giovedì 19 agosto 2010

ALASSIO - L’INCHIESTA SU RICICLAGGIO E INFILTRAZIONI CRIMINALI


 


Antimafia, il via da Poggio Fiorito

L’attenzione della Dia dopo la molotov in un cantiere
Ma sono almeno tre gli episodi sospetti
ALASSIO - Ci sarebbe la molotov ritrovata nel giugno scorso all’interno del cantiere per la trasformazione di Poggio Fiorito tra gli episodi su cui stanno indagando i carabinieri della divisione investigativa antimafia. 
Anzi, l’attentato di giugno sarebbe ai  primissimi posti nella lista degli uomini della Dia, e anzi potrebbe essere stato proprio quell’episodio a convincere l’antimafia ad interessarsi di Alassio.
La vicenda risale al 8 giugno scorso, quando gli operai della ditta che sta effettuando i lavori di trasformazione in alloggi della vecchia casa di riposo (ceduta dall’Asl tramite Progetto Ponente nell’ambito dell’operazione che ha portato alla costruzione del nuovo ospedale di Albenga) trovarono all’interno del cantiere una grossa tanica di benzina, tappata con uno strofinaccio intriso di combustibile e con la punta bruciacchiata.  

L’ordigno fortunatamente non esplose, forse grazie alla nottata particolarmente umida e   a tratti piovosa o meno probabilmente per un errore di chi l’ha confezionata e innescata.
Fin da subito si è parlato di un attentato non riuscito o forse di una sorta di avvertimento, ed evidentemente le considerazioni di molti alassini sono state identiche a quelle degli uomini della Dia, che hanno deciso di venire a dare un’occhiata da vicino. 
La vicenda della molotov di Poggio Fiorito, però, non sarebbe l’unica ad avere attirato l’attenzione degli investigatori antimafia. 

IMMOBILI “CALDI”
Sotto la lente di ingrandimento anche i tanti immobili in disuso realizzati di recente

Sarebbero infatti almeno tre gli incendi sospetti ai danni di cantieri edili e di mezzi industriali avvenuti nell’ultimo anno, oltre ai diversi degli anni passati non soltanto ad Alassio ma un po’ in tutto il comprensorio. 
Resta comunque sempre vivo l’interesse degli investigatori per i tanti immobili in disuso, soprattutto se realizzati o ristrutturati di recente, e i due carabinieri dell’antimafia sono
stati visti salire e scendere più volte dalla collina alassina.
La sempre appetibile economia edilizia di Alassio che muove grosse quantità di denaro e richiama imprese da ogni parte d’Italia potrebbe avere suscitato l’attenzione di qualche grossa organizzazione criminale, sia per operazioni di riciclaggio che per vere e proprie iniziative imprenditoriali per le quali difficilmente accetterebbe la concorrenza di imprenditori indipendenti o peggio ancora rivali. 
Nonostante il riserbo strettissimo che gli inquirenti mantengono, la sensazione è che la frequente presenza degli uomini dell’antimafia non sia legata a un’attività di routine, ma alla precisa volontà di capire cosa c’è dietro a tanti strani episodi.  
Un’indagine che oltre a provocare qualche comprensibile preoccupazione in città, potrebbe a seconda degli esiti avere importanti ripercussioni  su tutta l’economia alassina  e rivierasca, visto che sotto la lente degli investigatori c’è davvero un gran numero di vicende che tra l’altro potrebbero riguardare anche altre porzioni del territorio ponentino.
Presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia e in generale nella vita quotidiana del comprensorio sono da tempo oggetto di voci e polemiche, ma l’arrivo degli investigatori sembra ora dare maggiore concretezza a quelle che fino a ieri erano soltanto voci.
Luca Rebagliati
Da www.ilSecoloxix.it del 19 Agosto 2010

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