venerdì 30 dicembre 2011

Regione Liguria - Intervento in Consiglio Regionale del 21/12/2011 del Cons. Reg. Marco Melgrati... in grassetto la parte sull'ospedale di Alassio

 

Marco Melgrati consigliere interviene nuovamente in Consiglio Regionale
sul futuro degli Ospedali del ponente ligure

 
MELGRATI: Signor Presidente, signori Consiglieri, io non essendo un tuttologo e non facendo parte della Commissione Bilancio, devo dire che conosco i bilanci perché ho imparato a conoscerli nella mia carriera amministrativa, da Assessore prima, da Sindaco dopo, da Consigliere provinciale, e devo dire che avevo chiesto di fare da relatore per questo provvedimento di legge perché dalla Commissione, della quale ho l’onore di essere Vicepresidente, cioè la VI Commissione, è stata espunta – come direbbe il Presidente Donzella – una legge per essere trasformata in un collegato a questa finanziaria. E quindi mi sembrava opportuno intervenire come relatore perché sarei intervenuto come relatore sull’altro punto. Avevo anche preparato una breve relazione.
Ma dopo gli interventi dell’assessore Rossetti prima, che peraltro ho trovato poco tecnico e molto politico, e del Presidente Burlando, intervento assolutamente politico anche questo, era una relazione sul bilancio, io non ho sentito fare un numero qua dentro, non si è sentito parlare di numeri. Si è sentito parlare di concetti, che sono magari interessanti, ma sul bilancio ci si confronta sui numeri. 
Pertanto, ho ritenuto opportuno intervenire con una relazione di tipo politico anch’io, poi entrando in quello che è il meccanismo della relazione che intendevo apportare appunto a quella parte che è la cartolarizzazione, di cui abbiamo trattato in particolare in Commissione. Ho pensato di scriverlo, perché poi mi perdo e magari non sto nel tempo. Io spero di farlo in meno dei sessanta minuti concessi e credo che, avendolo scritto e leggendolo, cercherò di rimanere molto al di sotto di questo limite.
L’Assessore nella sua relazione è partito da un dato di fatto: i 150 milioni di disavanzo della sanità. In campagna elettorale più di un anno e mezzo fa avevate sbandierato il pareggio di bilancio della sanità. Il raggiungimento del livello zero del Piano di rientro che fine ha fatto? O, come dico sempre, avete taroccato i bilanci, o è successo qualcosa, e non si spiega questo qualcosa.
Anche perché in quest’aula abbiamo sentito recentemente affermare da un autorevole membro di maggioranza una verità, e cioè che il Governo Berlusconi negli ultimi due anni non ha stanziato un euro di meno per la sanità in Liguria. Questa bocca della verità della maggioranza ha provocato il panico nella maggioranza stessa, anche perché la verità fa male. E poi si è corsi a dire che invece diceva delle stupidaggini, che non era vero. Però non credo che sia così. Credo che invece quello che ha detto il Consigliere sia la verità.
E allora questo buco di bilancio è da addebitare solamente alla vostra incapacità gestionale, alla incapacità di gestire la sanità in maniera economica, evitando gli sprechi, sprechi di cui avremo una dotta disquisizione da parte del mio Collega di Gruppo – posso dire così? – Matteo Rosso, che sono sicuro vi intratterrà per un’ora e forse più sugli sprechi della sanità in Liguria e non solo della sanità.
E’ di ieri una nostra interrogazione, un comunicato stampa sull’ennesimo spreco che abbiamo trovato nelle pieghe del bilancio, nelle pieghe della Giunta e che continuiamo a vedere.
E allora degli sprechi appunto ne parlerà bene Matteo Rosso, quelli che noi vi segnaliamo puntualmente, i doppioni, i reparti inutili, il proliferare di nuovi primariati, specialmente a ridosso delle elezioni, in maniera clientelare, l’eccessivo uso della creazione e del mantenimento di strutture complesse, specialmente quelle non strettamente connesse con la medicina, cioè quelle amministrative, che in termini di personale rappresentano il 60 per cento dei numeri in tutta la sanità in Liguria.
Abbiamo ascoltato l’assessore Rossetti parlare dell’IMU con un atteggiamento succube e prono, quasi servile nei confronti di questo Governo tecnico. L’Assessore ha detto che questa tassa era prevista dal Governo Berlusconi col federalismo fiscale.
Noi siamo convinti – e lo sareste anche voi se foste in buona fede, ma non lo siete – che quella prevista dal Governo Berlusconi era altra cosa, era comunque un’opportunità, non un obbligo, al servizio dei Sindaci, delle Autonomie locali, che avrebbero potuto scegliere se applicarla e a quale prezzo e per quale motivazione.
Questa è la differenza tra l’imposizione centralista, che deriva da questa tassa fatta in questa manovra, e il federalismo fiscale, che era invece l’IMU (hanno scelto lo stesso nome) della manovra prevista dal Governo Berlusconi. E le stesse cose che vi dico io le ho sentite ieri al TG2, non Tele Kabul. Le ho sentite su un TG nazionale da autorevoli membri della passata maggioranza. 
Nella relazione dell’Assessore abbiamo ascoltato in maniera velata, quasi soft, accennare ad una contrazione di risorse verso tutti gli Assessorati.
