del rito dei
" Sepolcri ". Fino all'epoca carolingia, nella giornata del
giovedì, si celebravano due messe: una per la fine della Quaresima e l'altra
per l'inizio del Triduo Pasquale e successivamente si optò per l'unica messa
"in Coena Domini" (salvo quella del Crisma che si celebra unicamente
nella chiesa cattedrale di ogni diocesi) al termine della quale si esponeva nel tabernacolo
sull' Altare della Reposizione, allestito per la sua adorazione.
Non si sa quando si iniziò a chiamare "Sepolcri"
questi altari ritenendoli impropriamente la tomba di Cristo. E' certo che nel
periodo barocco, l'usanza della visita ai sepolcri, era già ben radicata nel
popolo e soltanto, nel 1998, la Congregazione per il Culto Divino, in merito
alla "preparazione e celebrazione delle feste pasquali, "ha stabilito che il tabernacolo in cui viene
custodito il Corpo di Cristo
(Eucarestia) non deve avere la forma di sepolcro, così come deve essere
evitato l'uso di chiamarlo in tal modo. La cappella della reposizione viene
allestita non per rappresentare la sepoltura del Signore, ma per custodire il
Pane Eucaristico”.
L'usanza, non certificata
dalla dottrina, è che ogni fedele visiti da cinque (quante sono le piaghe di
Cristo) a sette (quanti sono i dolori della Madonna). Il " giro dei
Sepolcri " rimane tuttavia un evento molto sentito tra i fedeli.
E’ tradizione consolidata dei Frati Minori
Cappuccini di allestire, ad ornamento dell’altare della reposizione, un disegno
in polvere colorata raffigurante temi liturgici del mistero pasquale.
In questa chiesa, la
locale fraternità dei Frati, realizza tutti gli anni, in onore della
SS.Eucarestia l’infiorata effettuata utilizzando unicamente fiori ed altre
parte vegetali fresche o secche, offerti dai fedeli, disponendoli sul pavimento
seguendo le linee ed i contorni delle immagini disegnate prima della posa dei
fiori.
L’usanza risale alla seconda metà del secolo scorso
allorché venne allestito un tappeto floreale nella chiesa, non ancora eretta a parrocchiale,
a seguito della consuetudine, da tempo imprecisato, di preparare tappeti di
fiori in occasione della festa del Giovedì santo.
Incentivata e migliorata
dal Padre Tommaso Losacco prosegue tutt’oggi, sotto la sua direzione, grazie
alla volontà di alcuni giovani. Dallo scorso anno collaborano alla
realizzazione il Noviziato del gruppo Scout di Alba.
I fiori provengono da serre; come in passato,
tuttavia, alcune persone sono addette a separare i petali e distribuirli in
cesti a seconda del colore (operazione detta piluccamento). I cesti
vengono poi deposti con lo scopo di conservarli fino alla loro messa a terra.
Data la deperibilità del materiale con cui viene creato il tappeto, la
deposizione dei fiori avviene il prima possibile ed una volta a contatto con il
freddo pavimento si conservano per alcuni giorni.
L'Infiorata rappresenta un'occasione, tra le più importanti,
attraverso la quale manifestare l'amore e l'attaccamento alle proprie tradizioni
religiose e corrisponde a sentimenti profondi del popolo, ma anche perché ha
saputo rinnovarsi, avanzare con i tempi e, non è casuale, che un numero sempre
maggiore di ragazzi, spesso giovanissimi, partecipi a tutte le fasi della sua
realizzazione.
L'altare della reposizione rimane allestito fino al
pomeriggio del Venerdì Santo, quando, al termine la
celebrazione della Passione del Signore
“E Cristo, nostra Pasqua. è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e verità” (1 Corinzi, 5,7-8). Il tema del 2012 è tratto dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi.
“E Cristo, nostra Pasqua. è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e verità” (1 Corinzi, 5,7-8). Il tema del 2012 è tratto dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi.
Esso raffigura nella sua interezza il mistero pasquale che è il centro della redenzione, è il compimento della storia della salvezza che, in Cristo Gesù, si realizza per ogni uomo.
· L’ Eucarestia (Giovedì
santo), Cristo che si dona.
· La Croce (Venerdì santo) che s’innalza
dolorosa e gloriosa, come vessillo per tutta l'umanità in cerca di speranza e
di luce.
· Risurrezione (Pasqua)
perché
attraverso il dolore si passa alla gloria, attraverso l'umiliazione si giunge
al trionfo dell'amore di Dio sul peccato e sul mondo.
Sepolcro anno 2010 |
Il Triduo pasquale è il cuore dell'anno liturgico, è l’evento più importante dell’anno liturgico. E’
nella Pasqua del Signore che si fonda la nostra fede, si giustifica la nostra
speranza e si legittima la nostra carità.
E’ alla luce di essa che noi possiamo
“rinascere” alla gioia della vera vita, che ci fa volgere lo sguardo alle cose
del cielo.
Sepolcro anno 2011 |
Riviviamo questo grande mistero, lasciandoci pervadere, come Maria, dallo Spirito Santo che ci conduce, lasciandoci alle spalle una vita di peccato, nella pienezza della grazia e dell’amore secondo il modello del Cristo morto e risorto per la nostra liberazione.
Sepolcro anno 2012
Nessun commento:
Posta un commento