ALASSIO - A novembre dell’anno scorso il consiglio comunale alassino, guidato dall’allora sindaco MarcoMelgrati, aveva approvato il bilancio delle società partecipate riferite al 2008.
Compreso quello della “Bagni di Mare srl”, partecipata al 100% dal Comune e costituitasi nel 2006.
L’anno scorso la Bagni di Mare diventò l’unica società operativa nella gestione delle spiagge comunali, “e quindi ha provveduto si legge nel verbale di delibera del consiglio comunale dello scorso 3 novembre alla gestione e conduzione di stabilimenti balneari e spiagge libere attrezzate sul territorio del Comune di Alassio attraverso società terze, così come da convenzione a seguito della quale ha acquisito l’intero capitale socialedella società “Ge.s.coMare srl”.
L’anno scorso la Bagni di Mare diventò l’unica società operativa nella gestione delle spiagge comunali, “e quindi ha provveduto si legge nel verbale di delibera del consiglio comunale dello scorso 3 novembre alla gestione e conduzione di stabilimenti balneari e spiagge libere attrezzate sul territorio del Comune di Alassio attraverso società terze, così come da convenzione a seguito della quale ha acquisito l’intero capitale socialedella società “Ge.s.coMare srl”.
Sempre nel 2009 si sono concluse le operazioni di fusione tra le due società.
Gli agenti delle Fiamme Gialle della compagnia di Albenga insieme ai militari della Guardia Costiera, competente sul demanio marittimo, e ai colleghi della Procura della Repubblica, coordinati dal pm Chiara Maria Paolucci che assiste il procuratore capo Francantonio Granero nell’inchiesta, si sono concentrati su carte e atti inerenti il bilancio. E in particolare sull’utile di 13 mila e 623 euro alla voce risultato d’esercizio. Ripartiti a copertura delle perdite dei precedenti esercizi per la quota di 1.453 euro.
Altri 2 mila euro sono stati accantonati come “riserva legale”. E 10.170 euro « in attesa di destinazione futura».
Gli agenti delle Fiamme Gialle della compagnia di Albenga insieme ai militari della Guardia Costiera, competente sul demanio marittimo, e ai colleghi della Procura della Repubblica, coordinati dal pm Chiara Maria Paolucci che assiste il procuratore capo Francantonio Granero nell’inchiesta, si sono concentrati su carte e atti inerenti il bilancio. E in particolare sull’utile di 13 mila e 623 euro alla voce risultato d’esercizio. Ripartiti a copertura delle perdite dei precedenti esercizi per la quota di 1.453 euro.
Altri 2 mila euro sono stati accantonati come “riserva legale”. E 10.170 euro « in attesa di destinazione futura».
Troppo poco, secondo l’occhio degli agenti del fisco in base ai prezzi praticati all’utenza delle spiagge comunali attrezzate.
Il sospetto è che una parte degli introiti non sia stata dichiarata e quindi versato ufficialmente nelle casse pubbliche.
Negli atti finiti in mano agli inquirenti anche l’atto notarile con cui il Comune di Alassio decise, il 23 giugno del 2008, di cedere la sua partecipazione al 51% nella “GescoMare srl” alla “S.B.M., società Bagni di Mare”. Poi il 29 giugno dell’anno scorso la fusione.
A suscitare l’attenzione della Procura sono soprattutto gli sbalzi nei conti dal 2002 al 2008 per quanto riguarda la Gescomare.
Le cui risultanze contabili nel 2006 avevano fatto registrare un meno 10.213 euro, poi un ulteriore meno 41 mila nel 2007, infine nel 2008 la cifra si era attestata a meno 34 mila circa.
A.P.
Da www.ilSecoloxix.it del 09 Agosto 2010
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