domenica 31 ottobre 2010

Genova : «Io, coordinatore cittadino vi presento il Pdl democratico»

 

Il sen. Giorgio Bornacin, in primo piano nella foto, nuovo coordinatore 
metropolitano del PDL a Genova 

La nomina è firmata dai coordinatori nazionali 28 ottobre, che per uno che da giovane ha militato nell’Msi sembra quasi un segno del destino.  
Fatto sta che il Pdl a Genova ha un nuovo coordinatore metropolitano: il senatore Giorgio Bornacin proprio nel giorno in cui Alfredo Biondi e la sua Consulta liberale decidono di rivedere la loro posizione all’interno del Popolo della Libertà. «Svolgerò il mio ruolo come i consoli dell’antica Roma che erano sempre in due: il mio vicario Cassinelli agirà in piena sintonia con me» racconta ringraziando chi, in questi mesi, ha sopperito alla mancanza di un coordinatore ufficiale.
Il lavoro non le mancherà, il partito è tutto da costruire «Comincio subito consultando i membri del coordinamento, i consiglieri comunali quelli dei Municipi e i presidenti delle delegazioni. Soprattutto questi ultimi, sono quelli che rappresentano il Pdl al governo in città».
Anche nei Municipi ci sono forti mal di pancia
«Lo dico chiaro e che valga per tutti: in questo partito d’ora in poi ci confronteremo tanto e su tutto. Poi si prenderanno delle decisioni alle quali si dovrà sottostare: è la democrazia interna che deve vigere anche nel nostro partito».
E ci vuole anche un Pdl più attento ai quartieri. Meno esibizioni in giacca e cravatta e più attenzione alla periferia.
«Ho già preso contatti con alcuni esponenti per portare nei quartieri l’incontro “Voce alla gente”. Bisogna andare ovunque per costruire un progetto di città».
Ad un progetto di città lavora anche Enrico Musso. Secondo lei Berlusconi gli farà cambiare idea?
«Me lo auguro ma allo stesso tempo spero che Musso capisca che quando si è in un gruppo si discute, si analizza ma dopo le consultazioni interne si vota compatti anche ingoiando dei rospi. Mi rammarico per la sua intervista a Repubblica, davvero poco elegante».
Musso fuori dal Pdl ma candidato sindaco del centrodestra?
«Ora non si può escludere nulla: le candidature vanno scelte dopo il progetto su Genova. Ricordiamoci che il nostro avversario è il Pd oggi cinghia di trasmissione della Cgil». 
Da www.ilGiornale.it  del 31 Ottobre 2010

sabato 30 ottobre 2010

Stanotte si passa dall'ora legale all'ora solare




Alle 3 di stanotte le lancette dell'orologio vanno portate indietro di una ora, così ci viene restituita quell'ora di sonno rubataci questa primavera all'entrata in vigore dell'ora legale

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venerdì 29 ottobre 2010

Savonese - Pdl, nasce tavolo politico provinciale: Vacca coordinatore



Savona. Riorganizzazione interna del Pdl a livello provinciale in vista delle elezioni amministrative e del prossimo congresso in programma a febbraio 2011.  
E’ quanto è emerso nel vertice odierno che si è svolto presso la sede del partito a Savona. 
L’incontro ha stabilito la nascita di un nuovo tavolo di lavoro politico che dovrà traghettare il Pdl verso il congresso, sede nella quale verrà nominato il nuovo coordinatore provinciale.  
L’attuale coordinatrice provinciale del Pdl, Roberta Gasco, consigliere regionale, ha ufficializzato le proprie dimissioni.
Quanto all’architettura del tavolo politico la rosa di nomi dell’apparato decisionale del Pdl è così composto: Michele Scandroglio ed Eugenio Minasso, Roberta Gasco e Marco Melgrati, Franco Orsi, Angelo Vaccarezza e Luigi Bussalai, ed infine Matteo De Benedetti e Santiago Vacca, quest’ultimo nominato coordinatore del tavolo.
Con questo restyling interno il Pdl può ora partire con l’organizzazione della macchina elettorale per il Savonese, con 11 comuni che andranno al voto in primavera.

Da www.Ivg.it  del 29 Ottobre 2010

Alassio - Spiagge comunali, l’ombra delle tangenti

SVOLTA NELL’INCHIESTA: 
CACCIA A UN MILIONE E MEZZO MAI VERSATO 
NELLE CASSE DEL MUNICIPIO
Alassio, la Procura ipotizza buste a funzionari e amministratori 
per avere la gestione dei bagni attrezzati
ALASSIO.Tangenti. Avanza l’ipotesi tangenti nelle indagini sulla gestione delle spiagge di Alassio. Più che un sospetto.
È di un milione e mezzo di euro infatti la stima fatta dalla Procura sul volume d’affari generato in una stagione dalle spiagge libere attrezzate date in gestione dal Comune ai privati.
Tramite assegnazione diretta, senza gara, attraverso società pubbliche. Soldi che secondo chi indaga dovevano finire nelle casse comunali e invece non ve ne è traccia. Perché?
Denari che secondo i gestori privati delle spiagge avute in concessione non dovevano essere versati nelle casse pubbliche, in base alle convenzioni (anche “sub”convenzioni sono finite negli atti sequestrati) contestate dalla Procura. La destinazione del milione e mezzo di euro stimato dalla polizia giudiziaria è al centro degli interrogatori di questi giorni. A fronte di utili troppo bassi, denunciati dai gestori delle spiagge.
Fiumi di soldi che non si sa dove siano finiti. Negli interrogatori di questi giorni in Procura l’obiettivo è capire il perchè della mancata organizzazione di una gara pubblica per aprire il mercato dei gestori a più persone. Intanto gli agenti della polizia giudiziaria (Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto) continuano a cercare i soldi “fantasma” frutto delle loro stime del volume d’affari. Una cifra che non corrisponde agli utili troppo bassi riscontrati nei conti dei gestori privati e della ex società pubblica Gescomare (ora ”Bagni di Mare”).
Ieri pomeriggio intanto nuova tornata di interrogatori in Procura. Dopo il vicesindaco reggente di Alassio Gianni Aicardi, sentito come persona informata sui fatti la scorsa settimana, e il vice segretario generale del Comune Demetrio Valdiserra, assistito dall’avvocato Flavio Opizzo, nei giorni scorsi, è toccato ieri all’assessore al demanio Rocco Invernizzi essere convocato nell’ufficio del procuratore capo Francantonio Granero, presente anche il pm Chiara Maria Paolucci. In qualità di indagato, assistito dall’avvocato Franco Vazio.
L’assessore, tramite il suo legale, ha fatto sapere di avvalersi della facoltà di non rispondere. Non ha voluto rispondere alle domande dei pm: «Preferiamo produrre un dettagliato memoriale che consegneremo alla Procura al più presto», ha spiegato l’avvocato. A Invernizzi i magistrati, assistiti dalla polizia giudiziaria della capitaneria di porto, hanno contestato gli abusi in atti d’ufficio in merito all’affidamento delle concessioni demaniali. A margine dell’interrogatorio è emersa la questione del milione e mezzo di euro.
Tangenti è l’ipotesi su cui gli inquirenti stanno lavorando.
Un’ipotesi di lavoro che in Procura vogliono approfondire, testimoniata dal fatto che il procuratore Granero si è opposto nei giorni scorsi al dissequestro dei soldi in contanti (circa 30 mila euro) più gli assegni, trovati arrotolati in casa di un paio di indagati, tra cui Gian Emanuele Fracchia e Giancarlo Capasso (società “AltaMarea”), tutelati dall’avvocato Franca Giannotta. È stato lo stesso procuratore insieme al pm Paolucci, a firmare nei giorni scorsi un nuovo atto di sequestro dei soldi e beni di cui il Tribunale del Riesame (giudici Giovanni Zerilli, Marco Canepa e Francesco Meloni) aveva disposto la restituzione. Ai proprietari che si erano presentati in Procura forti del provvedimento del Riesame (”carenti le motivazioni del sequestro”), è stato notificato infatti un nuovo atto di sequestro.
«Siamo rimasti stupiti, anche perchè avevamo dimostrato la provenienza dei soldi» spiega Giannotta.
Soldi destinati a pagare gli stipendi di altre società gestite dagli indagati.

