giovedì 4 febbraio 2010

Politca Internazionale: LA MISSIONE DEL GOVERNO - Berlusconi “L’attacco a Gaza giusta reazione”

 
Alla Knesset Berlusconi seduto accanto al presidente del parlamento 
israeliano Reuven Rivlin ascolta il discorso di benvenuto 
del primo ministro Benjamin Netanyahu

 Il presidente del Consiglio interviene alla Knesset
Da AbuMazen: vittime uguali a quelle della Shoah

Amedeo La Mattina - Inviato Speciale a Gerusalemme

Parlando alla Knesset, Berlusconi ha entusiasmato Netanyahu, Peres e tutti i parlamentari sia di maggioranza che di opposizione. Ha però deluso il presidente dell’Anp Abu Mazen. Scambio di parole affettusose, 12 applausi e standing ovation finale degli israeliani per il discorso del premier italiano.
L’applauso che più lo ha commosso è stato quando Netanyahu ha raccontato che la madre dell’ospite, mamma Rosa, salvò la vita ad una donna ebrea durante l’occupazione nazista. Freddezza invece da parte palestinese. Non poteva finire diversamente visto che Berlusconi si è fatto il primo paladino mondiale delle ragioni di Gerusalemme, al punto che ieri ha definito la seconda Intifada «un’ondata terroristica » e l’operazione «Piombo fuso» su Gaza una «giusta reazione» di Israele ai razzi di Hamas. Nemer Hammad, uno dei più stretti consiglieri politici di Abu Mazen, ha commentato infastidito che «le parole di Berlusconi non cambiano la realtà: quella degli israeliani a Gaza fu un aggressione. C’è un rapporto in tal senso che si chiama Goldstone». In serata però la precisazione ufficiale di Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente dell’Anp, che ha espresso gratitudine per il sostegno italiano al processo di pace e per gli aiuti che da sempre l’Italia garantisce all’Autorità palestinese.
In questo clima, e con Teheran che ha protestato per le sue parole di sostegno all’opposizione iraniana, il premier italiano è arrivato a Betlemme per incontrare Abu Mazen. E qui in parte ha corretto il tiro rispondendo alla domanda di un giornalista palestinese. «Come è stato giusto piangere le vittime della Shoah così è giusto manifestare dolore per quanto che è successo a Gaza. Sempre, quando alla pace si sostituisce la guerra, alla ragionevolezza si sostituisce la violenza, viene meno l’umanità ed il rapporto tra gli uomini». Poi però ha commesso una gaffe. Gli è stato chiesto da un corrispondente italiano cosa aveva provato, arrivando a Betlemme, nel vedere il muro costruito da Israele in Cisgiordania.
«Non me ne sono accorto in quanto stavo prendendo appunti sulle cose che avrei dovuto dire al presidente Abu Mazen». Il premier italiano ha un po’ riequilibrato il suo afflato verso Israele ribadendo la necessità di fermare l’espansione degli insediamenti coloniali (senza però mai citare quelli di Gerusalemme Est).
Al presidente dell’Anp che aveva accanto durante una conferenza stampa molto formale e frettolosa ha chiesto di ritornare presto al tavolo delle trattative. Ma l’Italia ritiene giusta la creazione di un Stato palestinese entro i confini del ’67? 
Per Berlusconi «è un’ipotesi positiva e concretamente accettabile». Di tutt’altro tenore il clima e il discorso solenne alla Knesset, il primo di un presidente del Consiglio italiano davanti ai deputati israeliani. Berlusconi è tornato a invocare per Teheran «sanzioni efficaci». «Non è accettabile l’armamento atomico a disposizione di uno Stato i cui leader hanno proclamato apertamente la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello Stato ebraico». Il premier italiano considera il popolo ebraico come «un fratello maggiore» e Israele «unico esempio di democrazia in Medio Oriente». E’ necessaria però la creazione di uno Stato palestinese che viva accanto a quello israeliano «in pace e in sicurezza».
Grande entusiasmo dei parlamentari per la rievocazione dell’ «infamia delle leggi razziali» di cui l’Italia si macchiò nel ‘38, ma da cui trovò la forza di riscattarsi attraverso «la lotta di liberazione dal nazifascismo». «Mi sento davvero uno di voi. Mi sono sentito davvero uno di voi il giorno in cui ho visitato Auschwitz
Quel giorno ha cambiato la mia vita».

Da www.laStampa.it  del 04 Febbraio 2010

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