giovedì 5 agosto 2010

POL - Da D'Alema a Fini, quanti politici "inciampati" sulla casa

Roma, 5 ago (Il Velino) - Dagli anni '90 fino ai nostri giorni è attorno alla casa - affittata o acquistata a prezzi stracciati, o venduta - che molti politici di primo piano sono inciampati. Di recente l'ex ministro Scajola si è dovuto dimettere sospettando di abitare in una casa, vista Colosseo, pagata in parte da altri a sua insaputa; ora anche il presidente della Camera Fini è al centro dell'attenzione degli organi di stampa per una casa a Montecarlo che era di proprietà di An, che sarebbe stata "svenduta" ad una società offshore, e in cui ora vive il cognato. All'inizio fu "affittopoli", scandalo degli anni '90 che nel 2007 si trasformò in "svendopoli". Decine di politici e sindacalisti di primo piano, quasi tutti di sinistra, che hanno potuto abitare in affitto a canoni irrisori, e poi acquistare a prezzi di assoluto favore immobili di prestigio dai principali enti previdenziali. Scandali che ancora 'bruciano'. Solo qualche mese fa, infatti, la reazione scomposta di Massimo D'Alema, durante una puntata di Ballarò, contro il vicedirettore del Giornale Alessandro Sallusti, che gli rimproverava di essere stato uno dei protagonisti di "affittopoli". Va ricordato che a differenza di altri D'Alema, a seguito delle polemiche, non attese la vendita dell'immobile in cui abitava in affitto e si trasferì in Prati, dove acquistò un appartamento di 7 camere, accessori, soffitta e terrazza. L'importo della transazione non fu dichiarato, ma D'Alema e la moglie Linda Giuva chiesero un mutuo ipotecario al Banco di Napoli di 250 milioni di vecchie lire. Secondo le regole della banca, ricorda Franco Bechis in un articolo di qualche tempo fa, il mutuo poteva arrivare all'80 per cento del valore della transazione. Il prezzo quindi potrebbe essere stato di 300 milioni di lire, non in linea - se la supposizione di Bechis era fondata - con i valori di mercato nel 1997.

Sulla casa è inciampato l'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Secondo le indiscrezioni giornalistiche che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni, gran parte del valore effettivo della sua abitazione romana, con vista sul Colosseo, sarebbe stata pagata con assegni della "cricca" degli appalti per il G8. Tuttavia, secondo una stima del sistema Sevia-Cerved, che raccoglie i valori minimi e massimi ponderati di mercato e le relative variazioni dal 2001 in poi, il prezzo giusto nel 2004 per la casa di Scajola - che il diretto interessato sostiene di aver pagato poco più di 600mila euro, e che secondo le testimonianze raccolte dai pm perugini sarebbe costata invece oltre 1,7 milioni di euro - sarebbe stato di 930mila euro. Negli ultimi giorni il Giornale e Libero hanno pubblicato diversi articoli in cui sostengono che un appartamento a Montecarlo, ricevuto in eredità da An negli anni scorsi, e in cui oggi vive il cognato di Fini, Giancarlo Tulliani, sarebbe stato venduto a società offshore con sede nei Caraibi per circa 300 mila euro (mentre oggi è stimato 3 milioni di euro) e a bilancio del partito risulterebbero solo 67 mila euro. Il presidente della Camera ha annunciato querela nei confronti del Giornale, ma del caso si stanno occupando anche gli altri quotidiani e la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta ipotizzando a carico di ignoti il reato di truffa aggravata. Un atto dovuto dopo la presentazione di una denuncia il 30 luglio da parte di due esponenti di La Destra. La proprietà della casa in cui il presidente Fini vive oggi con Elisabetta Tulliani è rivendicata da Luciano Gaucci, smentito dalla Tulliani. Decideranno i giudici.

Tra gli altri politici di primo piano ad aver concluso l'affare immobiliare della vita, Walter Veltroni (a Roma in zona Fiume; anno 2005; metri quadrati 190; vani 8,5; pagato 377.590,27 euro; valore di mercato 766.703 euro; sconto del 50,75 per cento), Franco Marini (a Roma in zona Parioli; anno 2007; metri quadrati 330; vani 14,5; pagato 1 milione di euro; valore di mercato 2.188.894 euro; sconto del 54,31 per cento), Luciano Violante (a Roma in zona Quirinale; anno 2003; vani 4,5; pagato 327.000 euro; valore di mercato 637.364 euro; sconto del 48,67 per cento), Nicola Mancino (a Roma in zona Navona; anno 2001; vani 10; pagato 516.740 euro; valore di mercato 787.171 euro; sconto del 34,35 per cento) e Rosy Bindi (a Roma in zona Piazza del Popolo; anno 2006; vani 4,5; pagato 300.000 euro; valore di mercato 739.810 euro; sconto del 59,44 per cento). Il palazzo a Roma, in zona Trieste, nel quale (fino al 1999) Pier Ferdinando Casini viveva in affitto con la prima moglie, Roberta Lubich, e le figlie è stato ceduto a fine 2005 da Generali. I 5 appartamenti che lo compongono sono stati poi girati all'ex moglie (due interni), alle due figlie (uno per ciascuna) e alla ex suocera del presidente dell'Udc. Per un totale di 30 vani catastali, pagati 1,8 milioni di euro a dispetto di una stima nel 2006 (fonte Agenzia del territorio) di 5100/6900 euro al metro quadrato. Grazie ai diritti d'autore di un suo romanzo, Veltroni nel 2008 ha acquistato un appartamento di 60 metri quadrati a Manhattan per la figlia Martina, a New York per studiare cinema.
 
Federico Punzi
Da www.ilVelino.it del  05 Agosto 2010

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