Alberto Parodi
Da www.ilSecoloxix.it  del 29 Ottobre 2010

Alassio - Spiagge: l’assessore Invernizzi non risponde al procuratore

 Il Comune di Alassio

Delegato al Demanio non avrebbe avuto un ruolo attivo nella trattativa Gescomare
 
E' durato una manciata di minuti l’interrogatorio, ieri pomeriggio in Procura, dell’assessore alassino al Demanio Rocco Invernizzi, ascoltato nel quadro dell’inchiesta sulle concessioni demaniali delle spiagge libere attrezzate. 
Accompagnato dal suo difensore Franco Vazio, Invernizzi si è avvalso della facoltà di non rispondere, annunciando comunque per i prossimi giorni il deposito di una memoria scritta sulla vicenda che lo vede indagato insieme ad altri amministratori (l’assessore al Bilancio e alle Partecipate Fabrizio Calò), funzionari comunali (il vicesegretario generale Demetrio Valdisserra, ascoltato mercoledì) e ad alcuni concessionari.
Invernizzi potrebbe sostenere di non avrebbe avuto un ruolo attivo nella complessa procedura che ha portato le concessioni delle spiagge libere dalla Gescomare (società mista pubblico-privata) al Comune, quindi alla neonata Società Bagni di Mare (interamente pubblica) e da questa agli attuali concessionari, in gran parte ex soci della Gescomare 
Una trafila che secondo la Procura non sarebbe corretta sotto il profilo giuridico: l’articolo 45 bis del Codice della navigazione, che regola la materia, prevede che il concessionario, «in casi eccezionali e per periodi determinati previa autorizzazione dell'autorità competente, possa affidare ad altri soggetti la gestione delle attività oggetto della concessione». 
Ma non sarebbe prevista una subconcessione totale, com’è avvenuto ad Alassio.  
In più, sempre secondo la Procura, il gettito previsto per il Comune (180 mila euro all’anno per nove spiagge) quando nella cassaforte di uno dei concessionari sono stati trovati, e subito sequestrati, 30 mila euro in contanti più una somma imprecisata in assegni. Prova, secondo la Procura, di quanto in realtà possa «rendere» anche una sola delle concessioni.
Da www.laStampa.it  del  29 Ottobre 2010

PROVINCIA - SODDISFAZIONE DEL CAPOGRUPPO DEL POPOLO DELLA LIBERTA’ SANTIAGO VACCA


 Il Tar ha confermato Vaccarezza

SAVONA
Non si tornerà alle urne in provincia di Savona.  
Il Tar della Liguria ha sciolto oggi ogni riserva: ha accolto il ricorso del Pdl che era stato inizialmente escluso e poi riammesso con la riserva dalle elezioni provinciali dell’anno scorso. 
Dunque Angelo Vaccarezza continuerà a fare il presidente della Provincia di Savona e con lui anche i suoi assessori e consiglieri di maggioranza. 
 
 Angelo Vaccarezza, Presidente della Provincia di Savona

Il presidente Angelo Vaccarezza, raggiunto telefonicamente ha detto: «Non ho ancora letto il dispositivo e quindi rimando a domani ogni commento. Il Tar aveva già respinto in passato il ricorso del Pcl e del Ps che reteneva vi fossero delle irregolarità nella presentazione delle liste per le provinciali 2009».
Il capogruppo del Pdl in Provincia, Santiago Vacca, è entusiasta anche se in fondo il responso del Tar a questo punto era atteso: «Una bella soddisfazione perchè il tribunale amministrativo ha confermato che il Pdl aveva diritto di partecipare alle elezioni che in caso contrario sarebbero state falsate. In pratica è stato confermato il nostro diritto a competere in modo da garantire agli elettori il diritto di esprimersi. Ora che abbiamo vinto è chiaro che la giunta potrà lavorare con maggior serenità senza più il timore di veder vanificato il proprio operato. Inoltre in questo modo abbiamo fatto risparmiare i cittadini: pensate se ci avessero escluso dalle elezioni. Con questa sentenza ora bisognerebbe rifare tutto, andando nuovamente alle urne. Ora invece Vaccarezza e la sua giunta potranno continuare e sono convinto che lo faranno con spirito ancora più forte». 

Da www.laStampa.it  del  29 Ottobre 2010

giovedì 28 ottobre 2010

Alassio - Ufficio Turismo - FESTA DI HALLOWEEN AL PALALASSIO

 



AVVISO
LA FESTA DI HALLOWEEN
DI DOMENICA 31 OTTOBRE 2010
SI TERRA' 
AL PALALASSIO "L. RAVIZZA"
A PARTIRE DALLE ORE 15.30.

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Alassio - Inchiesta spiagge: Invernizzi non risponde ai pm, pronto memoriale della difesa

 

Il Palazzo del Tribunale di Savona dove si trovano 
gli Uffici della Procura della Repubblica
 
Savona. E’ stato interrogato questo pomeriggio dalla Procura savonese l’assessore del Comune di Alassio Rocco Invernizzi, indagato assieme al dirigente Demetrio Valdisserra e l’assessore Fabrizio Calò, ed altre nove persone, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione delle spiagge comunali alassine. 

L’ipotesi di reato contestata ad Invernizzi è abuso in atti d’ufficio. Davanti al procuratore capo Francantonio Granero e la pm Maria Chiara Paolucci l’assessore comunale, assistito dall’avvocato Franco Vazio, non ha voluto rispondere alle domande dei magistrati savonesi
L’avvocato ha annunciato la consegna agli uffici della Procura di un memoriale difensivo. 
Il mio assistito è estraneo alla vicenda e ai fatti che gli vengono contestati, secondo le sue informazioni il Comune di Alassio ha svolto tutte le pratiche relative alla gestione delle spiagge comunali in maniera corretta”.
Secondo l’accusa invece i gestori avrebbero applicato tariffe più alte per ottenere l’affidamento delle spiagge libere organizzate, con prezzi più simili a uno stabilimento privato che a una spiaggia convenzionata. 
Inoltre, nonostante i notevoli incassi, un gruppo consistente di imprenditori avrebbe denunciato all’Erario utili assai irrisori. Al vaglio degli organi inquirenti anche le fasce di banconote trovate dalle forze dell’ordine nelle case di alcuni dei dodici indagati. 
Secondo quanto trapelato in casa di uno degli indagati sono stati trovati 30 mila euro in contanti nascosti nella cassaforte. 
E poi c’è la pista delle infiltrazioni massoniche che, secondo l’accusa, potrebbe spiegare le presunte “facilitazioni” concesse ad alcuni ma negate ad altri nel rilascio delle concessioni.

Da www.Ivg.it  del 28 Ottobre 2010

La Spezia - Edili in corteo Rischio paralisi



Il ministro Altero Matteoli

L’Autorità Portuale della Spezia ha creato una società «non conforme alle leggi vigenti». A scriverlo, e a promettere un pronto intervento, è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, che risponde a un’interrogazione del senatore Pdl Giorgio Bornacin   
Una lettera che conferma in pieno i sospetti del parlamentare ligure.
Il problema era quello della costituzione di una società, la «Apls Investimenti Srl», interamente partecipata dall’Autorità portuale spezzina guidata da Lorenzo Forcieri, che si occupasse di trasporto ferroviario delle merci, della logistica, e della gestione della stazione marittima. Settori di lavoro che assai facilmente possono coinvolgere quei «servizi di interesse generale» che per decreto devono essere affidati ad aziende esterne con regolare gara pubblica di appalto. 
 