Andando ad esaminare i capitoli di spesa, si evince che la contrazione maggiore risulta verso due Assessorati in particolare: Sport e Turismo e Cultura. E viene spontaneo chiedersi: ma dove viviamo? Forse in Basilicata? O viviamo in una Regione come la Liguria, a forte vocazione turistica? Noi viviamo in Liguria, vivaddio! E quanto spediamo per il turismo? Poco o nulla. Quanto spendiamo per promuovere all’estero la Regione turistica ligure? Poco o nulla. Quanto spendiamo per la riqualificazione delle strutture turistico-alberghiere in Liguria? Poco o nulla.
Poi ci lamentiamo se andiamo in Trentino e vediamo che tutti gli alberghi sono a quattro stelle, che tutti gli alberghi hanno la Spa, che tutti gli alberghi hanno delle camere con arredamenti di grandissima qualità e da noi no. Ci lamentiamo ma spendiamo poco o nulla. E questo non è una critica a questa Giunta in particolare, è una critica che avevo fatto da Sindaco anche alla Giunta di Centro-destra precedente, ma nel frattempo sono passati sette anni e la situazione è peggiorata, quindi gli interventi avrebbero dovuto essere promossi e facilitati. E per la cultura, che è essa stessa occasione di turismo, ancorché di nicchia, quanto spendiamo? Poco o nulla.
E allora avevamo ragione noi quando presentammo una legge per la riduzione del numero degli Assessori esterni da 6 a 2, primo firmatario Luigi Morgillo, che lo ha ricordato nel suo intervento molto bene.
Noi non chiedevamo, come richiesto da ben cinque Gruppi consiliari di maggioranza – non di minoranza, di maggioranza, lo abbiamo letto sui giornali – l’azzeramento degli Assessori esterni. Noi non lo abbiamo chiesto. Noi abbiamo chiesto una riduzione da 6 a 2, contando sul fatto anche che il Presidente Burlando ha utilizzato al massimo il numero degli Assessori previsti nel Regolamento della Regione, cioè 12: 6 interni e 6 esterni.
Non lo abbiamo chiesto noi questo azzeramento, lo hanno chiesto cinque Gruppi di maggioranza. E questo azzeramento degli Assessori esterni e la cancellazione di due Assessorati inutili, appunto quelli che citavo prima, inutili perché? Perché, Assessore, li ha definiti Lei inutili, con la pressoché nulla attribuzione di risorse appunto per l’Assessorato allo Sport e a quello di Turismo e Cultura.
Non ne faccio un fatto personale con il mio amico Berlangieri, ma il suo effetto in questa Regione è pari a zero, come sono pari a zero l’effetto e i risultati dell’Assessore allo Sport. Quindi togliamoli questi Assessorati, non è che dobbiamo eliminarli, li accorpiamo con altri Assessorati e diamo più importanza ad altri Assessorati, magari.
Non chiediamo la cancellazione dell’Assessorato all’Ambiente, che riteniamo fondamentale e importante, come ricordato anche prima dall’amico Morgillo, ma che per voi (e non per noi) è diventato un fatto politico: l’attacco che è stato fatto da questa maggioranza all’Assessorato all’Ambiente nella persona dell’Assessore all’Ambiente, è un fatto grave politico vostro, non nostro. Questo è grave.
Noi non siamo come il consigliere Capurro, che prima ho citato in maniera velata, che oggi cito invece in maniera esplicita, che prima getta il sasso e poi nasconde la mano e ora cerca terza via all’accomodamento per paura di perdere la poltrona, dopo lo sfogo del Presidente Burlando, che si è finalmente accolto che la maggioranza arlecchino, eterogenea uscita dal patto scellerato delle elezioni, il famoso “Progetto Liguria” di cui vi vantate tanto, da esportare in tutta Italia, col diavolo e l’acqua santa. L’UDC con la teoria dei due forni, che poi era quella dei due posti in Liguria, lo sappiamo bene: uno da Assessore e uno da Presidente del Consiglio. Non me ne voglia il Presidente, che per fortuna non c’è, c’è il Vicepresidente a presiedere, quindi leggerà il mio intervento successivamente, ma glielo avevo già detto ad inizio Legislatura: e l’ultra sinistra radicale di Rifondazione Comunista e Sinistra, Ecologia e Libertà.
Di fatto questa alleanza non sta in piedi su troppi temi, siano la creazione di nuovi ospedali, e abbiamo visto le due facce un po’ lombrosiane, se mi permette, dei due Consiglieri sui manifesti contro l’ospedale Galliera. Sia il Piano Casa, dove abbiamo visto delle lacerazioni insanabili. Sia sulla caccia, e ancora ieri abbiamo assistito a un dietro-front incredibile in questo Consiglio regionale.
La legge del turismo, che stiamo ancora aspettando. L’assessore Berlangieri prima delle elezioni, in un confronto con gli albergatori della Provincia di Savona, ha detto: se vinciamo noi, in cento giorni cambieremo la legge Ruggeri; parlo a nome del Presidente Burlando. Tanto in campagna elettorale si può dire qualunque stupidaggine.
 Oggi sono passati più di cento giorni, ma questa legge Ruggeri rimane e non è stata cambiata e l’Assessore – che non era ancora Assessore, era candidato – ha detto: se in cento giorni (glielo ricordo, glielo ricorderò sempre) non approviamo la modifica a questa legge io vengo qua e voi mi sputerete in faccia. Gliel’ho detto, Assessore, ci sono le registrazioni, sono pronti con la saliva gli albergatori della Provincia di Savona, se lo ricordi! 
