Studenti ripresi durante le manifestazioni contro la riforma dell'Università
Più responsabilità per consigli di amministrazione. Direttori generali come manager. Via le facoltà inutili e maggiori finanziamenti agli ateni virtuosi. Abilitazione nazionale per diventare docente di ruolo. Giro di vite sui nepotismi accademici. Incentivi per i ricercatori italiani che vogliono tornare ad operare in Italia. Il Senato ha dato il definitivo via libera al disegno di legge che cambia il sistema universitario italiano, la 'riforma Gelmini' in questi mesi fortemente contestata da molti studenti e da parte del mondo accademico. Il testo si è sempre più ampliato nel corso delle prime due revisioni a palazzo Madama e alla Camera, sino a costituire l'attuale conformazione di 25 articoli complessivi. Le novità.
La riforma dell'università non avrà affetti immediati - Per rendere operativi i 29 articoli, contenenti i principi generali, occorrerà attendere un po' di mesi. Prima di tutto servirà la verifica di compatibilità economica. Successivamente il testo verrà sottoposto all'attenzione del presidente della Repubblica, chiamato a firmarlo. Solo qualora non dovessero essere riscontrate incompatibilità, il testo approderà quindi in Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo sarà indispensabile, per rendere spendibile la riforma, che il parlamento approvi al più presto i decreti attuativi. Ma anche che gli organi direttivi di tutte le università italiane dovranno mettersi subito al lavoro: entro sei mesi dalla pubblicazione della legge, i 66 atenei pubblici italiani dovranno infatti approvare i nuovi statuti. Se non dovessero subentrare rallentamenti la riforma potrebbe trovare attuazione già dal prossimo ottobre, in corrispondenza del nuovo anno accademico.
Il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini
Gelmini: “Ho i soldi per attuare riforma in 6 mesi” - Le risorse per attuare la riforma dell'università entro sei mesi ci sono. Ha tenuto a precisarlo il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, durante la trasmissione di 'Porta a porta'. "Ho i soldi - ha detto Gelmini - è stato stanziato un miliardo di euro nella legge di stabilità che è sufficiente per garantire le spese di funzionamento e il riconoscimento degli scatti meritocratici per i ricercatori e i professori". La riforma dovrà essere attuata attraverso una serie di provvedimenti "che verranno approvati tutti entro sei mesi. Quindi - ha aggiunto - sicuramente dal prossimo anno accademico la riforma sarà attuata".
Sacconi: "Ricreazione è finita" - La riforma dell'università segna la fine della "ricreazione" nel sistema educativo iniziata nel 1968. Lo sottolinea il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, secondo cui la legge Gelmini "ha un grande valore in sè, per i robusti contenuti di promozione del merito e della responsabilità, e in relazione al più generale clima culturale del paese. È forse l'atto più significativo con cui si è posta fine alla lunga 'ricreazione' nel sistema educativo iniziata nel 1968". "La fine dell'epoca del debito pubblico irresponsabile - aggiunge il ministro in una nota - induce a fare di necessità virtù e così a evitare dispersione, sprechi, rassegnazione alla bassa qualità. E ora, per completare la liberazione dell'Italia dagli anni Settanta e per promuovere l'occupazione e il lavoro di qualità - conclude Sacconi - dobbiamo realizzare lo 'Statuto dei lavori', perchè il lavoro non si crea con la spesa in disavanzo ma garantendo competenze alle persone in un mercato del lavoro efficiente e trasparente".
Gasparri: "Napolitano ascolti chi è a favore della riforma" - "Adesso, come ha ricevuto le associazioni studentesche in dissenso, mi auguro che il capo dello Stato voglia ascoltare anche le ragioni di coloro che sono favorevoli alla riforma dell'Università, svolgendo in maniera saggia il suo ruolo a 360 gradi". E' l'invito che il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, rivolge al presidente della Repubblica dopo l'approvazione al Senato in via definitiva della riforma Gelmini, che andrà ora alla firma di Giorgio Napolitano. "L'approvazione della riforma - prosegue Gasparri - rappresenta un passaggio fondamentale della legislatura, dell'azione del governo Berlusconi e della maggioranza di centrodestra. Le contestazioni a tratti caratterizzate da episodi di grave violenza non hanno interrotto il processo riformatore. Il fatto che poi le contestazioni degli ultimi giorni abbiano visto prevalere comportamenti pacifici è un ulteriore merito di chi non ha voluto interrompere un'azione di modernizzazione delle nostre strutture universitarie".
Finocchiaro: "Adesso speriamo in decreti attuativi" - La presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, non molla e, dopo l'approvazione del ddl Gelmini fa notare ai cronisti che "una cosa che il ministro non dice mai è che questa è una legge delega e che ci sono ancora circa 50 decreti attuativi da varare. Occorrerà quindi che Camera e Senato tornino in commissione per occuparsene e mi auguro che in quella sede si possa fare ancora qualche passo in avanti".
Confindustria: "Sistema nuovo tenga al centro i giovani" - La riforma Gelmini "consegna finalmente al Paese un sistema universitario nuovo che mette al centro i giovani". Lo afferma Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria con delega all'education, sottolineando che "con l'approvazione della riforma abbiamo evitato di lasciare le nostre università in una situazione di forte incertezza su tutti i fronti: le risorse, la governance, la valutazione della qualità della ricerca e della didattica, la selezione dei docenti". Nascerà un sistema nuovo, spiega Rocca in una nota, "in cui il merito, il finanziamento premiale, la selezione dei migliori e l'internazionalizzazione potranno sostituire l'appiattimento retributivo, il finanziamento su base storica e egualitaria, le assunzioni per anzianità e la chiusura internazionale che hanno caratterizzato la vita dei nostri atenei per troppi anni, penalizzando i giovani e ritardando lo sviluppo del Paese". "Si apre ora - conclude il vicepresidente degli industriali - un'impegnativa fase di riforma organizzativa delle università che consente di competere realmente a livello internazionale lasciandosi alle spalle sprechi, inefficienze e nepotismi".


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