 Il senatore Giorgio Bornacin

Così facendo invece l’Autorità spezzina affida i servizi a una società che gestisce direttamente. Tra l’altro, come rileva Matteoli nella risposta a Bornacin, la «Apls Investimenti Srl», creata il 3 settembre scorso per prendere il posto della neonata e subito soppressa «Newco Srl» (il comitato portuale aveva approvato la nascita di Newco appena il 30 luglio scorso), prevede addirittura nel proprio statuto la «gestione delle stazioni marittime passeggeri». Mentre anche tra gli altri obiettivi che la società avrebbe potuto perseguire, c’era anche lo svolgimento di «tutte le attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale».
Qualcosa insomma, non tornava. L’anomalia, segnalata dal senatore al ministero, dovrà essere risolta. L’Autorità portuale spezzina dovrà prendere atto di aver fatto qualcosa di «non conforme alla legge». Anche perché la risposta di Matteoli si chiude con l’impegno del «Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a provvedere a segnalare all’Autorità portuale la necessità di ricondurre l’attività della neo costituita società nell’ambito di quelle consentite dalla normativa vigente». Decisione che potrebbe provocare ripercussioni non irrilevanti in banchina. E non solo alla Spezia. 

Da www.ilGiornale.it  del 28 Ottobre 2010

Se vale il "metodo Gianfranco" Scajola può tornare ministro

Fini, indagato per truffa, resta saldamente 

al suo posto.

Allora, a maggior ragione, 

deve riavere il suo l'ex titolare dello 

Sviluppo economico,

che non è neppure inquisito

(ndr AlassioFutura: 

L'on. Claudio Scajola è stato spesso al centro di polemiche anche in virtù dei delicati incarichi ricoperti; di certo gli si deve riconoscere un "aplomb politico" assai differente da parecchi altri attori della politica italiana contemporanea, che ha evidenziato dando spontaneamente le proprie dimissioni dall'incarico ricoperto. Soprattutto, senza minimizzare e senza sorridere ironicamente, come altri.)

Claudio Scajola si accomodi, prego. Può riprendersi la sua poltrona di ministro quando e come vuole. Se vale il trattamento di riguardo, un vero e proprio trattamento ad personam, riservato al presidente della Camera, Gianfranco Fini per quella «sciocchezzuola», come ama ripetere sorridendo, della casetta di An finita, oramai sissabenecome al cognatino Tulliani, allora a maggior ragione, il ragionamento deve valere almeno per un'altra persona. Ad esempio per chi, come l'ex titolare dello Sviluppo economico, si è trovato investito dal polverone mediatico, sollevatosi a proposito del famoso appartamento con vista sul Colosseo, e non ha aspettato un minuto di più, dopo aver dato una sbirciatina ai titoli dei giornali (primo fra tutti il nostro) a dimettersi.
Già, perché la prima, robusta, sostanziale differenza tra Fini e Scajola, due politici di lunga navigazione, che dovrebbero essere, glielo riconosciamo, abituati alle scuffiate, è che il primo è rimasto aggrappato, anzi, strenuamente inchiodato, alla vellutata poltrona di Montecitorio, mentre il secondo ha immantinente fatto i bagagli, anche se avrebbe potuto restare al suo posto, non avendo commesso alcun reato, non avendo ricevuto neppure alcun avviso di garanzia.
Già, perché la seconda, robusta, sostanziale differenza è proprio questa: Scajola non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, mentre Gianfranco Fini è invece indagato per truffa aggravata a proposito della famosa «sciocchezzuola» dell'appartamento di Montecarlo.
E sono mesi che è indagato, anche se nessuno lo sapeva. Perché la cauta Procura di Roma, limitandosi a ossequiare scrupolosamente la legge (quindi seguendo una prassi che ha qualcosa di veramente anomalo, in un'Italia dove le Procure spifferano tutto, appena possono, ai cronisti) ha aspettato di annunciare che il presidente della Camera era indagato, contemporaneamente alla richiesta di archiviazione dell'intera, surreale vicenda. Richiesta di archiviazione che, peraltro, è sempre utile precisarlo, non smentisce una riga che è una riga dell'inchiesta pubblicata dal Giornale. Perché? Perché nelle carte dell'inchiesta si legge che sì il prezzo di vendita non risultava equo ma che andrebbe valutato il costo della ristrutturazione. E, per quest'altro aspetto, i pm preferiscono non entrare nel merito rimandando, si legge sempre nelle stesse carte, la valutazione del danno a una eventuale causa civile.
Assistere a una simile, encomiabile camminata sulle uova è un esercizio che può aiutare a far riflettere anche i più distratti fra noi. Se, infatti, andiamo un po' indietro con la memoria, pur tralasciando quelle migliaia di sussurri e venticelli che, appena usciti tempestivamente dai palazzi di giustizia, sono subito rimbombati come terremoti se l'indagato o il neanche indagato era ed è il premier Berlusconi, non ci risulta che prima d'ora un pm abbia avuto sì tanto rispetto per la privacy di un personaggio politico o pubblico che fosse.
Tutto ciò che cosa ci spinge a pensare? Nulla di moralmente illecito, beninteso. Ma solo che, evidentemente, Gianfranco Fini, che sia considerato negli abiti di Gianfranco Fini o in quelli del presidente della Camera, poco importa, può contare comunque sul rispetto e sulla aprioristica fiducia delle Procure. In ossequio, dunque, a quella famosa presunzione d'innocenza che, in tutti quegli sputtanamenti giornalistici costruiti sui soffietti di tante solerti Procure, non è mai stata particolarmente ossequiata in questo Bel Paese.
Tenete conto poi che i pm sono stati così prudenti e rispettosi della privacy della famiglia Fini, nel valutare l'affaire Montecarlo, da non aver mai sentito il bisogno di interrogare i protagonisti della vicenda. Né la compagna, Elisabetta Tulliani (che non ci pare abbia avuto un ruolo secondario nella gestione di quell'appartamento), né il cognato, che secondo lo stesso Fini potrebbe essere il vero proprietario della casa. Né, ancora, quei potenziali acquirenti della casetta monegasca che avevano dichiarato di aver offerto molto di più dei trecentomila pagati dalla off-shore, respinti al mittente nonostante fossero stati più generosi.
Se il ragionamento che abbiamo fatto fin qui fila, e in tutta onestà ci sembra che non faccia una grinza, allora il cerchio delle diverse credibilità, si può chiudere esattamente nel punto da dove avevamo cominciato a tracciarlo. Nonostante mille opacità, che restano in una vicenda che cristallina non è mai stata fin dall'inizio. Nonostante il fatto che la Procura abbia deciso di indagarlo, nonostante il mosaico dell'affaire Montecarlo sia stato ricostruito in ogni tassello, Gianfry ha deciso di non mollare. Di starsene lì, al suo posto. Imperturbabile. Mentre l'ingenuotto, sensibile e un po' d'antan, ministro Claudio Scajola, ha aperto il libro dei principi comportamentali del politico e dell'uomo retto, si è riletto il significato di parole come etica e morale e ha deciso di lasciare il suo scranno. Perché, in fondo, l'unico modo per liberarsi dalle responsabilità sta nell'assolverle. E non nell'autoassolversi. C'è una bella differenza, no? 