Perché stiamo aspettando questa legge? Perché è un’altra cosa su cui non riusciamo a metterci d’accordo, non riuscite a mettervi d’accordo sulla modifica della famigerata legge Ruggeri, uno dei più grossi fallimenti della passata Amministrazione Burlando, smentita da sentenze al TAR che rischiano di ripetersi come chicchi d’uva in grandi grappoli, facendo cadere il castello di carta artificiosamente costruito da questa legge.
La legge sugli ampliamenti, un’altra cosa sulla quale non riuscite a trovare come maggioranza – perché siete troppo diversi – una quadra: è arrivata in Commissione e ora è nell’oblio, forse da quando i Gruppi di Sinistra hanno scoperto e compreso che era previsto un aumento del 20 per cento indiscriminato delle superfici per immobili commerciali, turistico-ricettivi, artigianali e industriali, senza limite superiore, come invece avete trovato il sistema di imporre per il Piano Casa. E anche questa con un grave ritardo, soprattutto per quello che riguarda le strutture turistico-ricettive, che sono l’industria che regge questa Regione, qualcuno se lo dimentica, qualcuno se lo dimentica troppo spesso. La norma illegittima approvata dalla Giunta sulla salvaguardia, che vuol dire blocco di tutte le pratiche edilizie in zone esondate, ancorché non in zona rossa di Piano di Bacino, che di fatto blocca la ricostruzione e la ristrutturazione di immobili in zone, appunto, esondate.
Immaginatevi chi, colpito da alluvione, dovesse presentare una DIA per ricostruire, a quali pastoie burocratiche andrebbe incontro.
Nonostante questo, il Presidente Burlando ci viene a dire che il Magra e le Cinque Terre non c’entrano con la cementificazione. Vivaddio, finalmente qualcuno dice una parola di verità, onestà intellettuale. Ma state attenti, perché a gridare sempre e comunque “al lupo, al lupo”, poi qualcuno il lupo potrebbe farlo arrivare, perché non potete sempre gridare alla cementificazione qualunque cosa succeda. 
Il Fereggiano. Il Fereggiano, che è esondato, ha creato dei lutti. Non dimentichiamoci che abbiamo chiesto le dimissioni di Burlando e della Vincenzi dopo l’alluvione per le responsabilità oggettive della politica che ha gestito questi territori e Genova in particolare, e non solo negli ultimi anni; Genova è stata gestita dalla Sinistra sempre, voglio dire. Ricordiamo ancora una volta, come abbiamo ricordato nel Consiglio monotematico, che comunque il Presidente Burlando è il Commissario del Fereggiano, e questo ecomostro sopra la tombinatura che adesso si vuole e si deve demolire, perché non si è pensato di demolirlo prima? Forse si sarebbe risparmiata qualche vittima. Noi non lo sappiamo, ma il sospetto è forte, perché se si doveva demolire, se si deve demolire oggi si doveva demolire anche prima, e qualcuno ha la responsabilità di questo. E le aziende alluvionate non hanno ricevuto che spiccioli. Perché non si cerca di erogare questi fondi? Si dice sempre che aspettiamo dal Governo. Ma quelli che ci sono in cassa eroghiamoli, quella della Regione eroghiamoli. A Varazze li stanno aspettando dall’anno scorso i fondi della Regione.  Il Presidente Burlando precisa che, se si fossero affrontati per tempo i problemi – ovviamente riferendosi al Governo Berlusconi – si sarebbe vista questa realtà magari prima. Si assuma però le sue colpe, Presidente. Dove era Lei cinque anni fa? Dove era tre anni fa? Dove era due anni fa? Come ha fatto il bilancio della sanità da pareggio alle elezioni un anno e mezzo fa, andare a 150 e forse oltre, si parla di 180 milioni di euro di buco, che ci obbliga oggi a vendere i gioielli di famiglia.
Quando il Governo Berlusconi aumentò l’Iva di un punto siete insorti, la Sinistra è insorta al grido “dimissioni!”, una delle poche parole del vocabolario italiano che Bersani conosce, forse l’unica. Adesso non conosce neanche più quella. Bersani oggi è orfano del Presidente Berlusconi, capace solo di gridare questa parola “dimissioni”, come sono orfani i vostri “agenti”, i Travaglio, i Santoro, i Floris. Oggi questo Governo porta l’Iva al 23 per cento e si tace, “tutto va bene, madama la marchesa”. Ma se lo avesse fatto Berlusconi? Dove saremmo oggi? Dove sareste voi? Sareste in piazza a manifestare.
Oggi, invece, si manifesta sommessamente per un’idea non ancora e forse mai applicata: l’abolizione del famigerato articolo 18. Cioè sul nulla, si manifesta su un’ipotesi per nascondere la realtà, e cioè che bisognerebbe manifestare su questa manovra che questo Governo ha portato avanti con la vostra connivenza, con la connivenza della Sinistra.
Con Berlusconi, tanto vituperato, lo spread era altissimo, si diceva che la colpa dello spread era di Berlusconi; le Borse erano in picchiata. Con Monti, professore della Bocconi, Preside, con un grandissimo carisma nel mondo, in Europa, non è cambiato niente: lo spread è altissimo, le Borse sono in picchiata, oggi c’è stata una ripresina, anche ieri, ma di solito facciamo dei bagni di sangue con le Borse, bruciamo milioni e milioni di finanza virtuale, che poi si riflette però nelle borse di chi ha investito.
