venerdì 12 novembre 2010

Alassio - Inchiesta Sca: indagato l’assessore Calò





Fabrizio Calò, assessore al bilancio del Comune di Alassio


Il suo nome è compreso tra coloro che hanno ricevuto la comunicazione di chiusura delle indagini

NEL MIRINO DELLA PROCURA LA SOCIETÀ CHE GESTISCE 
L’ACQUEDOTTO DI ALASSIO

SAVONA. Si allarga l’inchiesta sulla Sca. Le contestazioni della Procura, che nei giorni scorsi ha recapitatoagli indagati la fine delle indagini bis, sono falso in bilancio e abuso d’ufficio alla Sca (Servizi comunaliassociati), la società partecipata dai comuni di Alassio (oltre l’80%), Villanova e Laigueglia, che si occupa di depurazione acque e di gestione dell’acquedotto alassino. Ora ne è toccato anche il Comune di Alassio.  
Infatti la Procura della Repubblica di Savona ha concluso nei giorni scorsi le indagini, coinvolgendo nell’inchiesta anche l’assessore comunale di Alassio, con delega alle società partecipate, Fabrizio Calò.
Destinatario anche lui di un avviso di garanzia per concorso nel presunto falso in bilancio Sca.
Ad aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini oltre a Calò anche i componenti del consiglio di amministrazione Sca, vecchi e nuovi (sino al 2008), quest’ultimi accusati anche di abuso d’ufficio, e del collegio dei revisori dei conti. 
Una decina in tutto. Oltre all’assessore Calò, il presidente Sca Roberto Socco, i consiglieri Francesco Bogliolo e Roberto Bozzolo, gli ex Pietro Balestra e Giuseppino Villata, il direttore Gianfranco Benzo, i revisori dei conti Gianni Braida (presidente), Fabio Vicinanza e Anna Bonfiglio. Sostituita dopo il bilancio 2008, su indicazione di Calò, da Piercarlo Pastorino, ex revisore dei conti del Comune di Alassio.
L’accusa della procura a coordinare le indagini della Guardia di finanza è stato il sostituto procuratore Ubaldo Pelosi che si è avvalso del consulente genovese Valter Oldrà è di aver inserito nel bilancio Sca crediti, vantati dal socio di maggioranza (il Comune di Alassio), pari ad oltre 400mila euro, mai arrivati però.  
Ritenuti dalla Procura soldi “fantasma” in quanto la stessa voce non era corrispondente nelle pieghe del bilancio, tra le uscite, del Comune. 
Si sono concluse le indagini bis per il falso in bilancio, derubricato con la nuova legge di riforma ad illecito amministrativo, sanzionabile con una multa). Infatti una settimana fa circa sono arrivati i nuovi avvisi di conclusione indagini, dopo la prima ondata di maggio. 
Ieri dalla Procura è stata  confermata la chiusura delle indagini preliminari sulle presunte irregolarità nei bilanci con crediti vantati (400mila euro), ma mai arrivati e bonus di 20mila euro assegnati al direttore generale, senza adeguata motivazione.
Da qui l’accusa anche di abuso d’ufficio. Le presunte irregolarità sarebbero state compiute nella compilazione del bilancio. Infatti il Comune, di fronte al credito Sca, decise di non coprirlo.
E quindi la cifra non incassata fu trasferita dal cda Sca al passivo, facendo registrare un buco di circa 480mila euro complessivamente «che ancora adesso non abbiamo incassato» spiega Socco (indennità lorda 25mila euro).
Soldi chiesti tramite regolari fatture per manutenzione straordinari e interventi su tubature e condotte.
Crediti da esigere.
«Si può andare avanti, spalmando la cifra sui 30 previsti di vita della società» l’interpretazione data dall’amministrazione comunale. False comunicazioni sociali quindi il filone principale delle indagini.
I conti Sca 2008 avevano fatto registrare un capitale sociale pari un milione e 192 mila euro. Quota di partecipazione del Comune di Alassio 95,89%. Valore della quota detenuta un milione e 143 mila euro. 
Oneri a bilancio che il Comune ha messo a disposizione per Sca: “Zero”.
Ad essere coinvolta nelle indagini anche l’assemblea dei soci Sca (i Comuni).

Alberto Parodi
Da www.ilSecoloxix.it  del 12 Novembre 2010



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