Gabriele Villa
Da www.ilGiornale.it  del 28 Ottobre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

Alassio - La Polizia giudiziaria torna in Comune per il caso spiagge

 


 Una bella immagine della facciata del Comune di Alassio con la antistante fontana

ALASSIO - ACQUISITA NUOVA DOCUMENTAZIONE
 
ALASSIO
Proseguono le indagini della Procura di Savona sull’assegnazione delle spiagge libere comunali di Alassio. Anche ieri mattina gli uomini della pg erano a palazzo civico per reperire informazioni, atti di consiglio e documenti.   
Chiusi nell’ufficio del segretario comunale, anche se assente, insieme al vicesegretario, hanno chiesto di visionare documenti e verbali. Intanto in Procura sono proseguite le attività istruttorie con alcuni interrogatori condotti dagli uomini della polizia giudiziaria su delega del sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci.
L’inchiesta era partita nei primi giorni di agosto portando al sequestro di assegni e contanti per decine di migliaia di euro ad alcuni dei concessionari. Alla base, presunte irregolarità nell’aggiudicazione delle spiagge libere, che secondo alcune voci sarebbero state date sempre alle stesse persone, in modo irregolare, senza un appalto. 
Da più parti si parla anche di ombre nell’aggiudicazione degli stabilimenti, che avrebbe privilegiato presunti affiliati alla massoneria. Tutte voci che potrebbero essere infondate e, come sempre in questi casi, il condizionale è d’obbligo.
I diretti interessati, sia gli amministratori comunali che il presidente della Sbm (Società bagni di mare), Corrado Barbero, escludono ogni coinvolgimento nella vicenda. Intanto nei giorni scorsi sono stati di nuovo posti sotto sequestro i fondi - assegni e contanti per decine di migliaia di euro - «ritirati» dalla polizia giudiziaria nel corso delle indagini di agosto. 
Pochi giorni fa il Tribunale del Riesame aveva dissequestrato tutto accogliendo il ricorso di alcuni indagati e contestando la mancanza di motivazioni del provvedimento. Nel giro di poche ore la Procura ha però reiterato il sequestro di assegni e contanti, allegando una dettagliata motivazione.
«Confido nel lavoro della procura. Lascerei lavorare i magistrati in modo sereno»: ha commentato così Fabrizio Calò, assessore alle Società partecipate, alcuni giorni fa, la notizia che parlava di infiltrazioni massoniche nell’aggiudicazione delle spiagge libere ad Alassio.
«Non so nulla di questo, io ho sempre fatto il mio lavoro di amministratore nel modo più preciso e puntuale possibile», gli ha fatto eco Corrado Barbero, presidente della Sbm, Società Bagni di Mare, che di recente ha sostituito la Gesco mare nella gestione delle spiagge alassine.

Barbara Testa
Da www.laStampa.it del 27 Ottobre 2010

ALASSIO - L’EX SINDACO E’ SOTTO PROCESSO IN QUALITA’ DI ARCHITETTO

 
 
Melgrati in tribunale per falso
litiga con una testimone d’accusa
 
ALASSIO.
L’ex sindaco Marco Melgrati finisce sotto processo per falso nella ristrutturazione di una casa d’epoca e litiga con una testimone dell’accusa.  
Si è aperto ieri mattina in tribunale ad Albenga il dibattimento a carico del consigliere regionale, imputato come progettista del recupero di una villa bifamiliare in via Napoleone Bonaparte. Il pubblico ministero Danilo Ceccarelli ha citato in giudizio anche Mario Perrone, proprietario di metà immobile e committente dei lavori. 
L’udienza è stata anticipata da un battibecco tra Melgrati e la teste Marcella Musso, comproprietaria dello stabile.
«Nella prima stesura del progetto, mi ero dimenticato che l’edificio era in un’area vincolata. L’ufficio tecnico mi ha fatto notare la dimenticanza e ho subito corretto. Quando sono iniziati i lavori, ho presentato una variante in sanatoria per spostare gli abbaini di trenta centimetri, ma per un errore in buonafede ho copiato la prima versione, dove mancava l’indicazione del vincolo», stava spiegando Melgrati (difeso dall’avvocato Franco Vazio) nel corridoio dell’ex Pretura, quando è stato interrotto da Musso.
«Il sindaco di Alassio non sa che una casa a duecento metri dal mare è vincolata?», ha chiesto la donna con tono polemico. «Non siamo qui per l’abuso edilizio, perché la sovrintendenza e la commissione edilizia hanno autorizzato la sanatoria», ha ribattuto il politico. «È normale, visto che la commissione edilizia faceva parte del Comune di cui lei era sindaco. Il vostro cantiere ci ha rovinato», ha tuonato la pensionata savonese.
Il giudice ha rinviato la discussione a martedì 23 novembre.

Da www.laStampa.it  27 Ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Alassio - Il caso di Daniele La Corte scuote le coscienze e le associazioni

Associazione ligure dei giornalisti
Ordine ligure dei giornalisti

Se il giornalista è “critico”
l’assessore va sotto scorta


Questa non si era ancora vista o letta: assessore sotto tutela causa giornalista. 
Cosa accade? Un assessore del Comune di Alassio diventato “soggetto sensibile” per la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, con tanto di provvedimento che prevede la sorveglianza della sua abitazione, con periodico passaggio di pattuglie di polizia o di carabinieri, durante il loro servizio. 

I motivi? Tra questi l’asserito, dall’assessore, stato di minaccia e stress provocato dalle critiche di un giornalista, Daniele La Corte, espresse pubblicamente e con i suoi articoli. 

La Corte, consigliere regionale dell’Ordine ligure dei giornalisti, cronista oggi in pensione, continua la sua attività professionale con l’impegno civile nella sua città. 

Che l’assessore Monica Zioni ha ritenuto non lecito, tanto da ricorrere all’autorità di pubblica sicurezza. Prima un richiamo nemmeno troppo bonario al collega, poi il provvedimento della “vigilanza” motivato anche dalla penna di La Corte.
Una decisione degna della rubrica enigmistica “incredibile, ma vero”. 

Che, dopo l’inevitabile stupore, non può però essere né taciuta, né sottovalutata anche perché cade in una realtà – il ponente savonese e imperiese – dove, da troppo tempo, le iniziative e gli attacchi contro chi fa cronaca, evidenza indagini, pone domande anche scomode, sono sempre più pesanti.


Sindacato e Ordine dei Giornalisti tutelano il collega La Corte e sono disponibili al confronto con chiunque, autorità di pubblica sicurezza e prefettizia comprese, ma non possono certo condividere il giudizio e le azioni conseguenti, che vogliono un’attività giornalistica, simile a un atteggiamento terroristico tale da essere citata in un provvedimento di tutela e di sorveglianza di un pubblico amministratore.


Marcello Zinola
Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti-Fnsi

Attilio Lugli
Presidente Ordine dei Giornalisti Consiglio Regionale della Liguria

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Il Giornale - L’«altro» Scajola