E allora? Il PD appoggia questo Governo. Voi mi direte: anche il PDL. Avete ragione. Premesso che da parte mia, e non solo da parte mia, perché ho promosso, insieme al mio amico Rosso e all’amico Gianni Plinio, un convegno che dava voce a quello che è il comune sentire della gente: la gente – non so se si può dire, Presidente – è incazzata per questa manovra. L’ho detto, mi scusi, però ci stava.
Dicevo che per parte mia, pur con la coerenza di rimanere e di stare in un partito che ha dato delle direttive, ma non ho portato il cervello all’ammasso, da parte mia dico che questa manovra, che questo Governo è un esproprio della volontà popolare, un golpe delle banche, della massoneria e di altri poteri forti. Questo non l’ho detto solo io, lo dicono in tanti credo, però io lo dico qua ufficialmente, non ho paura di dirlo.
La politica non può lasciare spazio alla tecnocrazia, sennò poi la politica perde, sennò poi ti dicono che non servi a niente, e hanno ragione. Personalmente sarei a chiedere le elezioni subito, però si possono chiedere in primavera, perché ormai la manovra è stata fatta, il risanamento dovrebbe funzionare, se nel breve ci dicono anche come fare, questi tecnocrati bravi, che sono dei luminari, questa manovra qui l’avrei fatta io con il mio commercialista, anzi, forse con mio figlio di undici anni, perché a far pagare in più le tasse sono capaci tutti.
Siccome la manovra è stata fatta, adesso vogliamo vedere che cosa si inventano, cosa esce dal cilindro di questo mago del Governo per la ripresa, perché qui non si è ancora visto niente, e allora in primavera si può andare alle elezioni e ripristinare l’ordine democratico, cioè la delega che i cittadini danno alla politica per fare quello che devono fare, cioè le leggi, cioè la manovra, cioè governare questo Paese. 
Noi chiediamo coerenza politica, coerenza politica che voi non avete e non potete avere, voi del Centro-sinistra, e sarete danneggiati nelle scelte e dalle scelte di questo Governo più voi che noi, e in questo non sono Cassandra, è una mia previsione: voi che avete voluto scacciare l’usurpatore, verrà il giorno che la gente dirà “a ridateci er puzzone”, parlando come il popolo romano si esprimeva. 
Apprendiamo dal Presidente con piacere dell’appuntamento di oggi, se non ho capito male, per la firma dell’accordo sul Terzo Valico. Era ora, Presidente, e solo a voi la responsabilità di averlo ritardato, sempre per i soliti motivi falso ambientalisti e per correre dietro a tutti i Comitati, che molte volte rappresentano solo loro stessi, cioè pochi invasati. Se non ci fosse questo accordo sarebbe grave, altro che applaudire dai banchi della maggioranza. E’ grave averlo portato fino ad oggi questo accordo, c’è poco da applaudire, Colleghi di maggioranza. Stavo dicendo “compagni”, ma è una parola che non è nel mio DNA.  La Gronda è un altro elemento irrinunciabile: senza la Gronda e il Terzo Valico e il raddoppio della Ferrovia di Ponente, Finale-Andora ancora da finanziare e da mettere d’accordo i Comuni sui progetti, ve lo ricordo, perché magari qualcuno dà tutto per scontato, non si va da nessuna parte. La ferrovia è da completare, bisogna trovare i soldi. Fateveli dare da questo Governo tecnico, visto che avete questa amicizia e questa contiguità con questo Governo tecnico. 
Concordiamo con Burlando sulla difesa dei lavori dei grandi cantieri, senza subire condizionamenti di possibili infiltrazioni camorristiche, mafiose o malavitose; bene la centrale degli appalti; bene una maggiore attenzione della Magistratura a questi fenomeni. Ma senza pregiudizi, falsi allarmismi e cacce alle streghe. E l’abbiamo vista, soprattutto nell’estremo ponente della Provincia di Imperia, questa caccia alle streghe che poi non ha portato a nulla, per lo meno nelle connivenze tra la politica e le organizzazioni di tipo mafioso. 
Il Presidente ha parlato di nuove occasioni di lavoro, più che altro trasferimenti e ricollocazione. Più che appunto nuove occasioni di lavoro, si è parlato di trasferimenti, trasferimenti di aziende da una parte all’altra, ricollocazione di aziende.
Il trasferimento Piaggio prima di tutti. Non è che abbiamo una nuova azienda, abbiamo un’azienda che da un posto si è trasferita nell’altro e monetizza, tra l’altro, i terreni facendo una grossa operazione, che io chiamo “operazione immobiliare”, qualcuno dell’estrema Sinistra chiamerà “speculazione immobiliare”. Io la chiamo, invece, “operazione immobiliare”, secondo me anche corretta. 
Gli Erzelli, l’unica vera opportunità, fatta con i soldi del Governo Berlusconi… Presidente, lo ha detto Lei ieri che, prima di andare via, il Governo Berlusconi ha fatto il versamento dei soldi. Lo ha detto Lei, adesso si contraddice? Comunque poi mi risponderà. Lo ha detto, lo ha detto. Università? Pazienza, sempre di quello si tratta. Stiamo parlando di Erzelli, voglio dire. Io ho parlato di Erzelli, poi se è Università o se è impianti produttivi, sempre e comunque produttività è, voglio dire. Lo ha detto Lei, Presidente.
