mercoledì 4 gennaio 2012

Liguria - PdL - Lettera del Consigliere Regionale Marco Melgrati al Direttore de "il Giornale" di Genova Massimiliano Lussana sul Governo Monti.


 Marco Melgrati, consigliere regionale in quota PdL


Caro Massimiliano,

        leggo sul Giornale della Tua proposta di rinnovare la protesta contro il Governo tecnico con manifestazioni pubbliche. Sono ovviamente al Tuo fianco, insieme agli amici Rosso e Plinio, disponibile ad organizzare manifestazioni pubbliche nelle piazze o nei teatri, sulla scorta di quanto è stato fatto al Teatro della Gioventù a Genova di venerdì 25 novembre. Ritengo che si possano e anzi si debbano ripetere simili iniziative, ma non solo a Genova, ma almeno in ogni capoluogo di Provincia in Liguria. 
Oggi più che mai si avverte che questo esproprio della politica non ha sortito nessun effetto di rilievo, non ha cambiato radicalmente le cose, se non nell’inasprimento del carico e del prelievo fiscale. Oggi dobbiamo puntare a nuove elezioni, anche a costo, per il Centro-destra, di perderle. Ma almeno chi governa avrà il mandato popolare, non l’avvallo di banche e poteri forti dello stato!
Ti trasmetto, in allegato, sperando che possa farti piacere, l’estratto letterale del mio intervento in Consiglio Regionale durante il voto della Legge Finanziaria della Regione Liguria, relativo alla politica nazionale. Ovviamente mi rivolgo a Burlando e al Centro-sinistra. E’ un intervento a braccio, quindi non mediato, non letto, non scritto, se non con alcuni appunti, fatto di getto, ma per questo ancora più sincero; eccolo:
“Quando il Governo Berlusconi aumentò l’Iva di un punto siete insorti, la Sinistra è insorta al grido “dimissioni!”, una delle poche parole del vocabolario italiano che Bersani conosce, forse l’unica. Adesso non conosce neanche più quella. Bersani oggi è orfano del Presidente Berlusconi, capace solo di gridare questa parola “dimissioni”, come sono orfani i vostri “agenti all’Avana”, i Travaglio, i Santoro, i Floris. Oggi questo Governo vuol portare l’Iva al 23 per cento e si tace, “tutto va bene, madama la marchesa”. Ma se lo avesse fatto Berlusconi? Dove saremmo oggi? Dove sareste voi? Sareste tutti  in piazza a manifestare, con sindacati, partiti e bandiere rosse!!!
Oggi, invece, si manifesta sommessamente per un’idea non ancora e forse mai applicata: l’abolizione del famigerato articolo 18, che peraltro colpirebbe solo il 50% dei lavoratori italiani, in quanto l’altro 50% già oggi non è tutelato. Cioè sul nulla, si manifesta su un’ipotesi per nascondere la realtà, e cioè che bisognerebbe manifestare su questa manovra che questo Governo ha portato avanti con la vostra connivenza, con la connivenza della Sinistra.
Con Berlusconi, tanto vituperato, lo spread era altissimo, si diceva che la colpa dello spread era di Berlusconi; le Borse erano in picchiata. Con Monti, professore della Bocconi, Preside, con un grandissimo carisma nel mondo, in Europa, non è cambiato niente: lo spread è altissimo, le Borse sono in picchiata, oggi c’è stata una ripresina (22/12/2011), anche ieri, ma di solito facciamo dei bagni di sangue con le Borse, bruciamo milioni e milioni di finanza virtuale, che poi si riflette però nelle borse di chi ha investito.
E allora? Il PD appoggia questo Governo. Voi mi direte: anche il PDL. Avete ragione. Premesso che da parte mia, e non solo da parte mia, perché ho promosso, insieme al mio amico Rosso e all’amico Gianni Plinio, con il Direttore del Giornale della edizione di Genova, Massimiliano Lussana, un convegno che dava voce a quello che è il comune sentire della gente: la gente – non so se si può dire, Presidente – è incazzata per questa manovra. L’ho detto, mi scusi, però ci stava.
Dicevo che per parte mia, pur con la coerenza di rimanere e di stare in un partito che ha dato delle direttive, ma non ho portato il cervello all’ammasso, da parte mia dico che questa manovra, che questo Governo, è un esproprio della volontà popolare, un golpe delle banche, della massoneria e di altri poteri forti. Questo non l’ho detto solo io, lo dicono in tanti credo, però io lo dico qua ufficialmente, non ho paura di dirlo.
La politica non può lasciare spazio alla tecnocrazia, sennò poi la politica perde, sennò poi ti dicono che non servi a niente, e hanno ragione. Personalmente sarei a chiedere le elezioni subito, però si possono chiedere in primavera, perché ormai la manovra è stata fatta, il risanamento dovrebbe funzionare, se nel breve ci dicono anche come fare il rilancio dell’economia, questi tecnocrati bravi, che sono dei luminari, questa manovra qui l’avrei fatta io con il mio commercialista, anzi, forse con mio figlio di undici anni, perché a far pagare in più le tasse sono capaci tutti.
Siccome la manovra è stata fatta, adesso vogliamo vedere che cosa si inventano, cosa esce dal cilindro di questo mago del Governo per la ripresa, perché qui non si è ancora visto niente, e allora in primavera si può andare alle elezioni e ripristinare l’ordine democratico, cioè la delega che i cittadini danno alla politica per fare quello che devono fare, cioè le leggi, cioè la manovra, cioè governare questo Paese. 
Noi chiediamo coerenza politica, coerenza politica che voi non avete e non potete avere, voi del Centro-sinistra, e sarete danneggiati nelle scelte e dalle scelte di questo Governo più voi che noi, e in questo non sono Cassandra, è una mia previsione: voi che avete voluto scacciare l’usurpatore, verrà il giorno che la gente dirà “a ridateci er puzzone”, parlando di Berlusconi come il popolino romano si esprimeva. 

Spero che il mio pensiero risulti chiaro. Sempre a Tua disposizione ma soprattutto a disposizione dei Tuoi lettori, che sempre di più la pensano come me, Ti saluto cordialmente


Marco Melgrati, Consigliere Regionale gruppo P.d.L.

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