Il sen. Giorgio Bornacin, in primo piano nella foto, nuovo coordinatore
metropolitano del PDL a Genova
metropolitano del PDL a Genova
La nomina è firmata dai coordinatori nazionali 28 ottobre, che per uno che da giovane ha militato nell’Msi sembra quasi un segno del destino.
Fatto sta che il Pdl a Genova ha un nuovo coordinatore metropolitano: il senatore Giorgio Bornacin proprio nel giorno in cui Alfredo Biondi e la sua Consulta liberale decidono di rivedere la loro posizione all’interno del Popolo della Libertà. «Svolgerò il mio ruolo come i consoli dell’antica Roma che erano sempre in due: il mio vicario Cassinelli agirà in piena sintonia con me» racconta ringraziando chi, in questi mesi, ha sopperito alla mancanza di un coordinatore ufficiale.
Il lavoro non le mancherà, il partito è tutto da costruire «Comincio subito consultando i membri del coordinamento, i consiglieri comunali quelli dei Municipi e i presidenti delle delegazioni. Soprattutto questi ultimi, sono quelli che rappresentano il Pdl al governo in città».
Anche nei Municipi ci sono forti mal di pancia
«Lo dico chiaro e che valga per tutti: in questo partito d’ora in poi ci confronteremo tanto e su tutto. Poi si prenderanno delle decisioni alle quali si dovrà sottostare: è la democrazia interna che deve vigere anche nel nostro partito».
E ci vuole anche un Pdl più attento ai quartieri. Meno esibizioni in giacca e cravatta e più attenzione alla periferia.
«Ho già preso contatti con alcuni esponenti per portare nei quartieri l’incontro “Voce alla gente”. Bisogna andare ovunque per costruire un progetto di città».
Ad un progetto di città lavora anche Enrico Musso. Secondo lei Berlusconi gli farà cambiare idea?
«Me lo auguro ma allo stesso tempo spero che Musso capisca che quando si è in un gruppo si discute, si analizza ma dopo le consultazioni interne si vota compatti anche ingoiando dei rospi. Mi rammarico per la sua intervista a Repubblica, davvero poco elegante».
Musso fuori dal Pdl ma candidato sindaco del centrodestra?
«Ora non si può escludere nulla: le candidature vanno scelte dopo il progetto su Genova. Ricordiamoci che il nostro avversario è il Pd oggi cinghia di trasmissione della Cgil».
Il lavoro non le mancherà, il partito è tutto da costruire «Comincio subito consultando i membri del coordinamento, i consiglieri comunali quelli dei Municipi e i presidenti delle delegazioni. Soprattutto questi ultimi, sono quelli che rappresentano il Pdl al governo in città».
Anche nei Municipi ci sono forti mal di pancia
«Lo dico chiaro e che valga per tutti: in questo partito d’ora in poi ci confronteremo tanto e su tutto. Poi si prenderanno delle decisioni alle quali si dovrà sottostare: è la democrazia interna che deve vigere anche nel nostro partito».
E ci vuole anche un Pdl più attento ai quartieri. Meno esibizioni in giacca e cravatta e più attenzione alla periferia.
«Ho già preso contatti con alcuni esponenti per portare nei quartieri l’incontro “Voce alla gente”. Bisogna andare ovunque per costruire un progetto di città».
Ad un progetto di città lavora anche Enrico Musso. Secondo lei Berlusconi gli farà cambiare idea?
«Me lo auguro ma allo stesso tempo spero che Musso capisca che quando si è in un gruppo si discute, si analizza ma dopo le consultazioni interne si vota compatti anche ingoiando dei rospi. Mi rammarico per la sua intervista a Repubblica, davvero poco elegante».
Musso fuori dal Pdl ma candidato sindaco del centrodestra?
«Ora non si può escludere nulla: le candidature vanno scelte dopo il progetto su Genova. Ricordiamoci che il nostro avversario è il Pd oggi cinghia di trasmissione della Cgil».
Da www.ilGiornale.it del 31 Ottobre 2010
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