La dimostrazione – l’unico intervento è stato fatto su Genova – ancora una volta è che Genova è matrigna. Ma perché Genova è matrigna? Perché a Genova rappresenta il 60 per cento dei voti elettorali della Regione Liguria. Questo è talmente lampante e lo vediamo in tutte le scelte della Regione, in tutte le scelte verticistiche della Regione. Guardate un po’ se viene privilegiata la sanità della Provincia di La Spezia, la sanità della Provincia di Imperia, la sanità della Provincia di Savona rispetto a quella, per esempio, della Provincia di Genova. Mai, mai! Guardate le quote capitarie. 
Si è parlato della Aurelia bis. La Aurelia bis è come la favola del “bestente”, non so se la conoscete, cioè è una cosa che si deve sempre fare, poi qualcuno non la vuole fare, poi si interrompe, poi si rifà. Io spero che comunque prima o poi si facciano questi tratti di Aurelia bis. Non sono un fiore all’occhiello di questa Amministrazione, si trascinano da vent’anni i cantieri presunti della Aurelia bis.
Siamo però la Regione più tassata. Il Presidente ci viene a vendere che non ha aumentato le tasse dei redditi sopra i 30.000 euro. Abbiamo ancora e paghiamo la addizionale per la sanità, quella sanità con un buco stimato in 150-180 milioni di euro. La paghiamo per gli anni precedenti, voglio dire. Abbiamo le tasse della guerra di Libia, noi, che ci trasciniamo sempre. E allora dice: sopra i 30.000 non abbiamo messo nuove tasse. Quelli sopra i 30.000 saranno un po’ incavolati, voglio dire (scusate il termine). 
Il Presidente ha parlato di energie alternative: biomasse, solare, fotovoltaico, eolico, occasione di sviluppo per energie alternative che si confronta sempre, tutte le volte, con posizioni radicali dell’ultra Sinistra di questa maggioranza.
Ieri scopriamo, con l’accordo Tirreno Power a Savona, che la salute dei liguri, dei savonesi in particolare, ha un prezzo. Il prezzo è 7,5 milioni per la Regione e 1 milione ciascuno per i Comuni di Vado e Quiliano. E a Savona? Nulla. A Savona la salute dei cittadini non vale nulla. Pensare che la centrale è sì sul territorio di Vado, ma è molto vicina al territorio di Savona. 
Il Presidente ha chiesto un segnale della politica con la riduzione del numero dei Parlamentari. Giusto e sacrosanto, se lo avesse fatto in Parlamento. Diamo un segnale noi con la riduzione, non con l’azzeramento come, ripeto, avete chiesto voi del numero degli Assessori. Noi abbiamo presentato questa legge per la riduzione da 6 a 2 del numero degli Assessori esterni.
La eliminazione del listino, per esempio, che porta persone non elette, non confrontatesi con la società civile, con gli elettori a sedere in Consiglio Regionale, a pieno titolo, per carità, ma senza l’avallo degli elettori. E a noi, che abbiamo fatto campagna elettorale, che siamo andati in giro a chiedere i voti, questa cosa un po’ di fastidio dà. O la sua trasformazione, la trasformazione del listino in quote elettorali. Andatevi a prendere i voti per le strade, con gli elettori, non questa facilità di essere inseriti in un listino e poi essere eletti, cari amici. A valere con i voti del popolo, questa è una vera ricetta anti “casta”: eletti e non nominati.
Ho chiesto di intervenire come relatore di minoranza circa l’emendamento alla legge regionale finanziaria sulla cartolarizzazione, e qui entro nel vivo di quello che doveva essere il mio intervento, perché fino ad adesso abbiamo scherzato. Anzi, c’è poco da scherzare, voglio dire, la situazione è grave, però a me piace indugiare con la battuta ogni tanto, un po’ come il nostro Presidente del Consiglio (non il vostro, quello nostro).
Burlando e la sua Giunta vogliono espropriare i territori con la vendita degli ex ospedali con la legge che propone il cambio di destinazione d’uso in appartamenti contro il parere dei Sindaci e degli Enti locali. Si chiama cartolarizzazione, ma di fatto è una legge che espropria i territori con queste vendite e con questi cambi di destinazione. C’è stata bagarre in VI Commissione sulla proposta di legge, sulla cartolarizzazione degli immobili di proprietà della A.S.L. per fare cassa e ripianare il debito di 180 milioni di euro della sanità in Liguria. La maggioranza si è comunque divisa sull’ipotesi di approvare il provvedimento in VI Commissione oppure, come proposto dai Gruppi PDL, Lega Nord e Lista Biasotti, rinviarlo alla II Commissione per trasformare l’emendamento alla finanziaria. 
Infatti, secondo i Gruppi di minoranza, questo provvedimento ha attinenza col bilancio e quindi la legge finanziaria, perché implica la destinazione dei proventi delle vendite e dell’eventuale surplus delle stesse.  Di fatto, il documento, su richiesta dei Gruppi di minoranza, era stato ritirato dall’assessore Fusco e riproposto come emendamento dalla consigliera Piredda, mi sembra, in II Commissione. 
Questo emendamento, per quello che mi riguarda, è iniquo perché di fatto espropria i Comuni dalla potestà decisionale urbanistica. Infatti, se anche un Comune si oppone al cambio di destinazione d’uso, viene convocata una Conferenza di Servizi col parere predominante della Regione; tanto vale a dire che la Regione ha già deciso di trasformare gli ex ospedali del territorio in alloggi di lusso, perché è ciò che fa rendere di più questa cartolarizzazione, questa monetizzazione o, come la chiamate voi, questa rivalutazione. 