 
 L'on. Claudio Scajola in un'immagine di repertorio

di Sergio Maifredi 
 
Sono con Claudio Scajola. Credo in poche regole in compenso fisse: non si colpiscono gli avversari a terra, non si lasciano i propri feriti sul campo. 
Credo, come scriveva il giudice Falcone, che si muoia generalmente perché si è soli, perché si è lasciati soli.
In momenti come questi la prudenza, la strategia politica, imporrebbe un silenzio discreto. 
Forse ho una concezione masochista della politica. Quando nessuno puntava un soldo sulla vittoria del centro destra alle amministrative del 2007, ho deciso che era giusto metterci la faccia, metterci la faccia in un mondo, quello culturale, in cui oggi come allora, non unirsi agli sberleffi verso Berlusconi è già un atteggiamento sospetto. 
E ho deciso di candidarmi per la fiducia che ho in Claudio Scajola. Lo conosco dal 2003, da distante ovviamente, e ho sempre apprezzato la sua attenzione e il suo schietto entusiasmo per le mie più incoscienti idee artistiche. 
Dalla volta in cui inventai insieme al Teatro della Tosse uno spettacolo con oltre cento attori a bordo di una nave traghetto che da Imperia raggiunse in sette tappe Palermo, a quando feci attraversare piazza Dante a Oneglia da un funambolo in equilibrio a trenta metri di altezza. 
Pensai che candidarmi ave­va la stessa forza simbolica di un tatuaggio, un rito di passaggio a cui era vile e opportunista sottrar­si.
Dedicai, in cuor mio, a Clau­dio Scajola quella fatica e quel che ne conseguì. Ricordo due incontri. Il primo, formale, nel suo stu­dio di Imperia: sono sorpreso di sentirmi assolutamente a mio agio, i suoi occhi, mentre gli rac­conto i miei progetti per il Ponen­te Ligure, sono sorridenti, curio­si, infondono energia. 
La sua vo­ce ferma, decisa; le sue parole, da ligure, essenziali come montalia­ni ossi di seppia.  
Il secondo, casuale, in una asso­lata Oneglia d'agosto: è alla gui­da della sua macchina ed io ar­ranco verso la stazione, schianta­to dal caldo. Mi chiede che ci fac­cio io lì.
Fermi a parlare non ci si può stare, per via del sole a picco. Mi dice di salire e mi accompa­gna in stazione. Tutto qui, semplicemente. 
Credo che gli uomini si ricono­scano nella dignità con cui san­no affrontare il dolore, la caduta. 
E da judoista so che non importa quante volte cadi, l'importante è quanto in fretta ti rialzi. 
Sono con Claudio Scajola. 

Da www.ilGiornale.it  del  26 Ottobre 2010 

Garlenda: Guido Palumbo trascinatore al golf


Guido Palumbo ha dominato il torneo di Golf a Garlenda

 La gara, svoltasi con la formula “stableford”, su 36 buche, ha visto impegnati, sul percorso garlendese quasi duecento golfisti

Guido Palumbo ha trascinato al successo il suo quartetto nella Alassio Friendship Cup Diana 2010. La gara, svoltasi con la formula “stableford”, su 36 buche, ha visto impegnati, sul percorso garlendese quasi duecento golfisti che, suddivisi in squadre di quattro atleti, si sono dati battaglia per aggiudicarsi la prestigiosa classica messa in palio dal Grand Hotel Diana di Alassio. Alla fine il quartetto composto da Luca Spizzico, Jacopo Stella, Albert Colombo  e guidato da Palumbo, si è aggiudicato l’ambito trofeo. Il quartetto di Palumbo ha anche vinto la Combinata.  Questi i nomi dei premiati.

Alassio Friendship Cup Grand Hotel Diana Alassio 2010.   
Prima categoria: 1) Guido Palumbo, Luca Spizzico, Jacopo  Stella, Albert Colombo, 194 punti; 2)  Stefano Gramigna, Andrea Veglia, Agostino Passadore e Giovanni Scovazzi, 188; 3) Alberto Gazzolo, Andrea Beniamini, Piero Raimondo e Giovanni Scofferi, 182.
Seconda categoria: 1) Cristina e Andrea Della Valle, Franco Cogni, Alfonso Verani Masin, 174; 2) Sabrina Lorenzini, Claudia Balestrino, Domenico Nisi e Giuseppe Chillemi, 172; 3) Marina Xotta, Ivana Zanini,  Domenico Martinetto e
Michele De Martinis, 168.
Primi di giornata: Giovanni Geddo, Massimo Germani, Roberto Durante e Francesco Filippi, 97 (I giornata); Marina e Francesca Anfossi, Rosaria Murchio e Rosy De Polis, 88 (II giornata).
Premi speciali: Fabio Savastano (buca 7), Luca Spizzico (8), Giuseppe Chillemi (9), Ivana Zanini (15) e Andrea Beniamini (buca 16).
Combinata Coppa Il Ragno/ Alassio Friendship Diana: Guido Palumbo, Luca Spizzico, Jacopo Stella e Albert Colombo, 366.     

Da www.Savonanews.it  del 26 Ottobre 2010         

 

lunedì 25 ottobre 2010

Camera di Commercio, attesa per il Consiglio: Pasquale verso la presidenza



 Luciano Pasquale vicino alla presidenza dcella Camera di Commercio


Savona. Domani, martedì 26 ottobre, sarà forse la giornata della svolta per la Camera di Commercio di Savona. Grazie alla convocazione, in programma per domani pomeriggio alle ore 15, del Consiglio camerale si potrà dare avvio al rinnovo degli organi statutari dell’ente savonese.
La fine del braccio di ferro interno tra le categorie economiche che ha portato alla consegna delle nomine giusto in tempo per evitare il commissariamento, porterà salvo sorprese dell’ultim’ora l’attuale numero della Carisa di Savona e direttore dell’Unione Industriali Luciano Pasquale alla presidenza della Camera di Commercio. 
Nel Consiglio potrà contare su 16 voti favorevoli rispetto agli 11 consiglieri fedeli al presidente uscente Giancarlo Grasso. Quasi certo il nome di Vincenzo Bertino per la vice presidenza, in una nuova giunta camerale composta da cinque membri (uno di diritto alla Coldiretti). 
Questi i nomi dello schieramento che sostiene la candidatura di Pasquale: Vincenzo Bertino, Paolo Prefumo, Giuseppe Barberis, Gianni Carbone, Giuseppe Cerminara, Albino Chiesa, Paola Freccero , Mauro Fresia, Gianfranco Gaiotti, Riccardo Genta, Luciano Pasquale, Mattia Rossi, Annamaria Torterolo, Vincenzo Zarrillo, Silvio Valdisserra, Federico Ascheri.
Dall’altra parte, lo schieramento vicino al presidente uscente Franco Zino, Roberto Manzo e Maurizio Devasini (Confesercenti), Paolo Calcagno (Coldiretti), Mariano Cerro, Attilio Penna, Ennio Fazio (florvivaismo), Luciano Manasia, Bruno Angelucci e Marinella Fasano oltre al presidente Grasso per la Confartigianato.

Da www.Ivg.it  del 25 Ottobre 2010

domenica 24 ottobre 2010

Imperia: Scajola e Saso contro Montaldo "Bisogna aumentare la 'quota capitaria all'Asl 1!"

Alessio Saso e Marco Scajola 

gli outsiders imperiesi dell'ultima competizione alle elezioni regionali, 

oggi in difesa dei diritti  per la sanità dei cittadini liguri

Senza mezzi termini i due consiglieri regionali del PDL ed anche i colleghi dello stesso partito, sul futuro della sanità provinciale: "Ospedale unico si, ma anche presenza sul territorio"

