Marco Melgrati, consigliere regionale in quota PdL
Caro Massimiliano,
leggo sul Giornale
della Tua proposta di rinnovare la protesta contro il Governo tecnico
con manifestazioni pubbliche. Sono ovviamente al Tuo fianco, insieme
agli amici Rosso e Plinio, disponibile ad organizzare manifestazioni
pubbliche nelle piazze o nei teatri, sulla scorta di quanto è stato
fatto al Teatro della Gioventù a Genova di venerdì 25 novembre. Ritengo
che si possano e anzi si debbano ripetere simili iniziative, ma non solo
a Genova, ma almeno in ogni capoluogo di Provincia in Liguria.
Oggi più
che mai si avverte che questo esproprio della politica non ha sortito
nessun effetto di rilievo, non ha cambiato radicalmente le cose, se non
nell’inasprimento del carico e del prelievo fiscale. Oggi dobbiamo
puntare a nuove elezioni, anche a costo, per il Centro-destra, di
perderle. Ma almeno chi governa avrà il mandato popolare, non l’avvallo
di banche e poteri forti dello stato!
Ti trasmetto, in allegato,
sperando che possa farti piacere, l’estratto letterale del mio
intervento in Consiglio Regionale durante il voto della Legge
Finanziaria della Regione Liguria, relativo alla politica nazionale.
Ovviamente mi rivolgo a Burlando e al Centro-sinistra. E’ un intervento a
braccio, quindi non mediato, non letto, non scritto, se non con alcuni
appunti, fatto di getto, ma per questo ancora più sincero; eccolo:
“Quando il Governo Berlusconi aumentò l’Iva di un punto siete insorti, la Sinistra è insorta al grido “dimissioni!”,
una delle poche parole del vocabolario italiano che Bersani conosce,
forse l’unica. Adesso non conosce neanche più quella. Bersani oggi è
orfano del Presidente Berlusconi, capace solo di gridare questa parola
“dimissioni”, come sono orfani i vostri “agenti all’Avana”, i Travaglio, i Santoro, i Floris.
Oggi questo Governo vuol portare l’Iva al 23 per cento e si tace,
“tutto va bene, madama la marchesa”. Ma se lo avesse fatto Berlusconi?
Dove saremmo oggi? Dove sareste voi? Sareste tutti in piazza a manifestare, con sindacati, partiti e bandiere rosse!!!
Oggi,
invece, si manifesta sommessamente per un’idea non ancora e forse mai
applicata: l’abolizione del famigerato articolo 18, che peraltro
colpirebbe solo il 50% dei lavoratori italiani, in quanto l’altro 50%
già oggi non è tutelato. Cioè sul nulla, si manifesta
su un’ipotesi per nascondere la realtà, e cioè che bisognerebbe
manifestare su questa manovra che questo Governo ha portato avanti con
la vostra connivenza, con la connivenza della Sinistra.
Con
Berlusconi, tanto vituperato, lo spread era altissimo, si diceva che la
colpa dello spread era di Berlusconi; le Borse erano in picchiata. Con
Monti, professore della Bocconi, Preside, con un grandissimo carisma nel
mondo, in Europa, non è cambiato niente: lo spread è altissimo, le
Borse sono in picchiata, oggi c’è stata una ripresina
(22/12/2011), anche ieri, ma di solito facciamo dei bagni di sangue con
le Borse, bruciamo milioni e milioni di finanza virtuale, che poi si
riflette però nelle borse di chi ha investito.
E allora? Il PD appoggia questo Governo.
Voi mi direte: anche il PDL. Avete ragione. Premesso che da parte mia, e
non solo da parte mia, perché ho promosso, insieme al mio amico Rosso e
all’amico Gianni Plinio, con il Direttore del Giornale della edizione
di Genova, Massimiliano Lussana, un convegno che dava voce a quello che è
il comune sentire della gente: la gente – non so se si può dire, Presidente – è incazzata per questa manovra. L’ho detto, mi scusi, però ci stava.
Dicevo
che per parte mia, pur con la coerenza di rimanere e di stare in un
partito che ha dato delle direttive, ma non ho portato il cervello
all’ammasso, da parte mia dico che questa manovra, che questo Governo, è
un esproprio della volontà popolare, un golpe delle banche, della
massoneria e di altri poteri forti. Questo non l’ho detto solo io, lo
dicono in tanti credo, però io lo dico qua ufficialmente, non ho paura
di dirlo.
La politica non può lasciare spazio alla tecnocrazia, sennò poi la politica perde, sennò
poi ti dicono che non servi a niente, e hanno ragione. Personalmente
sarei a chiedere le elezioni subito, però si possono chiedere in
primavera, perché ormai la manovra è stata fatta, il risanamento
dovrebbe funzionare, se nel breve ci dicono anche come fare il rilancio
dell’economia, questi tecnocrati bravi, che sono dei luminari, questa
manovra qui l’avrei fatta io con il mio commercialista, anzi, forse con
mio figlio di undici anni, perché a far pagare in più le tasse sono capaci tutti.
Siccome la manovra è stata fatta, adesso vogliamo vedere che cosa si inventano, cosa esce dal cilindro di questo mago del Governo per la ripresa, perché
qui non si è ancora visto niente, e allora in primavera si può andare
alle elezioni e ripristinare l’ordine democratico, cioè la delega che i
cittadini danno alla politica per fare quello che devono fare, cioè le
leggi, cioè la manovra, cioè governare questo Paese.
Noi
chiediamo coerenza politica, coerenza politica che voi non avete e non
potete avere, voi del Centro-sinistra, e sarete danneggiati nelle scelte
e dalle scelte di questo Governo più voi che noi, e in questo non sono
Cassandra, è una mia previsione: voi che avete voluto scacciare l’usurpatore, verrà il giorno che la gente dirà “a ridateci er puzzone”, parlando di Berlusconi come il popolino romano si esprimeva.
Spero
che il mio pensiero risulti chiaro. Sempre a Tua disposizione ma
soprattutto a disposizione dei Tuoi lettori, che sempre di più la
pensano come me, Ti saluto cordialmente
Marco Melgrati, Consigliere Regionale gruppo P.d.L.
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