Viste le posizioni degli stessi sul territorio, pensiamo all’Ospedale di Alassio e quello di Varazze, alla realtà di Costarainera, all’Ospedale di Santa Margherita; l’Ospedale di Santa Margherita e quello di Alassio, che mi risultano ancora in funzione; quindi vendete la pelle dell’orso prima di averlo ucciso
Noi non siamo come concetto e come filosofia contrari alla cartolarizzazione, anzi, noi siamo liberal come concetto, quindi siamo favorevoli alla cartolarizzazione e alla riqualificazione di immobili dismessi; ancorché ci venga il dubbio che qualche dismissione sia stata fatta ad ARTE per poi vendere che qualche chiusura e qualche dismissione.
Siamo assolutamente contrari all’esproprio proposto da questa Giunta Burlando e dalla maggioranza di Centro-sinistra in Regione della potestà dei Comuni di dare la destinazione d’uso, con il contentino ai Comuni di un contributo fino al 10 per cento del valore.  Oggi so che c’è un emendamento che dice il 10 per cento, comunque un’elemosina. Abbiamo presentato degli emendamenti. No, non lo facciamo gratis, Presidente. La vendita di questi “gioielli di famiglia”, acquisiti al patrimonio dell’A.S.L. con legge nazionale, ma in precedenza quasi sempre di proprietà dei Comuni.  Difatti, vorrei ricordare che, una volta, gli ospedali erano affidati alle iniziative comunali e solo una legge nazionale ha espropriato i Comuni e ha mandato le proprietà alle A.S.L., non solo degli ospedali ma di tutte le proprietà connesse, che erano frutto di lasciti di munifici donatori.  Ci troverebbe consenziente – mi troverebbe consenziente – solo se le destinazioni d’uso fossero concordate con il Comune.  Potrebbe essere l’occasione – quando l’ho detto la Commissione, la Sinistra è saltata sulle sedie “Melgrati ha detto una cosa di Sinistra”, “no, ho detto una cosa di buonsenso” - per creare in questi plessi edilizia convenzionata da affidare a cooperativa per realizzare prime case a prezzi calmierati per i cittadini più giovani, per le nuove coppie e comunque per i residenti dei Comuni.  In un momento di crisi grave, dare la possibilità ai cittadini di acquistare una casa a prezzi calmierati, senza ulteriormente cementificare il territorio, potrebbe farci superare le perplessità legate a questa operazione dalla Giunta di Centro-sinistra. 
Perché affermo questo? Perché, da Sindaco, ho proposto più di un’operazione di edilizia convenzionata; mi è sempre stata negata replicando che si faceva della cementificazione.  Qui il cemento già, si tratta di ristrutturarlo per dare un servizio, una casa ai cittadini residenti che non ce l’hanno. Alla richiesta sul motivo per cui alcuni negozi di Alassio, che facevano parte della precedente vendita, non sono ancora di proprietà della A.S.L.; mi è stato risposto dall’Assessore che non è stato ancora stipulato l’atto.   
Quindi non è stata fatta ancora – stiamo parlando dal 2001, credo, cioè dalla vendita di questi negozi dell’A.S.L. ad ARTE – la rivalutazione. Io mi auguro che la rivalutazione di questi plessi, invece, avvenga con tempi meno biblici. Mi riferisco, in particolare, alla vendita degli ospedali di Alassio e Varazze con le relative RSA. L’interrogazione è stata fatta mesi fa contro la chiusura delle Residenze sanitarie di lungo degenza di Alassio e Varazze, chiedendo alla Giunta quali siano le eventuali modalità di affidamento della gestione ai privati. Le RSA di Alassio e Varazze costituiscono un presidio e forniscono un servizio che gli ospedali tradizionali non possono più svolgere. E’ stata indetta una gara d’appalto per esternalizzare il servizio e affidare la gestione a privati, con accreditamento A.S.L., per le strutture di Millesimo e Finale, contenente una postilla per un’eventuale estensione del modello di gestione anche a Varazze, cosa che è stata puntualmente fatta; mentre non vi è traccia di quella di Alassio. L’intenzione da parte della A.S.L. è quella, ovviamente, di cedere i muri delle strutture per i cambi di destinazione. E questo sarebbe uno sfregio agli autori di lasciti immobiliari, ai munifici donatori che hanno consentito il mantenimento della struttura di Alassio.  Nella RSA di Alassio c’è un problema in più: nel 2001 è stata fatta la ristrutturazione dell’ospedale, che è costata 2 miliardi di lire, 1 miliardo e mezzo è stato messo da un munifico donatore, con l’impegno di attivare il servizio “Asilo del Nonno”, un servizio per le famiglie gestito dalla A.S.L. con il Comune di Alassio. E questo andrebbe a scomparire. E come ci si comporta nei confronti di questo munifico donatore, che ha di fatto ristrutturato l’ex Ospedale di Alassio e consentito che venisse tenuto in vita, quindi, dal 2001 ad oggi, per dieci anni?  Un bel Grazie e via! Inoltre, il voler spostare presso l’Ospedale di Albenga la RSA di Alassio. Se la commistione non c’è in nessun ospedale d’Italia, un motivo ci sarà, la commistione tra acuti e RSA. Questo è un grave precedente.  L’Assessore dichiara che non ci sono soluzioni alternative. Il Sindaco di Albenga ha dimostrato all’Assessore che vi è la possibilità di convenzionamento con una clinica privata, così come è stato fatto a Varazze, con dei costi inferiori da quelli della RSA intramoenia.    