I Consiglieri Regionali, Marco Scajola ed Alessio Saso intervengono duramente, nei confronti dell’Amministrazione Regionale, sul problema Sanità.  
I due, insieme, ai colleghi che si occupano di sanità in provincia di Imperia, hanno chiaramente chiesto al Presidente Burlando ed all’Assessore competente, Montaldo, un deciso aumento della ‘quota capitaria’ per l’Asl n° 1 imperiese, evidenziando a loro modo di vedere, troppi sprechi nelle altre Aziende Sanitarie, soprattutto quella genovese. 
Con Saso e Scajola si sono schierati: Giuseppe Lanteri (presidente della Commissione Sanità del Comune imperiese), Antonello Ranise (Assessore ai Servizi Sociali di Imperia), Massimiliano Ambesi, Giovanni Sajetto, Bernardo Garibbo, Luca Volpe ed Armando Bosio.
Marco Scajola non le ha mandate a dire, chiedendo subito un intervento: “A livello regionale ci siamo dati, con tutti i Consilglieri, l’impegno di portare avanti tutta una serie di iniziative ad ampio respiro in tutta la Liguria. In provincia di Imperia, tra le tante iniziative, partiamo con la sanità, argomento nel quale la Regione ha grande competenza. Distribuiremo un migliaio di manifesti in tutta la provincia di Imperia, per mandare un messaggio semplice ma chiaro ai nostri concittadini, anche per spiegare e fare chiarezza su quello che vogliamo fare e quello che non venga fatto in tema sanitario. Il primo è quello della ‘quota capitaria’, argomento dibattuto da molti anni e soprattutto in provincia di Imperia, sempre molto bassa sia a livello regionale che nazionale. Non ci basta sentir dire che sono stato stati fatti tagli, perché a livello nazionale sono stati due miliardi di euro in più e non è certo colpa nostra se, a livello di conferenza delle Regioni, la Giunta Burlando non è riuscita a portare qualche solo in più per la Regione e, di conseguenza, per la provincia. Sul discorso ‘accorpamento’ siamo stati molto chiari sulla maternità, anche durante l’estate. Siamo molto preoccupati su questo ma anche su altre forme di ‘accorpamento tra Imperia e Sanremo. Siamo stati tacciati di essere strumentali, ma noi abbiamo una relazione dell’Asl n° 1 fatta il 12 luglio scorso all’Assessore Montaldo (che ho fatto fatica ad avere ed ho ottenuta solo 21 settembre), nella quale, in tema di accorpamento, viene sottolineato che nessuna delle proposte è percorribile per il rischio di diminuzione della ‘qualità assistenziale’ ma anche perché non ci sarebbero risparmi significativi e, anzi, i costi per gli investimenti strutturali potranno addirittura aumentare. E sottolineo che la relazione è stata redatta dal Direttore Generale dell’Asl, nominato dal Presidente Burlando, non da un perito del centro-destra. Noi vogliamo un nuovo grande ospedale d’eccellenza, anche per trattenere o far rientrare quei medici ‘eccellenti’ che stanno fuggendo verso i grossi centri, così come fanno molti pazienti. Ovviamente ci battiamo anche per una collocazione sul territorio di ospedali, che possano evitare lunghe percorrenze ai cittadini. Dobbiamo smetterla di far pagare a questo territorio, colpe di altri. Perché se l’Asl 3 genovese continua a sperperare, non vedo perché noi dobbiamo pagarne le conseguenze. Noi vogliamo, entro la fine 2011 una ‘quota capitaria più alta”.
Anche Alessio Saso non risparmia nulla per Burlando e Montaldo: “Ritengo grave il fatto che la relazione sia stata accessibile così in ritardo, visto che ogni Consigliere deve sempre avere a disposizione i documenti per poter intervenire in aula. Io sono stato 5 anni già nella scorsa legislatura e posso confermare che, questo problema della ‘quota capitaria’ non è cambiata, anzi è peggiorata negli ultimi mesi. Noi ci ritroviamo nell’attuale maggioranza con 5 esponenti della nostra provincia, in ruoli importanti della Giunta regionale. Non vedo perché non debbano intervenire in una situazione che sta diventando sempre più difficile. E’ ovvio che se non si arriva ad un ospedale di ‘Eccellenza’ che dia risposte importanti sul territorio, ci limiteremo nel tempo, ad avere solo strutture di pronto soccorso. Noi non possiamo aspettare l’ospedale unico e non avere le basi per un servizio di qualità sul territorio. Senza dimenticare che, per assumere 10 diversamente abili nell’Asl, Montaldo ha chiesto di lasciare a casa lavoratori ‘interinali’ e si sta attendendo da circa 3 mesi. Risparmi se ne possono ancora fare con, ad esempio la ‘centrale regionale degli acquisti’, ma abbiamo un Direttore Generale che incamera 140mila euro l’anno. Ci accorgiamo che alcune Asl siano insorte, negando la quota per tenere in vita la centrale. Siamo di fronte ad un tema importantissimo per i prossimi anni e non credo che, con una forza politica come la maggioranza regionale, i servizi continueranno a peggiorare e non ci sarà nessuna giustificazione amministrativa, che Burlando e Montaldo potranno portare nella nostra provincia”.
Massimiliano Ambesi, coordinatore provinciale del PDL ha confermato che, a breve, potrebbero esserci sinergie con la provincia di Savona per il problema sanità: “Non escludo che si possa fare blocco, con la provincia confinante, perché dobbiamo lavorare insieme per ottenere più di quanto ora ci viene dato. Noi siamo stati accusati, con la Giunta Biasotti, di aver ridotti gli emolumenti per l’Imperiese, ma non c’è nulla di più falso!”
Antonello Ranise, Assessore imperiese ai Servizi Sociali ha chiesto maggiori investimenti nelle strutture esistenti: “Noi siamo fiduciosi che, l’Ospedale Unico che chiediamo, non sia la sommatoria di due o tre poli, ma che sia un ospedale di Eccellenza ed un ‘Dea’ di secondo livello, con tutto quello che comporta, che possa fare da collettore per le problematiche di urgenza della nostra popolazione, che oggi deve rivolgersi a Genova o Pietra Ligure. Nel frattempo vogliamo che i tre poli ospedalieri (Imperia, Sanremo e Bordighera) non vengano dimenticati, ma che siano conservati nella loro attuale struttura. Noi stiamo notando una lenta e progressiva depauperizzazione dei poli di Sanremo ed Imperia. Noi abbiamo una Asl ‘virtuosa’ (come detto dal Direttore Generale) e, incredibilmente, rischiamo di essere penalizzati”.
Giuseppe Sajetto, presidente provinciale della Commissione Sanità: “Cercherò di fare da collante tra la Commissione e le Amministrazioni sul territorio. Un piccolo guadagno lo abbiamo già ottenuto, visto che la Provincia non aveva diritto di voto ed ora, invece, questo lo ha ottenuto. Non dobbiamo razionalizzare la sanità solo per un discorso economico, ma bisogna farlo in relazione alla qualità del personale. Questo perché abbiamo a che fare con la salute dei cittadini. E lo dico da medico !”

Da www.Sanremonews.it  del 24 ottobre 2010

LA MANIFESTAZIONE A IMPERIA: a Scajola la solidarietà dei “fedelissimi” del Pdl savonese

 

L' on. Claudio Scajola durante il suo intervento conclusivo alla manifestazione 
di amicizia e solidarietà nei suoi confronti

Con il presidente della Provincia Vaccarezza
anche Melgrati, Schneck, Montaldo e Santi

IMPERIA. Il fronte per esprimere solidarietà all’ex ministro Claudio Scajola sul porto di Imperia, ha fatto registrare ieri decine di presenze di amministratori e iscritti al Pdl anche della provincia di Savona.
Tra i primi a raggiungere Calata Anselmi il presidente dell’amministrazione provinciale, Angelo Vaccarezza, e poi, tra quelli riconoscibili in mezzo alla folla, il sindaco di Alassio, Gianni Aicardi assieme all’ex Marco Melgrati ora consigliere regionale, il sindaco di Borghetto Santo Spirito, Santiago Vacca, il vicesindaco di Albenga, Roberto Schneck, e gli assessori provinciali, Livio Bracco, Pietro Santis e il coordinatore Pdl di Albenga Silvano Montaldo.
«Siamo tutti figli di Scajola. Per questa terra ha fatto tanto e a lui dobbiamo essere riconoscenti comecittadini.Così è per me e così sarà anche per i miei figli. Ha lavorato per noi e non per le sue tasche. È stato un ministro, ma ha sempre conservato l’umiltà e la capacità amministrativa di un sindaco come è giusto che sia. Ci sono componenti politiche che sono invidiose per il suo `saper fare´». Ha detto Vaccarezza intervenuto sul palco.«Scajola è uomo capace e serio. Ha seguito opere, interventi e progetti per la sua gente e la  sua terra: dall’Aurelia Bis, all’aeroporto di Villanova d’Albenga e in questo caso ha lavorato per un approdo che può davvero fare la differenza con quelli della vicina Costa Azzurra e che può favorire il rilancio dell’economia non solo di un capoluogo di provincia. Un vanto per tutta la Liguria». 


