lunedì 9 agosto 2010

ALASSIO - L’AGENZIA DELLE ENTRATE NEL POOL INVESTIGATIVO




 Spiagge libere attrezzate la Procura 
“scava” nei bilanci

Il sospetto: introiti bassi rispetto alle tariffe
Altre località nel mirino
ALASSIO - Evasione fiscale, ma non solo. Troppo bassi gli incassi dichiarati a fronte di tariffe non certo di favore per i servizi offerti dagli stabilimenti balneari pubblici e dalle spiagge libere attrezzate comunali.  
Strutture date in gestione a società partecipate e poi girate a cooperative che in teoria dovrebbero fornire al pubblico prezzi più bassi di quelli riscontrati durante il blitz della polizia giudiziaria della Procura. 
A fronte di una quota fissa comunque versata in Comune. Ora dei conti degli stabilimenti balneari sotto inchiesta si occupano anche gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate
Dodici gli indagati nell’inchiesta della procura sulle spiagge pubbliche comunali date in affidamento alla società pubblica “SBM Bagni di Mare” (ex Gescomare, costituitasi il 29 aprile 2006).
Controlli e indagini che si sono estesi ad ulteriori spiagge dei centri limitrofi. 
Gli inquirenti hanno non soltanto visionato tutta la documentazione riguardante gli aspetti fiscali e il rispetto delle regole sulla balneazione, ma hanno anche interrogato lungamente i gestori, i bagnini e persino i bagnanti.  
Una sorta di ricognizione attenta e approfondita dell’attività delle spiagge, e anche sulla loro gestione per poi poter esaminare il flusso di denaro legato alle entrate e capire se c’è o meno proporzionalità.
Sopralluoghi non solo sulle spiagge, ma anche in Comune ad Alassio, per visionare e fotocopiare tutta la documentazione riguardante le spiagge libere attrezzate e gli stabilimenti balneari comunali dati in concessione. Concentrandosi in particolare sui criteri di assegnazione.
Nel mirino gli amministratori della società e i vertici delle tre cooperative coinvolte nella gestione delle spiagge. Gli inquirenti hanno anche acquisito contratti e convenzioni tra Comune e SBM (Società Bagni di Mare), il cui capitale sociale risulta essere ad aprile di quest’anno di 110 mila euro.
Oggetto degli approfondimenti è anche il lavoro di Corrado Barbero, amministratore unico della società partecipata.  
Gli inquirenti cercano di capire dalla documentazione acquisita la regolarità di autorizzazioni e assegnazioni e soprattutto eventuali flussi di denaro nascosti al fisco. 
E soprattutto se c’è trasparenza e corrispondenza tra i contratti di convenzioni e quanto in realtà pagato dai bagnanti.
Tariffe che non dovrebbero essere al pari dei bagni privati. 

Alberto Parodi

Da www.ilSecoloxix.it  del 09 Agosto 2010

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