Oggi, di fatto, la chiusura dell’Ospedale di Alassio e diventerà un condominio di lusso in prima collina. Non ci sono più i reparti di Radiologia, Dialisi e Riabilitazione, trasferiti ad Albenga, e entro la fine dell’anno sarà trasferita la RSA. E la chiusura sarà sancita con questo emendamento.
La legge regionale finanziaria sulla cartolarizzazione, che sarà, purtroppo, approvata oggi, o domani, dal Consiglio regionale, crea queste condizioni e tutto questo nel silenzio complice del Sindaco e dell’Amministrazione di Alassio, serva del PD regionale.  
E parliamo della perdita di funzioni degli ospedali di Albenga e Cairo. Mentre la maggioranza a Genova discute e si appresta ad approvare, nella seduta di domani, l’articolo di legge che agevola dismissione e cambio di destinazione d’uso dei plessi di proprietà regionale, con l’ultima parola che spetterà alla Regione; anche in caso di parere contrario dell’Amministrazione regionale, che di fatto dà il via libera alla trasformazione in alloggi degli ospedali di Alassio e di Varazze, in provincia di Savona, dell’Ospedale di Santa Margherita, dell’Ospedale di Costarainera (dove ho avuto il piacere di essere ricoverato); Sagunto – cioè Albenga e Cairo – sta per essere espugnata.
La preoccupazione e l’allarme dei primari albenganesi non ha trovato, per ora, e credo non troverà, risposta nei rappresentanti della maggioranza in Regione; anzi, dalle parole del Capogruppo del PD, nei giorni passati, è emersa la volontà di trasformare il plesso albenganese in un centro di eccellenza, sì, ma privato. Infatti, oltre alla Protesica, già di fatto operativa presso l’Ospedale di Albenga, potrebbero essere inserite altre specialità, sempre gestite dai privati, quali l’oculistica, e si è parlato anche di Cardiochirurgia, ma quest’ultima se la gioca il Capogruppo del PD un giorno con Santa Corona e un altro giorno con Albenga (quella che ha sede a Villa Azzurra di Rapallo, ma con la convenzione in scadenza, io credo però che sarà difficile). E i servizi essenziali che fine faranno? Chiuderà la Terapia intensiva, dopo le battaglie che abbiamo fatto per tenerla aperta 24 ore su 24, sette giorni la settimana. Questo fatto è recente e oggi già chiude, l’abbiamo tenuta aperta e oggi la chiudiamo, allora non dovevamo tenerla aperta sette giorni su sette.  La Medicina generale, il Laboratorio Analisi, strutture di eccellenza, con tre persone addette, che fa mille esami al mese; la Nefrologia, che già oggi copre anche il servizio Dialisi di Alassio; la Chirurgia laparoscopica avanzata, altro reparto di eccellenza con attrezzature specialistiche, sala operatoria attrezzata, che cura e opera tumori del colon ed ernie iatali; si può pensare di trasferirlo così, senza perdita di livello? E il reparto di Riabilitazione, già chiuso ad Alassio e spostato ad Albenga, la Radiologia e soprattutto il Pronto Soccorso? Pronto Soccorso che ad Albenga ha numeri importantissimi: 32.000 accessi all’anno contro i 49.000 di Santa Corona; ma se togliamo i ricoveri per il Pronto Soccorso traumatologico, ginecologico e pediatrico, Santa Corona ha solo 2.000 accessi in più per il Pronto Soccorso.   
E come farebbe soprattutto Santa Corona a smaltire una siffatta mole di accessi per tutto il comprensorio pietrese e albenganese in caso di chiusura del Pronto Soccorso di Albenga? Già oggi i tempi di attesa sono biblici. Basta andare una sera, a me è capitato di accompagnare mio papà, che per fortuna non aveva niente di grave, al Pronto Soccorso di Pietra Ligure e trovare una coda di ore e ore. 
E che dire del reparto di Ortopedia, di cui è già stata annunciata la chiusura, con i medici e il personale paramedico abbandonati a loro stessi, che non sanno quale sarà il loro futuro? Reparto che svolgeva e svolge 800 interventi l’anno, di cui 350 di Traumatologia, che andranno a ricadere completamente su Pietra Ligure, che sarà, quindi, a tappo. 
E il protocollo firmato dai medici della A.S.L., che impone il rispetto dei tempi di massimo 24-48 ore per operare un femore rotto, sarà possibile rispettarlo con l’Ortopedia solo a Santa Corona? Io credo di no. 
E lo spostamento della RSA di Alassio e di Albenga, unico caso in Liguria di ospedale per acuti che ospita una RSA per lungo degenza, ma per quanto ancora, al di là della incongruenza? 
Sembra proprio che si respiri un’aria di smobilitazione in attesa di affidare ai privati tutto il plesso e far diventare l’Ospedale di Albenga, dove ora ci sono delle eccellenze, una clinichetta qualunque. Forse perché è stato un ospedale voluto dal Centro-destra (Dio non voglia), inoltre perché il contributo regionale sarà ridotto, il prossimo anno, di 1 milione di euro in provincia di Imperia e di 20 milioni di euro in provincia di Savona, perché? Quando dalla A.S.L. n. 1 provengono già oggi, con dati del gennaio-ottobre, 332 operati ad Albenga e 1.992 operati a Santa Corona, esclusi i PAC, che porta il numero di operati provenienti dalla provincia di Imperia a 2.500. E la chiusura della day surgery? E intanto i pazienti fuggono a farsi operare in altre regioni con un aggravio dei costi per la sanità ligure. E’ questo il vero problema, lo ha detto prima molto bene il mio collega, il consigliere Morgillo. E mentre scopriamo che il 60 per cento del personale della A.S.L. appartiene all’area amministrativa, Neirotti, il megadirettore savonese, fa battute e dice che per lui sarebbe utile un ospedale unico in provincia di Savona, a Spotorno o a Vado, magari. Direttore, non si scherza con la salute dei cittadini! 