 
 
L’ex sindaco di Alassio, oggi consigliere regionale del PdL, Marco Melgrati, sale sul palco con una grinta da rugbysta. 
«Come sindaco ho ricevuto ben 18 avvisi di garanzia ma non sono mai stato rinviato a giudizio, per ora, per un reato connesso con la pubblica amministrazione.
Ora i giudici della procura di Savona mi vogliono rinviare a giudizio per concorso morale in abuso edilizio sulla vicenda del
GrandHotel. Sono convinto che, da ministro dello Sviluppo Economico, Scajola si sia creato, suo malgrado, tante inimicizie. Scajola ha fatto molto, non solo per Imperia, ma anche per Alassio e la Liguria. Per la mia città ha trovato i fondi per l’Aurelia Bis, che era stata tracciata e quasi completata: sarebbe rimasta una grande incompiuta. Mi hanno dato del mafioso, su internet: l’unico legame che ho con la Sicilia è mia moglie, siciliana ».

Da www.ilSecoloxix.it  del 24 Ottobre 2010


VERSO IL FESTIVAL DELLA SCIENZA A GENOVA: RISCHIAMO UN NUOVO MEDIOEVO





Abbiamo la fortuna di vivere in un periodo eroico per l’astronomia. Nei cento anni trascorsi da quando Einstein pubblicò i suoi famosi articoli sull’energia della luce e sulla relatività, la conoscenza dell’Universo incui viviamo è cresciuta inmodo esponenziale.

Nonostante tutte le nuove scoperte, devo dire però che è la situazione è lontana dall’essere soddisfacente. In un certo senso le questioni lasciate aperte sono tra le più importanti che credevamo di conoscere.
L’astronomia ancora una volta pone domande fondamentali alla fisica e dobbiamo sperare che un nuovoNewton o un nuovo Einstein producano una nuova sintesi.
Ma è fastidioso sapere che il 97% della massa dell’universo è composta da materia, o energia, di cui nonconosciamo la natura. È come se la normale materia fosse schiuma posata su un oceano profondo.
Dopo tutti gli sforzi compiuti per misurare la densità dell’universo e stabilire se è aperto o chiuso, scopriamo che la risposta dipende dall’equilibrio fra due entità la cui natura ci è sconosciuta. Questa nuova prova chel’universo non è fatto per essere misurato dal genere umano, ma al contrario regolato da leggi che ancora non conosciamo, dà un senso di essere perduti e fa tornare alla mente che il 1609 è l’anno in cui Galileo effettuò le osservazioni sulla Luna e le stelle, ma anche l’anno in cui Giordano Bruno venne arso vivo a Roma in Campo de’ Fiori.
La visione di Giordano Bruno era quella di un mondo infinito, popolato da un numero infinito di stelle, ciascuna delle quali con propri pianeti, forse abitati da esseri senzienti, ed era molto più vicina al pensierocontemporaneo di quelle degli altri pensatori del suo tempo. 
Ma oggi forse noi possiamo capire meglio che quella visione provocò una perdita di certezze e costituiva una minaccia tale al pensiero tradizionale da suscitare paura. La conoscenza dell’universo che possediamo oggi ci condurrà a una rivoluzione scientifica e tecnologica come quella che avvenne 400 anni fa con Galileo? 
Forse sì, anche se la crescita del fenomeno del fondamentalismo in tutto il mondo potrebbe, al contrario, portarci a nuovo medioevo, come accadde dopo la caduta della cultura ellenistica. Possiamo sperare che una futura rivoluzione astronomica apra nuove e insospettate visioni sul ruolo del genere umano nell’Universo, come accadde quattrocento anni fa.
L’evoluzione del nostro pensiero in astronomia ha un parallelo solo nell’altra grande rivoluzione nella conoscenza della natura che maturò tra il 1572, quando Tycho Brahe osservò la Stella Nova (la Supernova1572) e il 1687, quando Isaac Newton pubblicò i “Principia Mathematica”. Nella fioritura del pensiero che portò non solo al Rinascimento delle arti ma anche al progresso scientifico, e che aveva compiuto pochi passi avanti dalla distruzione del patrimonio ellenistico, anche le timide congetture di Copernico, l’ultimo dei tolemaici, nel suo trattato del 1543 “de Revolutionibus Orbium Celestium” furono interpretate come un ritorno
al sistema eliocentrico di Aristarco di Samo (310230 avanti Cristo). 
I concetti di un universo che si evolve e non è eterno né immutabile, fatto della stessa materia che compone gli oggetti nel cielo e sulla Terra, di una Terra che si muove nello spazio e ruota intorno al Sole in un’orbita ellittica, scaturivano dalle scoperte di Tycho, Keplero e Galileo. 
Dobbiamo a Newton la sintesi di questo lavoro e dei nuovi concetti nella dinamica per raggiungere una nuova concezione razionale dell’universo, nel quale per la prima volta le leggi della fisica sono enunciate in una forma matematica precisa, in modo tale che le sue manifestazioni possano essere previste.
La sintesi di Newton ebbe conseguenze non solo per la conoscenza  dell’Universo in cui viviamo ma diede vita anche a una fioritura di ricerche scientifiche e tecniche che resero possibile la rivoluzione industriale.
Lo scrittore Arthur Koestler ha definito questo periodo “il mutamento più importante nella storia dell’uomo, forse più grande di quello che causò la mutazione biologica”.
Mentre posso essere d’accordo in via di principio, mi sembra che Koestler non abbia tenuto conto del fatto che la diffusione di questo pensiero non avviene attraverso il Dna come nei processi evolutivi, perciò è rimasto e rimane patrimonio di una minoranza. 
Dall’inizio del Ventesimo secolo il rapido sviluppo della fisica e delleosservazioni astronomiche con telescopi sempre più potenti ci hanno dato risposte che il genere umano attendeva dalla preistoria. Negli ultimi cinquant’anni i progressi nell’astronomia hanno conosciuto una forte accelerazione, in parte grazie al continuo progresso della fisica nucleare e dei quanti, in parte per il grande sviluppo tecnologico che ci ha consentito osservazioni sempre più sofisticate dell’Universo. 
Il progressoscientifico e tecnologico è stato un risultato dell’eredità degli studi compiuti durante la Seconda guerra mondiale sulle onde radio e più recentemente grazie ai consistenti investimenti da parte dei governi nella ricerca astronomica. 
Negli anni Cinquanta vennero scoperti i quasar e nel 1962 Marteen Schmidt riuscì a misurare lo spettro del più brillante. Nel 1967 Jocelyn Bell e Antony Hewish osservarono invece per la prima volta i pulsar: oggi ne conosciamo centinaia e sappiamo che sono stelle di neutroni. L’astronomia a raggi X, il campo in cui ho compiuto la mia carriera scientifica, non può essere effettuata dalla Terra, perché i raggi X sono assorbiti dall’atmosfera terrestre.
Perciò solo dopo la Seconda guerra mondiale fu possibile svilupparla: scienziati americani al Naval ResearchLaboratory usarono razzi V2, portati dalla Germania, per scoprire l’emissione di raggi X dal Sole nel 1948. Nel 1962 il mio gruppo all’American Science & Engineering lanciò un razzo che aveva a bordo strumenti 50 volte più sensibili di quelli usati prima e la Natura, con grande cortesia, ci ricompensò con la scoperta della prima stella a raggi X, Sco X1.
La spiegazione della natura di Sco X1 arrivò solo nel 1970, con il lancio del primo satellite per lo studio delle stelle a raggi X, Uhuru, che ci consentì lo studio di tutto il cielo e ci portò a importanti scoperte.
Il passo successivo nell’astronomia a raggi X è stato, nel 1978, il lancio del satellite Einstein, il primo osservatorio a utilizzare un vero telescopio a raggi X, capace di ottenere immagini delle stelle.
Nel 1999 venne lanciato in orbita il telescopio Chandra, tuttora operativo.
La metodologia dell’astronomia a raggi X ha influenzato altri progetti come il telescopio Hubble, probabilmente il più famoso fra quelli moderni, e il Vlt, Very large telescope, dell’Eso (European SouthernObservatory) sul Cerro Paranal, in Cile. I nuovi studi ci hanno portato a scoperte singolari e inaspettate, per alcune non ne abbiamo ancora piena comprensione.
In un certo senso ci troviamo nello stesso stato di confusione in cui i nostri antenati dovettero sentirsi prima che Newton spiegasse il significato delle scoperte di Tycho, Keplero e Galileo.