L’Ospedale di Albenga come quello di Cairo sono una risorsa irrinunciabile per tutto il territorio. Scenderemo in piazza, se necessario. Ma scenderà la gente, Presidente, con i forconi, se toglierete i Pronto Soccorsi di Alassio e di Cairo Montenotte. Con i forconi ve li troverete qui fuori, altro che con le fasce da sindaco!  Giù le mani, Giunta di Sinistra, dai Pronto Soccorsi di Albenga e di Cairo Montenotte! Giù le mani, compagno Presidente! Questa sera, sarò ad Albenga, a un incontro pubblico, a confrontarmi con la gente, e ho invitato anche il Presidente della Commissione Sanità Quaini perché senta con le sue orecchie quello che lui sa già e che ben conosce, cioè l’esasperazione della gente su questi tagli che sono fatti in maniera casuale, oserei dire. Il Piano sanitario provinciale prevede per Albenga la perdita di Chirurgia, appunto del servizio sette giorni su sette, di Rianimazione e Ortopedia, il declassamento del Pronto Soccorso, appunto il Primo Intervento.
 Si dice che questi reparti siano doppioni del Santa Corona, tacendo il fatto che a Santa Corona le liste d’attesa, come ricordavo prima, sono già intasate. Le operazioni vengono svolte ad Albenga con grande professionalità e soddisfazione degli utenti e ne alleviano il lavoro e danno risposta ai cittadini e al comprensorio. Quindi mi aspetto una mobilitazione, come ho chiesto, di tutti i sindaci del comprensorio albenganese, emulazione di quanto già fatto dai colleghi della Val Bormida, con in più il supporto – mi dicono – di 21 mila firme, io avevo scritto 18 mila l’altro, ma sarebbero 21 mila firme. 
Presidente, se ci sono 21 mila persone che hanno firmato per mantenere i servizi minimi negli ospedali del Savonese, ci sarà un perché, soprattutto nel comprensorio albenganese. 
Bene l’emendamento sui parametri della legge 16, un emendamento bipartisan, ma ricordiamoci – esco dall’argomento della sanità – che il problema di questi parametri è sui progetti già avviati; quindi chiederò che, nella rivisitazione della legge 16, si faccia una norma transitoria per consentire ai progetti già avviati di non andare a modificare. 
Voi immaginatevi un progetto che è andato in Commissione edilizia o in Conferenza dei Servizi, è stato approvato, è andato magari in zona di vincolo idrogeologico, allora è stato mandato alle Comunità montane, ma le Comunità montane hanno chiuso, quindi l’ hanno mandato alla Provincia di competenza, la quale l’ ha trasferito ai Comuni, che a loro volta l’ hanno mandato al Comune capofila che si è incaricato di fare la procedura per il vincolo idrogeologico. Ebbene, ci sono dei progetti che sono in giro da due anni, con questo giro di uffici. Immaginatevi un progetto che ha avuto l’autorizzazione della Commissione locale per il Territorio e poi ha avuto l’approvazione della Sovrintendenza, torna indietro, se non vi fosse questa proroga, oggi dovrebbero rifare il progetto e riattivare tutta la procedura, anni e anni. E allora un po’ di rispetto anche per gli imprenditori, per i cittadini soprattutto e per i professionisti. 
Vado a concludere. Il Presidente è stato bravo, il Presidente è bravo, non è che è stato bravo, non lo dico oggi, non dico una cosa nuova, nella sua relazione. Con quel suo tono fintamente dimesso, un po’ understatement, ci ha propinato anche un siparietto da libro “Cuore”, con la citazione in dialetto del padre sulla sanità. Un bel siparietto, anche simpatico! La realtà, però, è un’altra Presidente: mai in questa legislatura, questa maggioranza è stata così in crisi, a un passo dalla rottura, dal break point, dal punto di non ritorno, con il conflitto che nasce a Roma – sappiamo bene – dove l’I.D.V. rincorre le posizioni populistiche della Lega Nord per biechi scopi elettoralistici.
D’altronde, noi al Centro-destra abbiamo la Lega e al Centro-sinistra avete l’I.D.V. E’ così, fa parte del gioco. Però la realtà è questa. E il PD, con l’ultra Sinistra, a fare da pretoriani al Presidente, schegge impazzite ogni tanto di una maggioranza che non può, per sua natura, avere la stessa filosofia, lo stesso credo, le stesse radici, come può? Anzi, con la tradizione del Partito Popolare europeo, con don Sturzo e De Gasperi, da una parte, e il radicalismo bolscevico e oltranzista, finto ambientalista, di Rifondazione, dei figliocci del ribelle di Sinistra, Vendola. Come direbbe Di Pietro: “che ci azzecca?”.
E questo è il risultato, Presidente. Questa crisi della Sua maggioranza che mai come in questi giorni è stata grave. Si è arrivati a un passo dalla rottura. Ma oggi, come scriveva il divino Dante facendo dire al conte Ugolino più che l’amor poté il digiuno”, e allora tutto sarà come prima, o quasi !


Marco Melgrati
Consigliere regionale Gruppo PdL

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