Oggi come allora dobbiamo abbandonare i pregiudizi e le aspettative non basate sui fatti.

RICCARDO GIACCONI

Da www.ilSecoloxix.it  del 24 Ottobre 2010

Regione Liguria - «E gli sprechi continuano» : le spese pazze di Burlando al setaccio della gente



 L'ex consigliere regionale Gianni Plinio assieme al consigliere in carica Matteo Rosso


Dal libro di Matteo Rosso e Gianni Plinio fino alle inchieste di settimanali nazionali passando, ovviamente, per le pagine del Giornale.  
Gli sprechi delle amministrazioni locali in Liguria fanno notizia e salgono alla ribalta nazionale, e nel mirino vanno soprattutto le spese pazze della giunta regionale guidata da Claudio Burlando. 
Una battaglia, quella contro gli sprechi delle giunte di centrosinistra, che il Popolo della Libertà continua a denunciare e che raccoglie tutte insieme per promuovere un incontro pubblico che si terrà domani pomeriggio a Genova.
All’hotel Bristol di via XX Settembre i vertici del partito berlusconiano si ritroveranno alle 17 per il convegno «Se gli sprechi continuano». 
«Dai soldi che vengono spesi dalle Asl liguri per l’acquisto di personale computer, cellulari o per noleggiare auto e prendere taxi fino al finanziamento di progetti in giro per il mondo, passando dalla formazione degli insegnanti in Cuiebet (Sud Sudan), alla filiera equa e solidale di produzione e commercializzazione dell’alpaca boliviana» spiega Matteo Rosso, capogruppo Pdl in consiglio regionale «la nostra campagna antisprechi vuole ottenere un taglio di queste spese lontane dalle priorità dei liguri ed un reinvestimento delle risorse economiche in Liguria». 
Con Rosso ci saranno il capogruppo in consiglio comunale Matteo Campora e quello in consiglio provinciale Giuseppe Rotunno. 
Partecipano anche i parlamentari Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli. 
A moderare l’incontro Massimiliano Lussana, caporedattore di Genova de «Il Giornale». 

Da www.ilGiornale.it  del  24 Ottobre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

Berlusconi, mi ricandido comunque. Alleanza Fini ? vedremo




 Silvio Berlusconi

Il Lodo? 

mai reclamato tutele

parte magistratura e' eversiva


di Federico Garimberti

ROMA - Non c'e' tre senza quattro. Silvio Berlusconi, nonostante i settantaquattro anni, non ha nessuna intenzione di cedere la leadership del Pdl. 
A dirlo e' lo stesso presidente del Consiglio in un'intervista all'autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung, in cui sferra il consueto attacco ai magistrati politicizzati, si dice estraneo al Lodo Alfano, smentisce le accuse di evasione fiscale, difende la Russia di Putin e Medvedev, attacca la burocratica Unione europea. 
Il giornalista tedesco chiede al premier se in caso di elezioni anticipate sia pronto a ricandidarsi alla guida del governo. ''Mi candidero' comunque'', replica secco il Cavaliere, aggiungendo rispetto alle anticipazioni diffuse ieri sul sito de la Faz un ''comunque'' che sa tanto di doccia gelata per quanti, fuori e dentro il Pdl, pensavano ad un passo indietro del premier nel 2013. 
Non e' la prima volta che Berlusconi conferma l'intenzione di ricandidarsi. Ma in questi mesi, piu' volte, sono girate voci di possibili passaggi di potere. Per qualcuno addirittura legati alla volonta' di salire l'ultimo gradino che lo separa dal colle piu' alto della politica. 
Il premier parla anche dei rapporti con Gianfranco Fini, mettendo in forse la prosecuzione dell'alleanza con Fli: ''In caso di elezioni, vedremo se il programma del partito di Fini sara' tale da consentire di renderlo parte integrante della coalizione''. Ma questo vale per il futuro se e' vero che al momento, nonostante i continui distinguo del presidente della Camera soprattutto in materia di giustizia, l'intenzione sarebbe di evitare rotture con il leader 'futurista'. Come dimostra l'ambasciata di Raffaele Fitto a Bari. Un semplice saluto per auspicare una leale collaborazione, che pero' sarebbe stato autorizzato da palazzo Grazioli. Nel prosieguo dell'intervista e' sempre la giustizia a tenere banco.
Il Cavaliere, per prima cosa, nega che che lo 'scudo' giudiziario per le alte cariche sia una sua idea: ''Non ho mai reclamato alcuna forma di tutela. Il mio partito ha presentato un disegno di legge'', si schermisce. In ogni caso, aggiunge, una simile tutela esiste ''in molti Paesi''. Segue l'immancabile affondo contro le toghe politicizzate: ''Vengo attaccato da giudici di sinistra che abusano illegittimamente del loro potere per motivi di lotta politica'' e da una ''corrente'' interna alla magistratura che ''agisce in modo eversivo''. Il Cavaliere respinge anche l'accusa di chiedere leggi 'ad personam': ''Non sono io che le ho chieste, sono i miei alleati che se ne fanno promotori a mio favore''. Ma lo fanno, precisa, ''ricorrendo agli strumenti legali della democrazia''.
L'intervista gli offre l'occasione per difendersi dalle accuse dalle quali e' chiamato a rispondere. Nel farlo sottolinea che ''la verita' e' completamente diversa da quella proclamata dalla stampa di sinistra'' visto che ''nessuno dei capi d'accusa rivolti da 17 anni contro di me da certa magistratura corrisponde alla verita'''. Come le accuse di evasione fiscale commesse nel 2003: ''In quel periodo come Presidente del Consiglio non avevo piu' niente a che fare con il gruppo Mediaset presieduto da mio figlio e mia figlia". C'e' spazio per la politica. A cominciare dal richio che si formi un grande centro: ''Attualmente - minimizza - non riesco a immaginare che un tale 'centro' possa essere in grado di formare un Governo'' dato che i sondaggi attribuiscono a quell'area appena il ''10-12 per cento dei voti''. Nel resto del colloquio, Berlusconi affronta i temi di politica estera. Elogia Vladimir Putin e Dmitri Medvedev, sostenendo che e' una ''fortuna'' averli alla guida della Russia. Definisce ''eccellenti'' i rapporti con il cancelliere tedesco Angela Merkel, rivendica l'affidabilita' creditizia italiana e critica l'immagine dell'Unione europea percepita dai cittadini come un ''azzeccagarbugli intento apparentemente solo a stilare cataloghi di criteri e vincoli''.

Da www.ANSA.it  del 22 Ottobre 2010